I principi della pedagogia luterana e gesuita: caratteristiche e protagonisti

La pedagogia luterana e gesuita durante la riforma protestante e cattolica: principi educativi, protagonisti e il modello pedagogico gesuita
I principi della pedagogia luterana e gesuita: caratteristiche e protagonisti
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1La riforma protestante e Martin Lutero

Lutero affigge le 95 tesi
Lutero affigge le 95 tesi — Fonte: getty-images

La riforma protestante indica un vasto movimento di cambiamento che, nato in seno alla cristianità occidentale, toccò vari aspetti della vita politica, sociale, culturale europea. L’iniziatore di questo rinnovamento è Martin Lutero, un monaco della Sassonia.  

Scandalizzato dalla corruzione, dal malcostume della Chiesa cattolica e in particolare dalla pratica di vendita delle indulgenze, diffusasi soprattutto durante il pontificato di Leone X, Lutero affisse, nel 1517, sulla porta della chiesa del castello di Wittenberg, in Sassonia, un documento contenente 95 tesi. Egli intendeva condannare la condotta del papa e della chiesa ed esplicitare i suoi principi sulla definizione di peccato e di grazia.  

Fu l’inizio di una spaccatura all’interno della Chiesa e di una serie di rivolte e di guerre religiose che ebbero termine con la pace di Augusta del 1555. Con questa pace si impose il principio “cuius regio, eius religio” (di chi è la regione, di lui si segua la religione), secondo il quale i sudditi erano obbligati a seguire la religione del proprio principe, luterano o cattolico che fosse.

La religione protestante si diffuse sia tra le masse, sia tra i principi tedeschi. Tra gli aspetti che maggiormente influirono sulla pedagogia e il modo di intendere l’educazione, si possono annoverare:

  • Il libero esame: ogni fedele deve poter leggere e interpretare le Sacre scritture; non è necessaria la mediazione della Chiesa.
  • Ogni fedele ha un rapporto diretto con Dio; la confessione non è dunque un sacramento ritenuto valido.
  • È la fede a salvare l’uomo, non la sua opera.
  • La chiesa perde il ruolo di mediatore tra uomo e dio.

2I principi della pedagogia luterana: Martin Lutero e il suo progetto educativo

Il teologo e riformatore tedesco si dedicò alla stesura di alcuni testi per indirizzare e riorganizzare l’educazione dei giovani. Tra questi: 

  • Lettera ai consiglieri comunali di tutte le città della Germania, 1524;
  • Grande e piccolo catechismo, 1529;
  • Sermone sulla necessità di mandare i figli a scuola, 1530.

Tra i principi ideologici pedagogici connessi alla sua impostazione religiosa, Lutero considerava l’istruzione come un diritto/dovere universale

  • La scuola è considerata un obbligo, sia per gli uomini e per le donne; deve essere gratuita e aperta a tutti.
  • Al maestro è riconosciuta una funzione fondamentale.
  • I singoli municipi devono fondare le istituzioni scolastiche: la presenza di cittadini colti, formati ed educati è un vantaggio per tutte le comunità che devono dunque impegnarsi anche economicamente per provvedere alla creazione di scuole pubbliche e gratuite.
  • L’obbligo di frequenza scolastica è fissato a due ore al giorno.
  • Prioritaria è l’alfabetizzazione degli allievi. Tutti devono poter leggere la Bibbia, per far questo è naturalmente necessario saper leggere. Particolare importanza ha lo studio delle lingue antiche e di quella nazionale.
  • Nelle scuole il percorso formativo era indirizzato non solo verso lo studio delle lingue – latino, greco, ebraico, tedesco – ma allo studio della letteratura, della scienza e delle arti, della giurisprudenza e della medicina.

3Filippo Melantone (1497-1560)

Martin Lutero e Filippo Melantone. Traduzione della Bibbia in tedesco
Martin Lutero e Filippo Melantone. Traduzione della Bibbia in tedesco — Fonte: getty-images

Filippo Melantone, amico e collaboratore di Lutero, è un nome fondamentale per ciò che concerne la riorganizzazione della scuola e dell’università in Germania. Egli, negli anni Venti del ‘500, si distinse proprio per il ripensamento dei programmi scolastici e infatti fu ricordato come il praeceptor Germaniae.  

Tra i punti salienti del suo ideale pedagogico:

  • considerò momento essenziale dell’apprendimento il tempo dedicato alla lettura e alla conversazione;
  • suddivise la scuola in tre cicli: nel primo, si dovevano affrontare i rudimenti del latino; nel secondo lo studio della grammatica; nel terzo, infine, attraverso lo studio dei grandi autori classici latini, si approfondivano lo studio della dialettica e della retorica. I migliori tra gli studenti potevano poi dedicarsi allo studio di altre discipline (tra le quali, la matematica, l’arte, il greco);
  • gli insegnanti devono essere adeguatamente colti e preparati.  
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4La Controriforma cattolica

Il mondo cattolico fu profondamento scosso dalla riforma protestante e, in risposta al dilagare della nuova dottrina, la chiesa tentò un radicale rinnovamento delle sue istituzioni. Questa reazione prese il nome di Controriforma.   

Tra gli eventi che più di altri dimostrarono l’impegno del mondo cattolico nel fronteggiare il diffondersi del protestantesimo e, parallelamente, il tentativo di operare un’azione di rinnovamento e di fortissimo controllo sulle vite individuali e sul rispetto dei principi della dottrina cattolica si possono ricordare:   

  • la creazione dell’Inquisizione romana nel 1542;
  • la pubblicazione dell’Indice dei libri proibiti;
  • la convocazione del Concilio di Trento (1545-1563).

Da un punto di vista pedagogico, l’irrigidirsi delle posizioni della Chiesa cattolica ebbe forti ricadute. Durante il Concilio, la Chiesa aveva ribadito il proprio ruolo esclusivo di interprete delle Sacre scritture che, a differenza di ciò che sosteneva Lutero, non potevano essere liberamente interpretate ed esaminate dal singolo fedele.

Sulla scorta del rinnovamento introdotto dalle misure conciliari vennero fondati seminari finalizzati alla preparazione del clero e si estese un controllo capillare sulla cultura in modo da contrastare le eresie e le dottrine che si discostavano dai precetti cattolici e incentivare una moralizzazione dei costumi del clero.

Al contempo, la chiesa si impegnò per sostenere la fondazione di nuovi ordini religiosi che si contraddistinsero non solo per l’attività missionaria, ma, soprattutto nel caso dei gesuiti, per l’impegno educativo e per la riorganizzazione dell’istruzione dei giovani.

A differenza della riforma protestante, tuttavia, i nuovi istituti scolastici erano indirizzati prevalentemente ai figli della classe dirigente e non, come accadeva tra i protestanti, a tutta la popolazione.

5I principi della pedagogia gesuita

Ignacio de Loyola
Ignacio de Loyola — Fonte: istock

La compagnia di Gesù fu fondata da Ignazio di Loyola nel 1534 e fu riconosciuta dal papa nel 1540. I gesuiti furono un ordine particolarmente potente, strutturato in maniera gerarchica e incentrato sul principio del rispetto dei valori dell’obbedienza e della disciplina. In campo educativo, essi divennero figure di riferimento per tutto il mondo cattolico a livello internazionale. 

Il loro ideale educativo si concretizzava nella fondazione dei collegi, i luoghi preposti all’educazione dei giovani, nella maggior parte dei casi provenienti dalle élites, e nella strutturazione di un rigido modello educativo

Per organizzare gli studi, i gesuiti redassero nel 1599 la Ratio studiorum, un documento che conteneva la sintesi dei principi educativi, il metodo da perseguire, i contenuti attorno ai quali strutturare l’educazione

Georgetown University: il più antico e il più grande college gesuita d'America, Washington
Georgetown University: il più antico e il più grande college gesuita d'America, Washington — Fonte: getty-images

Il modello educativo prevedeva 8 anni di frequenza scolastica, suddivisi in:
• 3 anni di studio della grammatica;
• 2 anni di studio di retorica e umanità;
• 3 anni di studio della filosofia;
A questi potevano fare seguito 4 anni di studio della teologia.

In generale, nei collegi gesuiti fondamentali erano la conoscenza del latino, del greco, della letteratura degli autori classici latini e greci e del pensiero di San Tommaso. Per ciò che concerne il metodo esso prevedeva la lettura e il commento dei passi degli autori (la praelectio) e la concertatio, un momento di discussione aperta. La Ratio studiorum esercitò una influenza fondamentale sull’organizzazione degli studi anche nei secoli successivi.

6La pedagogia cattolica e le congregazioni religiose

Angela Merici (1474-1540). Fondò a Brescia la Compagnia delle dimesse di sant'Orsola nel 1535. Proclamata santa da Papa Pio VII nel 1807
Angela Merici (1474-1540). Fondò a Brescia la Compagnia delle dimesse di sant'Orsola nel 1535. Proclamata santa da Papa Pio VII nel 1807 — Fonte: getty-images

Nel contesto della controriforma: 

1. sono da segnalarsi il trattato in tre volumi di Silvio Antoniano, De l’educazione politica e cristiana dei figliuoli, apparso nel 1584. Nell’opera, tra le più importanti per ciò che concerne la pedagogica cattolica post-tridentina, è considerato prioritario:
- formare anche le giovani donne;
- iniziare il percorso educativo precocemente, sin da quando il bambino ha tre anni;
- istruire sui precetti della religione cattolica e inculcare il timore di Dio nei giovani;
- riconoscere al padre e alla famiglia un ruolo fondamentale nella formazione e nell’educazione dei bambini dei giovani. 

2. vengono fondati nuovi collegi e scuole da parte di ordini religiosi e congregazioni religiose, tra i quali gli istituti:
- delle Orsoline, dedite all’istruzione delle giovani;
- dei Barnabiti, fautori di una educazione molto rigida e incentrata sullo studio della religione cattolica, del latino, del greco, della matematica, della storia. Musica, danza e scherma facevano altresì parte del curriculo;
- dei Padri Somaschi, dediti all’educazione dei bambini orfani;
- delle Scuole Pie, gratuite e aperte alle classi popolari, create per iniziativa di San Giuseppe Calasanzio che fu superiore generale dell’ordine degli Scolopi