Primo incontro dallo psicologo: cosa si fa e cosa aspettarsi
Cosa succede al primo incontro con lo psicologo? Cosa è giusto aspettarsi, quali sono le aspettative? Ecco le informazioni che cerchi sulla prima visita.
Indice
Cosa succede nel primo colloquio con lo psicologo?

Negli ultimi anni lo stigma rispetto alla terapia psicologica sta pian piano sparendo; spesso però, ciò che spaventa o crea ansia rispetto all’inizio di un percorso, è non sapere come funziona e a cosa si sta andando in contro.
Ecco perché è giusto avere le giuste informazioni
Se parliamo di visite mediche specialistiche, siamo tutti abbastanza consapevoli di cosa succederà e di quali informazioni abbiamo bisogno. Rispetto alla terapia psicologica invece non è così scontato; questa mancanza di conoscenze è dovuta da due fattori:
- mentre nelle altre specializzazioni sanitarie i protocolli sono molto simili, le terapie e gli approcci psicologici non sono tutti uguali, quindi è spesso difficile sapere come si muoverà un professionista specifico;
- a causa dello stigma che si porta dietro la psicoterapia è meno comune scambiarsi informazioni in merito come succede quando si affrontano percorsi sanitari di altro tipo.
La mancata conoscenza di queste informazioni spesso genera ansia o addirittura blocca le persone dal richiedere un supporto proprio perché non si sa cosa aspettarsi una volta varcata quella porta.
Cosa si fa nel primo colloquio terapeutico
Premesso che ogni terapeuta può variare la modalità con cui affronta il primo colloquio in base al proprio approccio teorico, alle preferenze soggettive e anche rispetto a chi si trova davanti, esistono dei punti che è buona prassi seguire per ciascun terapeuta:
- analisi della domanda: si valuta perché la persona richiede il supporto, cosa la porta ad essere lì e quali motivazioni la spingono;
- anamnesi psicofisica: vengono raccolti dati anagrafici e demografici, come età, studi e lavoro, informazioni sul contesto abitativo e dati medici come la presenza di patologie fisiche e mentali, presenza di parenti con disturbi psicologici, assunzione di farmaci e così via;
- obiettivo terapeutico: si cerca insieme al paziente di stabilire insieme la direzione in cui ci si intende muovere e il percorso da fare.
Questo succede tendenzialmente nel primo colloquio o al massimo in 2-3 colloqui se i dati sono numerosi. Ovviamente non è necessario essere muniti di cartelle cliniche né altro (mal che vada sarannorichieste successivamente); ciò che conta è iniziare a conoscersi e ad ambientarsi in quello spazio. Sarà il terapeuta a guidare questa fase e a chiedere quanto necessario.
L'importanza del primo colloquio
Nonostante la parte “pratica” del primo colloquio possa sembrare poco interessante, si tratta in realtà di un momento importantissimo.
Questa infatti è la fase in cui si entra in relazione, in cui ci si conosce e si inizia a percepire se ci si senta a proprio agio.
La creazione della relazione terapeutica ha inizio fin dal primo contatto, e rappresenta l’elemento principale della terapia: gli studi infatti dimostrano che la bontà della relazione terapeutica predice gli esiti positivi della terapia più delle teorie e delle strategie utilizzate.
Si tratta quindi dello strumento più importante che terapeuta e paziente hanno a disposizione.
Per questo motivo alla domanda “Ma cosa devo fare/devo portare al primo colloquio?” la risposta migliore è “Devi portare te stessə, la tua storia e stare nel momento”.
Un aiuto per il tuo corpo e la tua mente
In alcune fasi della vita gli integratori possono svolgere un ruolo di supporto contro l'ansia, per favorire la concentrazione, il relax o per aiutare l'organismo nei cambi di stagione. Ecco qualche consiglio:
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