Pierre de Ronsard: biografia e poesie
Indice
1Pierre de Ronsard: innovatore nella lirica, conservatore in politica
«È più grande di Virgilio e vale Goethe» diceva Gustave Flaubert di Pierre de Ronsard, poeta e cortigiano dimenticato durante il secolo classico e l’Illuminismo e riscoperto, dall’Ottocento in poi, come il più grande poeta lirico del Cinquecento francese, assieme al compagno di scuola Joachim du Bellay.
Fu la punta di diamante dei poeti della Pléiade, scuola chiamata così da lui, in analogia con i poeti greci alessandrini, paragonati alle sette stelle della costellazione.
Alla luce della sua opera vasta e diversificata, è anche considerato uno «scrittore di transizione», che si posiziona tra una sensibilità pienamente rinascimentale ed elementi anticipatori propri dello stile barocco. Cresciuto a stretto contatto con la monarchia, Pierre de Ronsard si schierò sempre a favore della politica reale e della Controriforma.
2Nascita e formazione di Ronsard
Nato nel 1524 in una famiglia della piccola nobiltà del Vendôme, era figlio della generazione che aveva combattuto le guerre d’Italia con il re Francesco I.
Il padre lo avviò alla carriera militare, poi, interrotta questa perché era diventato sordo, gli trovò posto come paggio alla corte di Francia. Lì iniziò lo studio dei classici, che lo appassionò al punto da dichiarare che per lui era «la felicità della vita, senza la quale bisogna disperare di poter raggiungere la perfetta soddisfazione».
A Parigi frequentò il collegio Coqueret, dove insegnava l’umanista Jean Dorat. Le giornate di studio si svolgevano in modo simile a quanto descritto da Rabelais nel Gargantua.
3Ronsard e la poetica della Pléiade
Attorno a Jean Dorat si costituì la «brigata» della Pléiade, alla quale si unì, nel 1547, Joachim du Bellay, che nel 1549 ne pubblicò il manifesto poetico: la Défense et illustration de la langue française. Divisa in due parti, la Défense incitava a dare un nuovo impulso al francese, per trasformarlo in vera e propria lingua di cultura, difendendolo dalla supremazia di latino e italiano; ed esponeva una teoria poetica basata sui modelli antichi, che andavano assimilati e trasformati in qualcosa di nuovo.
Alle forme poetiche medievali la Pléiade preferiva i generi antichi come l’epistola, la satira, l’elegia, l’ode; oppure il sonetto italiano. La Pléiade proponeva anche un nuovo ruolo per il poeta, non più solo intrattenitore di corte, ma incaricato di esaltare la figura del sovrano tramite i suoi versi, ispirati direttamente da Dio. Pierre de Ronsard incarnava appieno questo ruolo.
4Carriera poetica
Ronsard era lo scudiero di Enrico II, diventato re nel 1547. Nel 1550 pubblicò i primi quattro libri delle Odes. Nonostante il successo che riscossero, lo stile cesellato, denso di allusioni alla mitologia, fece storcere il naso alla corte. Nella prefazione l’autore si definiva il poeta più dotto e versatile della Pléiade.
Nel 1552 pubblicò il primo libro degli Amours, che seguivano la moda petrarchesca in voga al tempo, e nel 1553 le Fôlatries, dallo stile più basso e personale – oscenità comprese. Uscirono poi il Bocage, i Mélanges, la Continuation e la Nouvelle continuation des Amours, e nel 1555 gli Hymnes.
All’apice della sua gloria, nel 1558 venne nominato consigliere del re, e nel 1560 pubblicò la prima edizione completa delle sue opere: era ormai soprannominato «principe dei poeti francesi», «cigno di Vendôme» «Pindaro francese».
Fu poeta ufficiale anche alla corte di Carlo IX, re dal 1560.
Questi lo esortò a cimentarsi in un poema epico, la Franciade, che però rimase inconclusa: Ronsard imputò il fallimento alla scelta sbagliata del metro, decasillabo anziché alessandrino.
Nel 1562, durante le guerre di religione, si schierò dalla parte dei cattolici con la pubblicazione del Discours des misères de ce temps.
Alla pubblicazione, nel 1572, dei Sonnets pour Hélène – parte degli Amours – la sua fama si era ormai affermata anche oltralpe, dove era ammirato da Tasso, che aveva incontrato.
5Declino e morte di Ronsard
Con la morte del re Carlo IX e l’avvento di Enrico III, Ronsard perse il suo primato alla corte, rimpiazzato dal poeta Philippe Desportes. La civiltà dell’umanesimo rinascimentale era agli sgoccioli. Negli ultimi anni di vita, i problemi fisici legati alla vecchiaia impressero un gusto pre-barocco, di notevole splendore, alle sue ultime composizioni poetiche, uscite postume nel 1586, con il titolo Derniers vers.
Morì nel 1585 a Sanit-Cosme, primo poeta nella storia della letteratura francese a godere di solenni funerali di stato.
6Modelli e aspetti formali
Dal punto di vista formale, i suoi modelli sono autori antichi come Orazio (per le Odes), Pindaro e Callimaco (per gli Hymnes), Catullo e Anacreonte (per le Fôlatries); i poeti retorici francesi; i poeti italiani a lui contemporanei come Petrarca e Poliziano (per i sonetti).
Per quanto riguarda la metrica, inaugurò la fortuna dell’alessandrino, il verso classico della poesia francese. In lui come negli altri poeti della Pléiade, è frequente la creazione di nuovi aggettivi.
7I temi nella poesia di Ronsard
L’universo poetico di Ronsard è una ricostruzione composita, basata sulla vita di un nobile del suo tempo, ma soprattutto su stilemi del modello petrarchesco e sulla tradizione cortese. È quindi illusorio pensare a riferimenti biografici diretti nei suoi componimenti.
Intellettuale travagliato e sempre insoddisfatto, toccò i temi più disparati:
- l’amore: frequente è il paragone della donna amata con una rosa, topos antico e immortale, e l’invito a godere della giovinezza, come nel carpe diem oraziano, molto ripreso durante il Rinascimento;
- la natura: rispetto a Petrarca, ne ha una concezione più sensuale, perché in essa si confondono anche le pulsioni erotiche;
- la scoperta del nuovo continente e la figura del selvaggio;
- il senso della storia e la condizione umana;
- la mitologia.
8La nuova lirica degli Amours di Ronsard
Con gli Amours Ronsard inventò una nuova lirica, che rinnovò la poesia amorosa. Composti lungo tutto il corso della sua vita, sono dedicati a tre donne realmente esistite, che però rappresentano ciascuna una trasfigurazione simbolica dell’amore.
Si tratta di una poesia d’occasione, scritta per circostanze specifiche, non legate alla vita dell’autore ma alle richieste della corte:
- Les amours, 1552. È una raccolta di sonetti in decasillabi per Cassandra Salviati, figlia di un ricco banchiere fiorentino. La lingua è radiosa, e il ritmo incalzante esalta la gioventù e l’amore, come nel sonetto Mignonne allons voir si la rose (poi confluito nelle Odi).
Continuation des amours 1555, e Nouvelle continuation des amours 1556. La prima è una raccolta di sonetti in decasillabi e alessandrini, la seconda di poesie dallo schema variegato, dedicate alla contadina Marie Dupin. Lo stile è diverso da quello riservato alla nobile Cassandra: più familiare e gioviale, Ronsard lo definì «bello stile basso». Il tono è dettato dalle gioie dell’amore e dall’allegria della natura che fiorisce, come nel componimento Comme on voit sur la branche au mois de mai la rose...
Nel volume delle Opere riunite del 1560 il primo tomo, Amours, viene diviso in due libri: Premier livre des amours, per Cassandra, Second livre des amours, per Marie.
Sur la mort de Marie, e Sonnets pour Hélène 1578. La prima raccolta, aggiunta dall’autore al Second livre e forse composta per consolare Enrico III della morte dell’amata Marie de Clèves, ha toni gravi e malinconici. La seconda è una nuova raccolta di sonetti in alessandrini, dedicati a Hélène de Surgères, una damigella d’onore di Caterina de’ Medici.
Sono le poesie in cui Ronsard si allontana di più dal modello petrarchesco. Descrivono un amore nato per scelta, venato da toni malinconici e a volte piccati nei confronti della donna amata, immaginata anche da vecchia, come nel sonetto Quand vous serez bien vieille: qui l’autore, che sarà presto rimpiazzato da Philippe Desportes, sente che la fine della sua epoca d’oro si avvicina, e insiste sulla sua gloria e sull’immortalità riservata ai poeti.