
Il principio di uguaglianza nella storia e nella Costituzione Italiana
Indice
1Il principio di uguaglianza nella storia

Le prime formulazioni del principio di uguaglianza risalgono già all’antica Grecia, ma sostanzialmente esso inizia ad affermarsi col costituzionalismo moderno.
Infatti, con il rifiuto della società distinta in ceti, si afferma il principio fondamentale che la nascita non possa essere una fonte di privilegi. Secondo il principio di uguaglianza:
- tutti i cittadini sono soggetti alla stessa legge;
- non sono ammissibili discriminazioni fondate sulle loro condizioni personali.
Tale principio però non si è affermato in modo pacifico nella storia perché esso si proclama facilmente solo rispetto a chi è ritenuto simile a noi e non viene applicato facilmente a chi è percepito come altro da noi.
La prima formulazione del principio d’uguaglianza è contenuta nella Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti del 1776 ed è ispirata all’illuminismo francese, ma la formulazione giuridica compiuta è della rivoluzione francese che abolisce i privilegi dell’ancien régime. All’inizio della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino del 1789 era riportato infatti: “gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti”.

L’Illuminismo, sviluppatosi in Europa nel XVIII secolo, sarà un periodo di grandi trasformazioni che saranno alla base della nascita della società moderna.
Proprio allora il cittadino inizierà a diventare consapevole dei propri diritti e doveri sociali e alcuni di questi diritti prima impensabili cominceranno ad affermarsi.
Le grandi rivoluzioni vissute da Inghilterra e Francia saranno fondamentali in questo senso e proprio in queste due nazioni si affermeranno i prodromi dei principi di uguaglianza.
2Il principio di uguaglianza nell’antica Grecia
Tale principio si afferma già nelle democrazie antiche. Ad Atene la democrazia nasce alla fine del VI secolo a.C. in seguito alle riforme del politico Clistene successivamente al rovesciamento della tirannide di Pisistrato.
Le istituzioni democratiche si basavano su due principi cardine:
- l’uguaglianza dei diritti e dei doveri di fronte alla legge (chiamata dai greci isonomia);
- libertà di parola (chiamata dai greci isegoria).
Potevano partecipare all’assemblea generale (ecclesia) tutti coloro che godevano della cittadinanza e cioè i figli maschi di padri ateniesi e dal 451 a.C. anche di madre ateniese che avessero compiuto 18 anni e avessero prestato almeno due anni di servizio nell’esercito.
Erano esclusi dai diritti di cittadinanza:
Altri organismi nei quali si esercitava la democrazia erano:
- l’eliea (il tribunale popolare);
- bulè (il consiglio dei 500 che formulava le proposte di legge).
La frequenza alle riunioni pubbliche era in realtà piuttosto limitata in quanto queste ultime duravano tutta la giornata e per molti cittadini era impossibile parteciparvi, soprattutto per i contadini impegnati nella cura dei campi. A questo si tentò di rimediare con l’introduzione di un’indennità pecuniaria che risarcisse la giornata di lavoro persa.
3Il principio di uguaglianza nell’Italia contemporanea
I primi dodici articoli della nostra Costituzione definiscono i principi fondamentali: i valori ai quali si devono uniformare le leggi della Repubblica.
Essa rappresenta la fonte del diritto più alta e, quindi, importante, non possono violarla neanche i regolamenti e le direttive dell’UE. Al pari di essa, ci sono solo le leggi costituzionali e i trattati istitutivi dell’UE.
I principi fondamentali non possono essere oggetto di modifica né di revisione costituzionale e tra questi c’è anche il principio di uguaglianza.

In particolare l’articolo 2 riconosce che i diritti precedono la costituzione stessa che li riconosce e garantisce in quanto esistenti.
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
L’articolo 3 al primo comma stabilisce il principio di uguaglianza formale e afferma che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali.
Al secondo comma si stabilisce invece il principio di uguaglianza sostanziale: è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
I due principi trovano reciproca completezza nella regola: la legge deve trattare in modo uguale situazioni uguali e in modo diverso situazioni diverse.
4Il principio di uguaglianza nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea
La Carta europea dei diritti fondamentali contiene gli ideali su cui si fonda l'Unione Europea: i valori universali di dignità umana, libertà, uguaglianza e solidarietà, che hanno creato una zona di libertà, sicurezza e giustizia per i cittadini basata sulla democrazia e sullo stato di diritto.
In essa il principio di eguaglianza è affermato dal titolo III che racchiude gli articoli dal 20-26:
- Art. 20 Uguaglianza formale o giuridica;
- Art 21 Non discriminazione;
- Art. 22 Rispetto per le diversità;
- Art. 23 Parità di genere;
- Art. 24 Diritti del minore;
- Art. 25 Diritti degli anziani;
- Art. 26 Inserimento dei disabili.
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