Proemio dell'Eneide, Libro 1: riassunto, analisi e parafrasi
Analisi e riassunto del proemio dell'Eneide, l'introduzione che Virgilio fa al poema. Spiegazione e parafrasi dei versi 1-11.
Indice
Cos'è il proemio dell'Eneide?
Come per l’Odissea, anche l’Eneide si apre con un proemio. Di cosa si tratta? Il proemio è un preambolo, una parte iniziale che introduce un poema.
Il proemio dell’Eneide è costituito da:
- L’introduzione in cui Virgilio racconta, in sintesi, il tema dell’opera
- l’invocazione alla Musa, cioè la richiesta del poeta alla Dea affinché gli dia la necessaria ispirazione.
Quest’ordine, ovvero prima il riassunto della vicenda e poi l’invocazione alla Musa, non è casuale: Virgilio volutamente mette in secondo piano l’ispirazione proveniente dalla divinità (la Musa, appunto) mentre privilegia e mette al centro dell’opera il “cantare” dell’autore.
Perché Virgilio fa questo? Perché vuole allontanarsi dalla tradizione omerica – come abbiamo detto nell’Odissea l’invocazione alla Musa è sempre all’inizio - per avvicinarsi alla poesia epica ellenistica.
Eneide: la struttura del Proemio
Il proemio dell’Eneide è costituito da due parti:
- La prima parte del proemio è un riassunto dell’intera storia: l’autore indica le varie avventure e i naufragi che caratterizzeranno il viaggio di Enea, profugo per volere del fato (destino), che ha molto sofferto in guerra a causa dell’ira di Giunone (sposa di Giove e dea della femminilità, protettrice di parti e nascite). Questa parte si conclude con la prefigurazione del destino non solo dell’eroe troiano, ma della gente che da lui discenderà, la gloriosa stirpe di Roma. Il poeta a questo punto enuncia subito la conclusione del racconto, non vuole creare una suspance narrativa sui personaggi perché il mito di Enea era già conosciuto ai lettori del tempo, già nominato in opere come le guerre puniche e gli annali. Quello che interessa Virgilio è raccontare l’eroe Enea, la sua sofferenza, il suo percorso caratterizzato da continue lotte, da conflitti personali, incertezze, sacrifici che porteranno l’eroe al raggiungimento del suo scopo: la fondazione di una città ed il proseguimento della stirpe troiana su una nuova Terra.
- Nella seconda parte del proemio si racconta dell’ira di Giunone che da sempre odia i Troiani. Il poeta si chiede come possano gli dei provare una ira così tremenda. Le ragioni della rabbia di Giunone sono tre:
- il troiano Paride aveva giudicato Venere (madre di Enea) più bella di lei.
- il troiano Ganimede era stato preferito a Ebe, sua figlia, come coppiere degli dei.
- Giunone era consapevole del destino di Enea e del fatto che avrebbe fondato Roma, città così potente che un giorno sarebbe riuscita a sconfiggere Cartagine, da lei tanto amata e protetta.
Differenze tra il Proemio dell'Eneide e il Proemio dell'Odissea
Rispetto ai proemi omerici, quello di Virgilio è più ricco e sfumato.
- Al centro dell’Iliade c’è l’ira di Achille
- Al centro dell’Odissea c’è Ulisse, eroe multiforme e versatile
- Virgilio canta due temi: le armi e l’uomo.
Come già accennato, la prima differenza con l’Odissea di Omero è che Virgilio non ricorre all’ispirazione della Musa per raccontare i fatti. Si limiterà a invocarla, a chiederle di raccontargli i fatti.
La domanda finale di Virgilio “Di tanta ira sono capaci gli dei?” ci fa capire che Virgilio ha molti dubbi sulla religione ed essendo un uomo colto, non è più interessato alle solite vicende degli dei fatte di tradimenti, rivendicazioni e vendette di basso livello. Virgilio infatti, nonostante sia pagano, sente l’influenza del cristianesimo che si sviluppa durante l’età augustea e nel corso della narrazione si troveranno molti riferimenti a questa influenza.
Possiamo parlare di “aemulatio”, un fenomeno di imitazione e nello stesso tempo di superamento del modello greco da parte dei Romani. Dimostrazione dell’aemulatio ci viene data dallo stesso personaggio Enea. Egli assomiglia molto agli eroi omerici, ad esempio in questi aspetti:
- Enea come Ulisse, dovrà affrontare un viaggio pieno di pericoli e avventure.
- Enea come Achille dovrà combattere valorosamente in guerra.
- Enea, a differenza di Ulisse, dovrà compiere un viaggio verso l’ignoto, e non un ritorno verso casa;
- Enea, a differenza di Achille, non dovrà combattere per la sua patria, ma per fondarne una nuova, per costruire una città per la sua gente.
Proemio dell'Eneide: parafrasi
Virgiio vuole raccontare le Guerre Puniche e le vicende di Enea che lasciò Troia in fiamme per raggiungere l'Italia, ma solo dopo molte avventure e sacrifici.
Narro delle imprese di guerra, del primo
troiano che arrivò in Italia sulle coste di
Lavinio per volontà del destino. Sballottato
per molto tempo sia per mate sia sulla
terraferma per voler degli dei; per colpa di
giunone soffrì tanto anche durante le
battaglie. Finché fondò una città che diede
casa ai Penati origini dei troiani e dei romani.
Dea narrami il perché di tante difficoltà: le
ragioni per cui Giunone obbligò un uomo
così noto per il proprio rispetto verso gli dei
a soffrire in tal modo e a sopportare così tanti
sforzi. Come fanno gli dei a provare tanto
odio nei confronti degli uomini?
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