Provenzali e Siciliani: differenze e caratteristiche

Di Redazione Studenti.

Provenzali e Siciliani: caratteristiche, tematiche e differenze tra la poesia provenzale e la poesia della Scuola siciliana

PROVENZALI E SICILIANI: DIFFERENZE E CARATTERISTICHE

Provenzali e Siciliani: differenze e caratteristiche
Provenzali e Siciliani: differenze e caratteristiche — Fonte: getty-images

L’ideale cortese si sviluppò nel Sud della Francia dove c’era una società aristocratica per la quale anche il prestigio letterario aveva un ruolo decisivo.

I poeti provenzali, detti trovatori, sono di diversa estrazione sociale, ma accomunati dalla vita a corte dove, grazie al mecenatismo dei signori, possono comporre per un pubblico di élite.

La concezione dell’amore cortese trovò espressione nella poesia lirica. Lirica deriva da lira, lo strumento con cui il poeta accompagnava il suo canto spesso affidata agli stessi compositori oppure a degli interpreti itineranti, detti giullari che vanno a trasmettere di corte in corte le creazioni trobadoriche.

La lirica provenzale è scritta in lingua d’oc, veniva cantata in pubblico con l’accompagnamento musicale. Dal punto di vista formale la lirica provenzale appare molto ricca ed elaborata tanto da diventare difficilmente comprensibile, era destinata alla trasmissione orale.

I poeti sono detti trovatori da trobar, che vuol dire comporre musica. L’ambiente di lavoro dei trovatori è la corte feudale. La poesia divenne mezzo di promozione sociale.

LIRICA PROVENZALE: TEMATICHE

Il tema centrale è l’amore cortese. L’amore assume per i poeti occitani una valenza raffinatrice, che porta ad una crescita intellettuale e morale di chi lo prova; viene inoltre paragonato al vincolo vassallatico, si nutre di ostacoli e riceve maggior forza dall’impossibilità di possedere la donna amata.

Nasce dunque l’amor de lohn (amore di lontano). Dall’amore deriva la gioia, l’amore è fonte di bontà e bellezza, si parla di amore adultero e quindi si ricorre ad un soprannome per non infangare il nome dell’amata.

Ma i trovatori toccano anche temi politici, morali e guerreschi. La poesia trobadorica è raffinata nel linguaggio, piena di artifici retorici.

All’interno di questa produzione ci sono due tendenze di stile: il poetare difficile, stile elaboratissimo, artificioso ed oscuro; e il poetare dolce, stile semplice, limpido ed aggraziato.

SCUOLA SICILIANA: CARATTERISTICHE

Federico, come re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero, dà vita all’interno della Magna Curia ad una nuova esperienza letteraria: la Scuola siciliana. Il suo sviluppo va dal 1230 al 1266 e comprende la produzione dei poeti italiani che gravitano intorno alla corte palermitana.

Si tratta di nobili, tra cui lo stesso Federico, ma soprattutto di funzionari di corte che tra i loro molteplici compiti hanno quello di scrivere poesie.

L'impianto non fu accademico, nel senso che non si trattò di una Scuola in senso istituzionale-accademico, assumendo piuttosto contorni di corrente filosofico-letteraria.

SCUOLA SICILIANA: AMORE

Al centro della produzione poetica rientra, infatti, l’amore cortese, seppur con delle variazioni dovute all’impronta della diversa società in cui i siciliani operano: essi non si trovano più all’interno dei castelli feudali dove i sentimenti per la donna sono ricchi di devozione cavalleresca, ma in un ambiente che, per quanto chiuso, rappresenta una corte moderna e laica di uno Stato accentrato come la corte di Federico II.

Ne deriva prima di tutto l’abbandono dei temi di argomento politico e morale, dell’accompagnamento musicale, ma soprattutto una visione propria del sentimento amoroso.

L’amore nasce dalla semplice visione della donna per passare in seguito ad un’elaborazione mentale ed alla creazione di un ritratto interno, quasi fantastico, dell’oggetto amato.

Ricorrenti sono le lodi di eccellenza alla dama, il tema della speranza di un amore corrisposto, il tema della rassegnazione all’orgoglio della dama e il tema del pudore, cioè il ritegno nel rivelare la propria passione.

POESIA SICILIANA: TEMI

Tutti questi temi vengono “stilizzati” nella poesia siciliana, nel senso che essi non sono collegati a specifiche esperienze concrete ma diventano motivi astratti, privi di un preciso riferimento di tempo e di luogo.

 

La donna, il cui nome non è più celato, è il centro dell’ispirazione poetica, è fonte di gioia, il suo amore affina e si fonde con la poesia.

La sua morte è dunque fonte di tristezza, di rimpianto, proprio perché vengono a mancare tutte le sue qualità che il poeta spera le siano rimaste anche in paradiso.

La lingua utilizzata era il siciliano illustre, una lingua elegante, appartenente al patrimonio comune dei volgari italiani il cui scopo era quello di “illuminare”.

Le forme metriche predilette erano invece il sonetto, spesso compreso all’interno di una tenzone, ossia di una “disputa” fra più poeti su un determinato argomento, e la canzone.