Omofobia: professoressa a lezione tratta l’omosessualità come una malattia

Professoressa omofoba fa disinformazione. In una classe dell’Istituto superiore Pininfarina è scattato il caso

Omofobia: professoressa a lezione tratta l’omosessualità come una malattia

OMOFOBIA A SCUOLA: PROFESSORESSA AFFERMA CHE DALL’OMOSESSUALITA’ SI PUO’ GUARIRE. Incredibile ma vero: stando a quanto riportato da Repubblica.it all’istituto superiore Pinifarina di Moncalieri una professoressa di religione avrebbe trascorso la sua ora a spiegare ai suoi alunni che "Dall'omosessualità si può guarire" in quanto si tratta di un “problema psicologico”. Un’affermazione che ha immediatamente fatto scattare l’allarme omofobia reso ancor più grave dal fatto che ad ascoltare questa teoria c’era un pubblico di sedicenni.

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PROF OMOFOBA SI' O NO? IL CASO. "Forse la prof non si rendeva conto che stava parlando con adolescenti che possono non accettarsi e sentire nelle sue parole un rifiuto in grado di spingerli a scelte estreme. Nessuno si è sentito insultato, ma ha fatto disinformazione e invitato a discriminare" hanno dichiarato i ragazzi. Diversa, invece, la posizione della professoressa che, interrogata dal preside Stefano Fava sull’accaduto ha detto di aver parlato con la classe delle varie teorie riguardanti l’omosessualità e di essersi dichiarata contraria all’adozione da parte di coppie dello stesso sesso ammettendo però che anche in queste vi possa essere "amore per i figli, soprattutto se si tratta di due donne con un forte istinto materno". Una versione molto diversa da quella raccontata dai suoi alunni secondo cui la docente avrebbe detto di rispettare i gay anche se “ovviamente non sono normali" e poi avrebbe proseguito con il racconto della storia di un medico che, diventato omosessuale dopo essere rimasto traumatizzato per aver visto da bambino il cadavere della propria madre, sarebbe guarito grazie alla psicoterapia arrivando addirittura a sposarsi e ad avere dei bambini.

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OMOFOBIA A SCUOLA: LE REAZIONI. Ovviamente però il caso non finisce qui: le verifiche da parte del dirigente dell’Istituto continuano e intanto non mancano le dichiarazioni in merito. "Non è la prima volta che nelle scuole della provincia si verificano episodi di questo tipo. – ha affermato Marco Giusta, presidente di Arcigay Torino - Siamo in costante contatto con il preside e se quanto raccontato sarà confermato speriamo che l'ufficio scolastico regionale prenda i provvedimenti necessari". Provvedimenti che sono stati richiesti anche dalla Rete degli studenti medi che ha chiesto all'istituzione scolastica, all'Ufficio scolastico del Piemonte e al Ministero dell'Istruzione di condannare il gesto e di formare i docenti su identità di genere, sesso biologico e identità sessuale. Infine l’associazione studentesca ha ribadito la propria posizione circa la necessità di abolire l’ora di religione cattolica in favore dell’introduzione di un’ora di storia delle religioni.

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