Procrastinare: perché lo fai e come smettere

Cos'è e come riconoscere la procrastinazione. Quali sono le motivazioni alla base di questo atteggiamento e quali sono le possibili conseguenze

Procrastinare: perché lo fai e come smettere
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Introduzione

Procrastinare: perché lo fai e come smettere
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“Non rimandare a domani ciò che puoi fare oggi” predica un popolare detto, suggerendo quanto sia comune la tendenza alla procrastinazione. Quello che spesso si ignora però sono le motivazioni alla base di questo atteggiamento e le possibili conseguenze.

Procrastinazione: cos'è e come riconoscerla

Il termine procrastinazione indica un atteggiamento di rinvio ad un secondo momento di un compito o in generale di un qualcosa che deve essere fatto, ed è sicuramente una modalità che ognuno di noi ha fatto almeno una volta nella vita, in quanto trascende ogni cultura, età, genere e occupazione. Corrisponde essenzialmente all’intervallo di tempo che differenzia il momento in cui dovremmo fare qualcosa, o pensiamo di farlo, ed il momento in cui effettivamente lo facciamo. Più questo intervallo è ampio, e più sono i compiti rimandati, e maggiore sarà l’impatto stressante della procrastinazione. L’effetto stressogeno ed il rischio di eccedere tempistiche e scadenze sono infatti la motivazione principale per cui si ricerca un rimedio a questo atteggiamento.

Trattandosi però di una modalità spesso molto radicata, capita a volte di non rendersi neanche conto di star procrastinando. Il primo passo è quindi prendere consapevolezza delle caratteristiche cognitive e comportamentali di questo atteggiamento:

  • tendenza a trovare motivazioni e scuse per posticipare l’inizio di una attività, dando spesso la colpa a fattori esterni
  • presenza di credenze errate rispetto alla quantità di tempo reale a disposizione
  • tendenza a distrarsi e dare priorità ad attività secondarie quando ci si ripromette di dare inizio all’attività primaria
  • difficoltà nella pianificazione e tendenza a fare tutto all’ultimo minuto
  • tendenza a dare giustificazioni razionali alla procrastinazione, come la preferenza a lavorare sotto pressione, che in realtà rappresenta una forma di autoinganno

Perché procrastiniamo

Alla base della procrastinazione si può spesso ritrovare un meccanismo psicologico assai diffuso che consiste nella preferenza per le attività che comportano una gratificazione immediata. Infatti, procrastinare può dare un senso di piacere nell’immediato, dato dal non doversi impegnare in quella specifica attività, oppure dall’impegnarsi in altre attività più brevi e gratificanti. Ovviamente questo meccanismo può creare una sorta di illusione, non permettendo di visualizzare la futura gratificazione, talvolta anche maggiore, che
deriva dal portare a termine la suddetta attività.

Se questo meccanismo è tendenzialmente trasversale, non è l’unica motivazione che può condurre alla procrastinazione. Tra le cause principali possiamo trovare:

  • Perfezionismo: cercare costantemente il perfezionismo genera in automatico un blocco nel processo e quindi un ritardo nella sua messa in atto
  • Sovraccarico: spesso in periodi fortemente carichi a livello emotivo e/o cognitivo, possono rendere difficili la messa in atto di azioni anche semplici che vengono percepite come troppo faticose e rimandate, aumentando a loro volta il senso di sovraccarico
  • Difficoltà organizzative: le difficoltà di organizzazione e pianificazione, tipiche di soggetti ADHD e non solo, possono creare molti problemi nell’individuazione delle priorità e delle strategie adeguate per portare a termine un compito
  • Mancanza di motivazione: sebbene la motivazione non sia l’elemento principale nel raggiungimento degli obiettivi, è comunque essenziale per dare avvio al processo, e la sua mancanza può determinarne un rinvio
  • Obiettivo non chiaro: se non è chiaro il punto di arrivo, o perché sia necessario arrivarci, risulta di conseguenza difficile capire da dove partire e la spinta a farlo
  • Autosabotaggio: talvolta, il continuo rinvio di una attività ha alla base la paura del fallimento, oppure la paura rispetto a ciò che ne conseguirà, per cui la procrastinazione risulta come una zona di comfort che protegge dalla mancanza di sicurezza e/o fiducia in sé stessi

Come procrastinare meno

Sebbene la procrastinazione non rappresenti un problema per molte persone che la applicano poco frequentemente e con intervalli di tempo limitati, può invece rappresentare un problema importante per molti altri.

In situazioni estreme, quando la procrastinazione determina una forte sofferenza emotiva, risulta necessario indagarne motivazioni e dinamiche in un ambiente adeguato con figure professionali.

In generale, ciò che può risultare utile a molte persone nel diminuire la frequenza e i tempi della procrastinazione sono alcuni accorgimenti, validi soprattutto per le azioni che richiedono maggior impegno:

  • Consapevolezza delle motivazioni e cause alla base del comportamento
  • Porsi obiettivi validi e chiari
  • Lavorare sulla pianificazione e organizzazione creando anche alert e reminder appositi
  • Suddividere le azioni in task più semplici per aumentare il senso di gratificazione
  • Imparare a individuare le giuste priorità
  • Porsi tempi e scadenze realistici per diminuire la frustrazione
  • Crea un ambiente che ti aiuti a completare il compito e che non abbia particolari fonti di distrazione
  • Chiedere supporto ad una persona vicina, ad esempio per rendere conto di ciò che abbiamo portato a termine
  • Ricorda di gratificarti, anche attraverso piccoli gesti, ogni volta che completi una parte del lavoro

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