Pittura e scultura nel Rinascimento
Pittura e scultura nel Rinascimento: tecniche, stili e protagonisti del Rinascimento italiano. Temi ed esempi di opere d'arte
Rinascimento
Il Rinascimento è stato probabilmente uno dei periodi più floridi per l'arte e la letteratura italiane.
Dal punto di vista della periodizzazione, il Rinascimento si colloca tra la fine del medioevo e l'inizio dell'età moderna, dunque pienamente fra i secoli XV e XVI.
Protagonisti del Rinascimento sono stati numerosi scultori e pittori, che hanno dato vita a nuove tecniche e forme artistiche: vediamo quali, qui di seguito.
Pittura nel Rinascimento
Nel panorama dell’arte rinascimentale, la pittura ha un ruolo fondamentale, perché fornisce alle altre arti (scultura e architettura) strumenti fondamentali, come il disegno e la prospettiva, che permettono di elaborare nuove forme e dettagliati progetti.
I pittori rinascimentali utilizzano inoltre nuovi materiali e tecniche che arricchiscono le loro possibilità espressive.
Le tecniche
Ecco alcune innovazioni dal punto di vista tecnico:
- La tecnica a olio, inventata nei Paesi Bassi alla metà del Quattrocento, consente una maggiore efficacia naturalistica e cromatica.
- La tela è il nuovo supporto in sostituzione delle tavole di legno, che consente di realizzare dipinti più grandi, più leggeri e soprattutto più durevoli nel tempo.
- La carta per il disegno migliora in termini di qualità.
- Pastelle e la sanguigna si affiancano a strumenti tradizionali per il disegno (pennello, carboncino, penna, e punta d’argento).
- Nella realizzazione dell’affresco il disegno non viene più eseguito direttamente sul muro, ma preparato su di un cartone a terra e poi trasferito sulla parete con la tecnica dello spolvero.
L'immagine artistica
Sotto il profilo espressivo, la caratteristica principale della pittura rinascimentale è la naturalezza delle raffigurazioni. La realtà viene rappresentata senza deformazioni e simbologie che avevano caratterizzato il Romanico e il Gotico.
Ma l’immagine artistica è pur sempre interpretazione della realtà. Ecco due modi di operare:
- Alcuni pittori, come il Beato Angelico, Botticelli, Paolo Uccello, Cranach, pur applicando la prospettiva, continuando la tradizione tardo-gotica utilizzando ancora come mezzi espressivi una linea ricca ed elegante, un colore luminoso e diafano, un effetto di luce diffusa che avvolge la realtà nel sogno.
- Altri pittori, come Masaccio, Piero della Francesca, Mantegna, Raffaello, Van Eyck, Michelangelo, Antonio da Messina, Veronese, considerano invece il dipinto come un vero e proprio prolungamento prospettico dello spazio reale in cui si trova l’osservatore.
Prospettiva e paesaggio
Il metodo prospettico lineare, attribuito al Brunelleschi (XV secolo), è utile per rappresentare ambienti e oggetti sul piano del disegno e restituire il più fedelmente possibile la nostra visione tridimensionale.
Gli artisti rinascimentali applicarono soprattutto la veduta prospettica centrale. D'altro canto, la prospettiva è un sistema convenzionale, attraverso cui “leggiamo” lo spazio: corrisponde infatti a ciò che vedrebbe un osservatore fermo e con un occhio fisso.
L’applicazione della prospettiva in modo corretto è insostituibile per rappresentare tridimensionalmente progetti, architetture, oggetti nello spazio. Gli artisti, dal Rinascimento in poi, si sono serviti della prospettiva per creare situazioni spaziali che esprimessero non solo la realtà dell'ambiente circostante, ma soprattutto idee e visioni interiori.
Le architetture, i personaggi, gli oggetti sono resi con effetto di rilievo, le figure umane sono studiate dal punto di vista anatomico, la luce che illumina la scena del dipinto ha una direzione ben definita e risulta quindi estremamente naturalistica.
L’uomo è sempre inserito in un ambiente reale, grazie anche alla sempre maggiore attenzione posta nella raffigurazione del paesaggio.
La religione
I maggiori committenti del Rinascimento sono religiosi. La Chiesa ha infatti sempre più bisogno di immagini sacre non solo per favorire il culto, ma anche per aumentare il proprio prestigio, anche politico.
Gli schemi iconografici medioevali vengono abbandonati per far posto ad altri. Tra i temi più ricorrenti: la Natività, la Vergine col Bambino, la Vergine e Santi, l’Ultima cena, la Crocifissione, la Deposizione, la Resurrezione, il Giudizio universale.
Anche la tecnica e le dimensioni cambiano: dalle pale d’altare su legno si passa alle grandi tele e agli affreschi che coprono intere pareti, volte e cupole. Le chiese divenmtano veri e propri musei didattici, in opposizione alle chiese protestanti dove l’insegnamento è affidato alla lettura della Bibbia e alla meditazione.
Il ritratto
Il ritratto è un genere pittorico che trova grande diffusione nel Rinascimento: soprattutto i nobili e i borghesi se ne interessano, per motivi di prestigio, dal momento che il ritratto consente loro di fissare la propria effigie sulla tela.
Precedentemente, nel Medioevo, venivano evidenziate le caratteristiche simboliche del personaggio, che lo rendessero maggiormente riconoscibile: San Francesco col saio, San Giorgio che uccide il drago, eccetera.
La cultura umanistica rinascimentale, invece, mette l’uomo al centro della realtà e della storia, ne valorizza la personalità, gli aspetti interiori, la qualità della mente: il ritratto si concentra sul viso, evidenziandone i particolari lineamenti, cercando di cogliere la profondità dello sguardo.
La tecnica a olio
La tecnica a olio è la tecnica più usata dal XV secolo ad oggi. Secondo alcuni l’avrebbero inventata i Fiamminghi e sarebbe stata importata in Italia nel 1450 da Antonello da Messina; in verità questa tecnica pittorica era già nota ai Romani che la usavano per decorare scudi e armi.
La pittura a olio deriva dal progressivo uso di additivi oleosi nell’impasto della tempera, fino ad adottare sistematicamente diluenti oleosi (olio di lino, di noce, di papavero, resine dure e molli) che favoriscono la scioltezza o il prosciugamento del colore.
Così dal Quattrocento in poi si passò dalle miscele di resine dure dei Fiamminghi a quelle più delicate dei veneziani, dai colori a olio con smalti alle vernici sintetiche dei nostri giorni.
Scultura nel Rinascimento
Nel periodo rinascimentale la scultura torna ad essere, come nell’arte greca, completamente indipendente dall’architettura, da cui è in genere isolata attraverso nicchie, cornici piedistalli.
I caratteri fondamentali sono:
- l’osservazione dal vero e il naturalismo;
- l’interesse per l’uomo e lo studio della figura umana. Nel dettaglio, si studiano l’anatomia e i movimenti del corpo.
La formazione degli scultori avviene quasi sempre nelle botteghe degli orafi dove per necessità di mestiere si apprendono le nozioni base di disegno, di modellazione, di lavorazione di materiali diversi.
Tecniche di scultura
Cpsa cambia con la scultura rinascimentale?
- La prospettiva viene applicata al bassorilievo per aumentare la profondità spaziale.
- La fusione del bronzo, abbandonata per secoli, consente ora la realizzazione di grandi monumenti equestri.
- La terracotta dipinta e invetriata e le altre tecniche di scultura policroma consentono una resa di diverso tipo.
- La lavorazione del marmo raggiunge con Michelangelo livelli mai raggiunti di resa materica, raffinatezza e potenza espressiva.
I generi più ricorrenti:
- La figura umana singola, in gruppo, o il busto-ritratto;
- Il monumento equestre;
- Il portale con scene sacre in bassorilievo;
- La tomba con statue;
- La fontana da piazza o da giardino.