Università: la prof più severa d’Italia, 7 bocciati su 10
Di Chiara Casalin.Ecco chi è e dove insegna la professoressa con il record di bocciature
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BOCCIATURA ESAMI UNIVERSITARI – Praticamente in ogni corso di laurea esiste un docente che incute timore agli studenti universitari perché i suoi esami sono una vera e propria sfida, un’impresa che richiede molta preparazione, coraggio e una buona dose di sangue freddo per non farsi cogliere da attacchi di panico o svenimenti vari.
Si narra però che per superare l’esame di Chimica all’Università di Messina uno studente si sia presentato addirittura 43 volte, mentre molti studenti prima di superarlo ci avrebbero provato almeno una dozzina di volte.
Ma chi è il docente così severo?
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PROFESSORI SEVERI UNIVERSITA’ – A tenere il corso è la professoressa Sandra Lo Schiavo, 56 anni, che insegna Chimica generale e inorganica nel corso di Biologia Marina presso l’ateneo di Messina. Secondo gli studenti superare il suo esame è una vera e propria impresa, e anche all’ultimo appello sui 10 studenti che si sono presentati alla prova scritta, solo 3 sono riusciti ad accedere alla prova orale. 70% di bocciati al primo scoglio dell’esame quindi. Senz’altro una cifra molto alta, tanto che per sottolineare la difficoltà dei suoi esami uno studente avrebbe detto “La professoressa deve essere sponsorizzata dalla Red Bull, dare Chimica è diventato ormai uno sport estremo”.
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ESAMI UNIVERSITA’ – La professoressa Lo Schiavo, intervistata dal Corriere.
it, ha raccontato che le leggende narrate sui suoi esami sarebbero delle invenzioni, e che durante gli esami ci sarebbero anche uno o due colleghi accanto a lei per garantire la trasparenza della prova.
Di certo la docente pretende molto dai suoi studenti, e ne è consapevole, tanto che afferma “Preferisco essere odiata che mandare sul mercato del lavoro gente impreparata”.
Secondo la prof la sua non sarebbe cattiveria, ma il desiderio di fare uscire dall'università gente con una buona preparazione. Secondo la Lo Schiavo infatti, molti studenti, anche se brillanti, uscirebbero dalle superiori impreparati e senza saper studiare, ed è il compito dell'università dargli una preparazione adeguata.
Intanto, mentre ultimamente qualche studente ha mostrato apertamente il suo scontento per la severità della professoressa, molti colleghi dell’ateneo e di altre università d’Italia la appoggiano, inviandole lettere di supporto.