Predicato verbale e nominale: differenze ed esempi

Esempi per capire bene la differenza fra predicato verbale e predicato nominale. Ecco come fare a non confondersi tra i due tipi di predicato

Predicato verbale e nominale: differenze ed esempi
istock

Predicato verbale e predicato nominale

Conosci le differenze tra predicato verbale e nominale? Ecco le cose che devi tenere a mente
Fonte: istock

Studiando l'analisi logica ti sarà capitato di avere a che fare con diversi tipi di predicato: predicato verbale e predicato nominale. Come fare quindi a capire se quello che hai davanti è un predicato verbale o un predicato nominale?

Non sempre gli studenti riescono a fare chiarezza al primo colpo, anche se con un po' di attenzione e attraverso gli esempi si può arrivare facilmente a distinguere tra predicato nominale e predicato verbale.

Iniziamo da un assunto: il predicato, quale che sia, è praticamente il centro semantico della frase, ciò che regge la struttura vera e propria del periodo che stiamo prendendo in considerazione, e determina i ruoli degli altri elementi al suo interno.

Il verbo racconta un'azione e stabilisce sia chi la compie sia chi la subisce: ecco perché, nell'analisi logica, il consiglio è quello di partire sempre dal verbo per capire come sia strutturata la frase.

Le differenze tra il predicato verbale e quello nominale

La differenza sostanziale fra predicato verbale e predicato nominale consiste nel fatto che mentre nel primo caso il verbo "regge" da solo l'azione, senza ausilio di nomi o aggettivi che ne spieghino il senso, nel secondo caso il verbo non può esistere senza un altro elemento che lo dettagli maggiormente. Sei ancora più confuso? Ecco qualche esempio per chiarire le idee.

Predicato verbale: cos'è ed esempi

Il predicato verbale è costituito da un verbo predicativo che regola i ruoli del soggetto e dell'oggetto all'interno della frase:

  • Mario va a casa --> verbo andare
  • Mario se ne è andato --> Verbo andarsene

Sono considerati predicati verbali (unici e completi) anche le forme verbali costituite con verbi servili o fraseologici (cominciare, stare, sapere)

  • Mario ha dovuto parlare di fronte a tutti
  • Mario ha iniziato a raccontare delle sue vacanze a cena

Se il verbo essere ha valore di stare, esistere, trovarsi, rimanere, appartenere o è seguito da preposizioni semplici o articolate, è predicato verbale e non nominale:

  • Mario era sull'aereo --> Si trovava sull'aereo
  • La penna è di Mario --> Appartiene a Mario

Predicato nominale: cos'è ed esempi

Il predicato nominale, come dice la parola stessa, è formato da un verbo (detto copula) e da una parte nominale. A cosa serve quest'ultima? A chiarire meglio il significato della copula, che da sola non potrebbe reggere la frase:

  • Mario è simpatico --> Non potresti dire: Mario è
  • Mario è un idraulico --> Vale lo stesso

Ma il verbo essere non è l'unico verbo che può trovarsi in questa condizione. Esistono verbi copulativi (sembrare, restare, diventare...) che hanno lo stesso valore del verbo essere:

  • Mario diventerà un grande leader --> Sarà
  • Mario sembra arrabbiato --> Non potresti dire Mario sembra

Le nostre guide sulla grammatica italiana

Hai altri dubbi di grammatica? Cerca nelle nostre guide:

Un consiglio in più