Il poema cavalleresco: Pulci e Boiardo a confronto
Cos'è il poema cavalleresco, come e quando nasce? Quali sono le sue caratteristiche? Storia ed evoluzione dei "cantari" e le opere di Pulci e Boiardo.
Come e quando nasce il poema cavalleresco?
Il poema cavalleresco nasce nella seconda metà del ‘400 quando i cantastorie, ovvero i poeti di strada che si guadagnano da vivere raccontando le gesta, scrivono i cantari che vengono interpretati nelle piazze.
I cantari dunque nascono nel Medioevo dalla fusione tra l’epica di Carlo Magno e l’epica bretone. Il tema centrale è sempre quello amoroso e sentimentale.
Il cantare è corto e narra un episodio della storia. Con il tempo si affermerà l’usanza di esporre - nei giorni successivi e sempre nella piazza dello stesso paese - nuovi episodi della stessa storia.
Nel 1450 circa, grazie a Boiardo e Pulci, i cantari vengono messi per iscritto e di conseguenza cambia il pubblico che, da popolare, passa ad essere un pubblico più colto ed elevato perché le rappresentazioni avvengono nei palazzi dei nobili. Anche lo scopo cambia: se nel Medioevo il cantare viene utilizzato per diffondere dei valori, ora vuole essere solo fonte di diletto.
Il Morgante di Pulci
Il primo poema cavalleresco è il “Morgante” di Pulci pubblicato nel 1487. La prima edizione includeva 23 cantari, mentre nella seconda ne sono stati aggiunti 5, quelli che vanno dal XXIV al XXVIII. Ogni cantare è un episodio con un inizio, uno sviluppo e una fine. Caratteristiche dei cantari:
- Ciò che dà il via a tutti gli episodi è il tradimento di Gano;
- Sullo sfondo troviamo la guerra tra Carlo Magno e gli infedeli;
- Dopo il X cantare a predominare è il tema dell’amore (i paladini lasciano la guerra per seguire le loro innamorate);
- Troviamo il tema della magia, argomento tipicamente medievale;
- Con i personaggi di Morgante e Margutte assistiamo al ribaltamento del galateo cortese e delle virtù cavalleresche;
L'Orlando innamorato di Boiardo
Qualche anno dopo il “Morgante” arriva l’”Orlando Innamorato” di Boiardo e la scena si sposta a Ferrara. L’Orlando innamorato viene composto in due momenti perché la seconda parte, scritta tra il 1484 e il 1494, si interrompe proprio nel 1494 quando l’Italia è in crisi dopo la discesa di Carlo VIII e anche la corte di Ferrara vivrà un momento di crisi.
In quest’opera confluiscono sia il ciclo bretone che quello carolingio ma, a differenza del poema di Pulci, a dominare qui è il tema amoroso; la guerra la troviamo sullo sfondo come cornice alle vicende narrate. È l’amore a muovere tutto, anche i duelli.
Ci imbattiamo anche nel tema della sorte, un tema tipico del periodo umanistico-rinascimentale. C'è anche un richiamo all’epica classica, in particolare a Virgilio: l’opera è dedicata a Ercole d'Este e questa, come per l’Eneide, ha lo scopo di esaltare la casata d'Este attraverso il personaggio di Ruggero, tenuto nascosto dal mago, che conosce il futuro, che lascerà Atlantide e sposerà Bradamante con cui darà origine alla dinastia d'Este.
Scopo di questo poema è dilettare il pubblico cortigiano e far rivivere i valori cortesi del Medioevo.
L’esordio rende espliciti i suoi intenti.
La metrica
Il metro utilizzato è l’ottava, cioè otto versi endecasillabi per strofa ritmati ABABABCC per tutta l’opera.
Canto XVIII libro II
- I strofa: presentazione del ciclo bretone che predilige le battaglie per portare all’amata la gloria.
- II strofa: troviamo Carlo Magno con la sua corte che non apre le porte all’amore à predilezione per il ciclo bretone.
- Boiardo predilige la materia amorosa perché l’onore, l’uomo può averlo grazie all’amore e non alla guerra. Ricorda o valori di cortesia e li porta nella sua epoca per esaltarne la presenza nella corte degli Este.
Elaborazione linguistica e stilistica
L’opera di Boiardo riprende i temi cavallereschi dalla conclusione dell’Orlando innamorato.
Punti di contatto tra il Morgante e l’Orlando:
- A predominare sono il tema militare e il tema amoroso
- due amori fondamentali Orlando-Angelica/Ruggero-Bradamante.
- scopo encomiastico e dilettevole delle opere. È dedicato al figlio Ippolito d’Este.
- Ariosto riprende la struttura della trama: i paladini che inseguono ma che non raggiungono ciò che stanno cercando.
- Anche nelle opere di Boiardo troviamo l’entrelacement (= intrecciare), ovvero mescolare varie storie da cui esce un groviglio di narrazioni che si interrompono, continuano, si biforcano....
- Ariosto si rifà a Virgilio: per lui i classici sono maestri di vita e bisogna imitarli.
- Ariosto ha la consapevolezza che l’epica è un genere attraverso il quale la comunità celebra la propria origine così come l’Eneide racconta la nascita della stirpe di Roma e l’Iliade quella greca.
- L’Orlando Furioso celebra gli Estensi: la forza e la virtù di questa famiglia possono renderla una guida che unifica le corti dell’epoca.
Differenza tra l'epica classica e l'opera di Boiardo
- i valori dell’epica classica non sono più riproponibili perché collettivi e imposti dai più potenti. I valori che propone Ariosto, infatti, sono quelli della classe sociale dei cortigiani, non per tutti i cittadini.
- neanche la struttura riprende quella dell’epica perché mentre in questa ci sono regole ben precise che tutti rispettano, nelle opere di Boiardo i personaggi si prendono più libertà.