Privacy a scuola: il vademecum per la tutela della privacy tra i banchi

Cosa dice la legge sulla tutela della privacy nelle istituzioni scolastiche e cosa fare in caso di violazione: ecco il vademecum

Privacy a scuola: il vademecum per la tutela della privacy tra i banchi
istock

TUTELA DELLA PRIVACY A SCUOLA: IL REGOLAMENTO

Quello della tutela della privacy è, da decenni ormai, un argomento delicatissimo. Tanto più se riguarda ciò che accade tra i banchi di scuola: tra ragazzi adolescenti, poco informati sulla tematica, istituzioni scolastiche, aventi a che fare con una categoria estremamente delicata (i minorenni), e nuove tecnologie, dove lo scambio di dati sensibili è all’ordine del giorno, il rischio di cadere in errore è dietro l’angolo. Ecco perché il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso di pubblicare un vademecum di 39 pagine dal titolo “La scuola a prova di privacy”, un documento destinato a istituti scolastici, docenti e famiglie che aiuta a destreggiarsi nell’intricato mondo della tutela della privacy nella scuola 2.0.
Inviato in formato digitale a tutte le scuole pubbliche e private, il vademecum – che contiene il regolamento per la privacy a scuola – potrà essere richiesto in formato cartaceo al Garante o scaricato direttamente dal sito. Noi di Studenti.it abbiamo raccolto i punti più interessanti.

  1. Privacy tra i banchi di scuola: i temi in classe e i dati sensibili
  2. Tutela della privacy a scuola: voti ed esami
  3. Privacy a scuola: i dati sensibili per trovare lavoro
  4. Privacy a scuola: il fenomeno del cyberbullismo
  5. Regolamento della privacy: come utilizzare dispositivi elettronici a scuola
  6. Foto durante le recite e le gite scolastiche: violano la privacy?
  7. Privacy a scuola e videosorveglianza

1. PRIVACY TRA I BANCHI DI SCUOLA: I TEMI IN CLASSE E I DATI SENSIBILI

Nello svolgere i temi, gli studenti molto spesso si ritrovano ad inserire dati personali riguardanti il proprio mondo personale o familiare. Come tutelare in tal caso la privacy, soprattutto quando i temi vengono letti in classe? Starà alla sensibilità di ciascun insegnante riconoscere quando può essere importante leggere l’elaborato e quando invece, per tutela dei dati sensibili, è meglio evitare. Restano tuttavia validi gli obblighi di riservatezza già previsti per gli insegnanti riguardo al segreto d’ufficio e personale nonché, leggiamo sul vademecum, «quelli relativi alla conservazione dei dati personali eventualmente contenuti nei temi degli alunni».

La privacy a scuola
Fonte: istock

2. TUTELA DELLA PRIVACY A SCUOLA: VOTI ED ESAMI

Agli studenti più timidi bisogna dare una brutta notizia: gli esiti degli scrutini o degli esami di Stato, e quindi i voti, sono pubblici e perciò affiggerli a scuola non è una violazione della privacy. Lo è invece fornire, anche in maniera indiretta, delle informazioni personali circa lo stato di salute degli studenti (come ad esempio le prove differenziate sostenute dagli studenti DSA o portatori di handicap) o altri dati non pertinenti con il voto.

3. PRIVACY A SCUOLA: I DATI SENSIBILI PER TROVARE LAVORO

Per agevolare l’orientamento e l’inserimento professionale degli studenti, gli istituti possono comunicare gli esiti scolastici dei propri studenti e altre informazioni specifiche (escluse quelle che concernono dati sensibili e giudiziari). Questo, però, può accadere solo a due condizioni: la prima è che gli studenti facciano richiesta esplicita di questo servizio, la seconda è che vengano informati dalla scuola sui dati che verranno utilizzati; in caso contrario, si tratterà di violazione della privacy.


Discorso diverso per quanto riguarda il Curriculum dello studente, inserito nell’ultima riforma della scuola del 2015, sul quale il Garante per la protezione dei dati personali deve ancora esprimersi.

4. PRIVACY A SCUOLA: IL FENOMENO DEL CYBERBULLISMO

Sempre più di frequente le scuole, insieme al sempre più massiccio utilizzo delle ultime tecnologie e dei social network, offrono terreno fertile per cyberbullismo, sexting e altri spiacevoli fenomeni. Gli studenti che ne rimangono coinvolti da vittime arrivano a chiudersi in loro stessi, prendendo decisioni drastiche come quelle, nel migliore dei casi, di cambiare scuola.
Cosa c’entra tutto questo con la violazione della privacy? È di fondamentale importanza, nell’operato di docenti, genitori e compagni di classe, prestare attenzione ai comportamenti anomali sulle piattaforme tecnologiche e segnalarle repentinamente i problemi all’istituzione scolastica, al Garante della privacy e alle altre autorità competenti.

Privacy: i dispositivi elettronici a scuola
Fonte: istock

5. REGOLAMENTO DELLA PRIVACY: COME UTILIZZARE DISPOSITIVI ELETTRONICI A SCUOLA

Smartphone e tablet fanno ormai parte della quotidianità degli studenti: per questo motivo il loro utilizzo è generalmente consentito nelle scuole, a patto che si rispettino i diritti e le libertà fondamentali delle persone coinvolte. Questo significa che non si possono, ad esempio, fotografare studenti e professori contro la loro volontà e diffondere le immagini in rete (ma anche sui sistemi di messaggistica istantanea!) senza prima aver ottenuto il loro esplicito consenso. Tale pratica, se scoperta, rappresenta una violazione della privacy, punibile con sanzioni disciplinari e pecuniarie. Stesso discorso vale per le registrazioni delle lezioni, la cui pratica è lecita solo se destinata a scopi personali, come ad esempio motivi di studio individuale.
Ciascuna scuola può comunque decidere di istituire un proprio regolamento circa smartphone, tablet e apparecchi elettronici, arrivando ad inibirne l’utilizzo. In ogni caso, agli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) o affetti da altre patologie sarà garantito l’utilizzo di tutti gli strumenti compensativi previsti dai piani didattici, come ad esempio il registratore.

La privacy a scuola
Fonte: istock

6. FOTO DURANTE LE RECITE E LE GITE SCOLASTICHE: VIOLANO LA PRIVACY?

Fare delle foto e delle riprese durante le recite o le gite è una violazione della privacy a scuola? La risposta è no: i genitori possono continuare a immortalare i propri figli con il fine di conservare un tenero ricordo dei loro anni scolastici. Questa possibilità, però, riguarda solo l’utilizzo personale di tali immagini: nel caso di una loro eventuale pubblicazione su internet e sui social network, bisognerà richiedere un esplicito consenso da parte delle persone presenti nelle foto o nei video.

7. PRIVACY A SCUOLA E VIDEOSORVEGLIANZA

E per quanto riguarda i sistemi di videosorveglianza negli istituti scolastici? Come vengono visti nell’ottica della tutela della privacy a scuola? La faccenda è piuttosto delicata: gli apparecchi possono essere inseriti solo nel caso in cui la videosorveglianza sia indispensabile per tutelare l’edificio e i beni scolastici. Le telecamere potranno quindi puntare solo sulle aree potenzialmente soggette a furti e atti vandalici; quelle interne all’edificio, nello specifico, potranno essere attivate sono negli orari di chiusura della scuola, mentre quelle che puntano alle aree perimetrali dell’edificio possono essere attive 24 ore su 24.

In ogni caso, la presenza di telecamere deve essere segnalata da appositi cartelli.

Un consiglio in più