Primo dopoguerra in Germania: riparazioni, crisi economica e le premesse alla nascita del Nazismo

Dopo la Grande Guerra l'Europa attraversò un periodo di profonda instabilità politica, economica e sociale a seguito dei giganteschi cambiamenti messi in moto dal conflitto. Ecco la situazione del primo dopoguerra in Germania.
Primo dopoguerra in Germania: riparazioni, crisi economica e le premesse alla nascita del Nazismo
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1Il primo dopoguerra: la situazione in Europa

Giugno 1919, una scena di strada a Berlino nell'immediato dopoguerra
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Al termine della Prima guerra mondiale l’intera Europa attraversò un periodo di profonda instabilità politica, economica e sociale, motivato dai giganteschi cambiamenti messi in moto dal conflitto: in quasi tutti i principali paesi coinvolti dalla guerra, compresi quelli vincitori, erano avvenute profonde trasformazioni, e in ogni settore l’aspetto del vecchio continente risultava stravolto dall’impatto delle dinamiche del conflitto.

Sul piano economico i sistemi produttivi erano stati totalmente indirizzati a sostenere lo sforzo bellico, e rimaneva una grande incertezza su come questi si sarebbero adattati nuovamente in tempo di pace creando lavoro e prosperità. Dal punto di vista politico e sociale, oltre alla tensione internazionale, erano invece molte le incognite sul reinserimento dei reduci nella vita civile, senza contare il forte malcontento contro la guerra che sarebbe potuto sfociare in una rivoluzione simile a quella avvenuta nel 1917 in Russia.

Tra le nazioni coinvolte nel conflitto quella che accusò maggiormente l’instabilità post-bellica fu la Germania: il paese che fino a quel momento era stato al centro dell’economia e della politica continentale si trovò ad essere un paese militarmente sconfitto e costretto a ripagare gli ingenti costi delle riparazioni di guerra stabilite dai trattati di pace del 1919, che furono una tra le principali cause di una disastrosa crisi economica e di forti tensioni politiche e sociali.

2La fine della Grande Guerra e il trattato di Versailles

Il cancelliere tedesco Friedrich Ebert, 1918
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Nell’ottobre del 1918 era ancora in corso la Prima guerra mondiale: dopo quattro anni di conflitto la Germania, anche se non ancora vinta sul piano militare, era allo stremo delle forze e sul punto di una rivoluzione per il malcontento causato dalla guerra. Nello stesso mese di ottobre numerosi reparti dell’esercito e della marina, stanchi di combattere, si ammutinarono chiedendo la fine delle ostilità e l’abdicazione dell’imperatore Guglielmo II.

Nelle settimane successive l’ondata di proteste investì tutte le maggiori città tedesche, unendo militari e lavoratori in una serie di imponenti scioperi: di fronte ad una guerra ormai persa e ad una nazione in rivolta, Guglielmo II decise di fuggire in Olanda ponendo fine alla monarchia. A prendere le redini del governo in un momento così complicato fu il socialista Friedrich Ebert, con il compito di terminare il conflitto e evitare una rivoluzione sociale simile a quella russa.

L’11 novembre 1918 entrò ufficialmente in vigore l’armistizio richiesto dal nuovo governo tedesco: di fronte alla situazione disastrosa ai delegati tedeschi non rimase altro che accettare le condizioni di resa imposte dagli alleati. Poche settimane dopo, nel gennaio 1919, inizierà la Conferenza di Parigi, il consesso internazionale chiamato a stilare i trattati di pace: in questa occasione la Germania non verrà solo trattata da paese sconfitto ma i vincitori - Francia e Inghilterra in testa - decideranno in modo inflessibile di attribuirle interamente le responsabilità della guerra appena conclusa.

Trattato di Versailles - occupazione della Renania, 1918
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Il 28 giugno 1919 la Conferenza di Parigi terminerà con la firma del Trattato di Versailles; il duro trattamento riservato alla Germania si concretizzò in delle condizioni estremamente punitive: in particolare, oltre alle mutilazioni territoriali e alla fine dell’impero coloniale, alla Germania fu imposto il pagamento di una gigantesca somma come riparazione di guerra, pari a 132 miliardi di marchi. Una cifra incredibilmente alta e insostenibile per qualunque nazione dell’epoca, che diverrà un pesante fardello per il nuovo stato tedesco.

3L’impatto della riparazioni e la crisi economica tedesca

Nel frattempo, dopo l’abdicazione di Guglielmo II, la Germania aveva cambiato sistema politico, diventando una democrazia rappresentativa, nota con il nome non ufficiale di Repubblica di Weimar. Tuttavia il clima politico e sociale tedesco continuava ed essere estremamente turbolento visto la problematica eredità della guerra e la disastrosa situazione economica e sociale del paese, dovuta soprattutto al grande peso delle riparazioni di guerra. 

Il marco tedesco
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In effetti per la neonata repubblica il peso delle riparazioni belliche si rivelò ben presto insostenibile: per adempiere al pagamento delle spese di guerra lo stato tedesco iniziò a stampare enormi quantità di valuta, con il risultato che nel giro di poco tempo il marco finì per svalutarsi in maniera drammatica e inarrestabile. Per capire gli effetti della svalutazione basta pensare che nel 1921 un dollaro americano veniva scambiato per 65 marchi, mentre appena 2 anni dopo, nel novembre del 1923, arrivò a valere l’incredibile cifra di 4 bilioni di marchi.

Divenuta in poco tempo una valuta senza alcun valore il marco venne ribattezzato sarcasticamentePapiermark”, traducibile letteralmente con “moneta di carta”. Ma la caduta del valore non si fermò solo al suo valore nominale, ma investì in maniera drammatica l’economia reale tedesca, generando soprattutto una gigantesca inflazione: i prezzi dei beni e servizi venduti in Germania iniziarono una costante ascesa, rendendo sempre più difficile la vita quotidiana della popolazione, soprattutto per quanti appartenenti alle classi meno agiate.

I membri della Lega di Spartaco manifestano contro la tragica collisione nella Chausseestrasse
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Con un disastro economico di simili proporzioni la situazione sociale tedesca non poteva che peggiorare di giorno in giorno, alimentando lo scontro tra opposte fazioni politiche: mentre a sinistra la “Lega di Spartaco”, guidata da militanti comunisti come Rosa Luxemburg, auspicava per uscire dalla crisi una rivoluzione sociale sul modello russo, a destra si venivano formando numerosi gruppi di opposizione alla democrazia, considerata dai militanti rea di aver accettato la resa in guerra e l’umiliante trattato di Versailles.

Nei primi anni della Repubblica di Weimar i tentativi di sovvertire la democrazia furono numerosi: già nel gennaio del 1919 la Lega di Spartaco di Rosa Luxemburg tentò un’insurrezione per abbattere il governo socialdemocratico - rivolta sanguinosamente repressa dai Freikorps - mentre nel novembre 1923 un piccolo partito di destra, il NSDAP, con alla guida un giovane Adolf Hitler, tentò un colpo di stato, poi fallito, a partire dalla città di Monaco, divenuto noto con il nome di “Putsch della birreria”.

4L’apice della crisi e la stabilizzazione

I giovani rifugiati tedeschi lasciano la regione della Ruhr, marzo 1923, mentre le truppe francesi e belghe occupano l'area per garantire i pagamenti di riparazione agli alleati della prima guerra mondiale
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Tra la fine del 1922 e l’inizio del 1923 la crisi economica tedesca raggiunse il suo apice: il marco era ormai divenuto una moneta senza alcun valore, e la crisi giunse al punto che gli stipendi venivano pagati e spesi giornalmente dai lavoratori per evitare che il giorno seguente la moneta valesse ancora meno. In questa situazione disastrosa, il governo tedesco dichiarò l’impossibilità di corrispondere le ulteriori rate delle riparazioni di guerra.

Come risposta al mancato pagamento nel gennaio 1923 Francia e Belgio decisero di occupare militarmente la regione della Ruhr, la zona più ricca e industrializzata dell’intera Germania: oltre ad un duro colpo morale e simbolico l’occupazione fu un ulteriore problema per l’economia tedesca. In tutta risposta il governo tedesco, impossibilitato a rispondere con la forza, incoraggiò atti di sabotaggio e resistenza passiva da parte della popolazione.

Gustav Stresemann
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Nel momento più difficile per la nazione tedesca si formò un nuovo governo di unità nazionale, composto prevalentemente da cattolici e socialisti, con alla guida Gustav Stresemann: nelle idee del leader cattolico occorreva un deciso cambio di politica interna ed estera, cercando una nuova mediazione con le potenze straniere sulla questione delle riparazioni e una diversa politica economica in grado di fermare l’inflazione e la continua svalutazione della moneta.

Tra le prime mosse di Stresemann ci fu il varo di una nuova moneta, il Rentenmark, che nel novembre del 1923 iniziò a circolare in Germania sostituendo gradualmente il “Papiermark”, e con il tempo raggiunse l’obiettivo di fermare l’inflazione. Insieme a queste misure il governo evitò di stampare ulteriore moneta e ridusse le spese per l’amministrazione, mentre si mostrò molto più deciso nel contrastare le spinte eversive, tanto da destra che da sinistra, contro la democrazia e la repubblica.

Sulla questione delle riparazioni il nuovo governo tedesco si impegnò per raggiungere un nuovo accordo con le potenze straniere. Le trattative si concretizzeranno nel 1924 con l’approvazione del piano Dawes: per risolvere la crisi decisivo fu l’intervento degli Stati Uniti, che si impegnarono a sostenere l’economia tedesca con un vasto sistema di prestiti; oltre a questo, alla Germania fu concessa una nuova rateizzazione del debito di guerra, due misure che riuscirono a risolvere, almeno per un periodo, la questione delle riparazioni.

Con la graduale ripresa economica, dopo il 1924, la Repubblica di Weimar riuscì a stabilizzarsi economicamente e politicamente: i nuovi accordi internazionali garantirono un periodo di benessere politico e sociale. Tuttavia questo contesto cambiò bruscamente a seguito dello scoppio della Grande Depressione nel 1929: il crollo dell’economia mondiale interruppe gli aiuti economici statunitensi e l’economia tedesca entrò nuovamente in crisi anche per il peso delle riparazioni di guerra; una nuova crisi che nel 1933 favorirà l’ascesa al potere di Adolf Hitler e del nazismo.

5Ascolta il podcast sull'ascesa del Nazismo

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