Provo rimorso per aver schiacciato... : testo e commento alla poesia di Eugenio Montale
Testo e commento alla poesia di Eugenio Montale "Provo rimorso per aver schiacciato la zanzara sul muro, la formica sul pavimento", componimento all'insegna dell'ironia e della rassegnazione. A cura di Marco Nicastro.
"Provo rimorso per aver schiacciato la zanzara sul muro, la formica sul pavimento": testo
Questo è uno dei componimenti di Montale caratterizzato da un'ironia acida e anche piena di rassegnazione. È una poesia che descrive bene la condizione interiore che può sperimentare chi, dotato di intelligenza e sensibilità nell'osservazione del mondo, si trova a vivere nella società odierna – e il paragone potrebbe essere probabilmente ancora più significativo se si immagina la specifica società a cui Montale apparteneva: quella italiana.
Provo rimorso per avere schiacciato
la zanzara sul muro, la formica
sul pavimento.
Provo rimorso ma eccomi in abito scuro
per il congresso, per il ricevimento.
Provo dolore per tutto, anche per l'ilota
che mi propina consigli di partecipazione,
dolore per il pezzente a cui non do l'elemosina,
dolore per il demente che presiede il consiglio
d'amministrazione.
"Provo rimorso...": commento
La vita nella nostra società è difficile, ci dice il poeta, perché la stupidità o la sottomissione morale («l'ilota»), l'ipocrisia dei costumi («eccomi in abito scuro / per il congresso, per il ricevimento») o l'assenza di meritocrazia («il demente che presiede il consiglio / di amministrazione») la fanno da padroni. Questa poesia però può essere intesa anche in senso generale come una critica a quella posizione di privilegio di chi, proprio a causa della sua intelligenza o sensibilità di osservazione, potrebbe pensare di trovarsi in una posizione di privilegio o di maggiore saggezza dinnanzi al dolore dell'esistenza rispetto al resto dell'umanità. Il dolore e la miseria umana, sembra dirci Montale, sono un qualcosa di acclarato e di universale tra gli uomini; provarli ed esserne particolarmente consapevoli non è in fondo una gran cosa.
Montale ridimensiona il ruolo dell'artista
Montale ridimensiona quindi il ruolo tradizionalmente attribuito dalla società all'artista o all'intellettuale, la sua particolare posizione conoscitiva. Nella sua visione l'artista si ritrova, esattamente come le persone più comuni, impelagato nelle abitudini e nelle convenzioni sociali più stupide e deprecabili: nonostante la sua acuta sensibilità infatti, il poeta-intellettuale protagonista della poesia si veste di tutto punto per fare la sua parte in occasioni mondane (il congresso, il ricevimento) e decide di non dare l'elemosina al mendicante; una figura quindi abbastanza prosaica e per nulla eroica, esattamente opposta, se vogliamo, a quella evangelica del “buon Samaritano”.
Dunque, chi pensa di soffrire di più degli altri in virtù di una condizione di unicità spirituale non dovrebbe prendersi troppo sul serio perché non è affatto diverso dagli altri, dato che il suo vivere non si discosta poi molto dall'assurdità e dalla stupidità di chi lo circonda.
L'ironia di Montale depotenzia la penosa condizione esistenziale dell'uomo
Con l'ironia Montale depotenzia così la portata della penosa condizione esistenziale di ogni uomo, messa in primo piano attraverso la ripetizione per due volte del sostantivo rimorso e per tre volte del sostantivo dolore. Anche altri elementi della poesia sono poi a tal fine significativi:
- i piccoli insetti che spesso condividono il destino di essere più o meno inavvertitamente schiacciati
- le figure umane piuttosto grigie dell'ilota, del pezzente e del demente
Linguaggio e stile
Il linguaggio del componimento è molto colloquiale (vedi i termini zanzara, pezzente, demente) e la versificazione molto libera: c'è solo un endecasillabo canonico (v. 2), due endecasillabi ipermetri (vv. 1 e 4), e per il resto una versificazione lunga che va verso la prosa, con due versi (3 e 10) che spezzano con un enjambement piuttosto forzato il ritmo solenne più tipico della poesia montaliana.
A ricordarci che si tratta pur sempre di una poesia ci sono le tre rime facili che regalano al testo una piacevole musicalità:
- muro-scuro, pavimento-
- ricevimento
- partecipazione-amministrazione
Ancora una volta, nonostante la riduzione della solennità tipica di questa raccolta, il tono complessivo del testo, contenuto e forma metrica convergono fortemente in Montale, rafforzandosi a vicenda in modo mirabile.
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