Petrarchismo e antipetrarchismo: storia e significato
Indice
- Cos’è il Petrarchismo?
- Petrarchismo: perché un fenomeno sociale e culturale oltre che lirico?
- Caratteristiche dell’Antipetrarchismo
- Come nasce il petrarchismo. Pietro Bembo e le Prose della volgar lingua
- Il petrarchismo al femminile: Gaspara Stampa e Vittoria Colonna
- Due petrarchisti sui generis: Michelangelo Buonarroti e Giovanni della Casa
- Anticlassicismo: Aretino, Berni, Folengo, Ruzante
- Concetti chiave
1Cos’è il Petrarchismo?
Partiamo dalle rispettive definizioni. Il petrarchismo è un fenomeno letterario che consiste nella riproposizione di modi stilistici, temi, forme ispirati alla produzione lirica in volgare di Petrarca; visto che Petrarca ha scritto in volgare solo il Canzoniere e i Trionfi (però incompiuti) è al Canzoniere che i petrarchisti guardano.
Questo fenomeno supera i confini della penisola italiana influenzando ad esempio la Francia con il poeta Pierre de Ronsard, creatore della lingua poetica moderna francese.
Questo fenomeno nasce all’indomani della morte di Petrarca, ma diventa un vero e proprio fenomeno lirico, culturale e sociale nel corso del Cinquecento, articolandosi in due fasi.
- Prima fase (1490-1520): permane ancora la poesia lirica cortigiana in cui l’imitazione del Canzoniere convive con altre tendenze di tipo popolareggiante, creando un petrarchismo eclettico.
- Seconda fase (dal 1520 in poi): in questa fase si deve parlare invece di petrarchismo bembistico, nato in seguito alla pubblicazione delle Prose della volgar lingua (1525) da parte del grande umanista Pietro Bembo. In questa fase, il lessico trecentesco e le situazioni liriche, i topoi del Canzoniere vanno a costituire un codice espressivo unico e omogeneo.
Mentre la prima fase termina in modo piuttosto netto, la seconda fase non ha un vero e proprio limite temporale perché, visto nell’evoluzione della letteratura italiana, il petrarchismo arriva almeno idealmente fino al Novecento, dove si è istituzionalizzata la poesia come genere soprattutto lirico. Tale fenomeno è il frutto più importante del petrarchismo che difende la realtà sacrale della poesia, l’equivalenza fra il valore superiore dell’interiorità e il valore superiore dell’arte, l’utilizzo di un lessico specifico e selettivo, che esclude ogni impurità lessicale.
2Petrarchismo: perché un fenomeno sociale e culturale oltre che lirico?
La risposta è complessa ma cerchiamo di semplificarla. Immagina che tutti seguono uno stesso codice espressivo che coinvolge per la prima volta anche le donne. Anche gli autodidatti hanno modo di assorbire questo codice che quindi non è solo un fenomeno libresco. Petrarca, complice la pubblicazione “tascabile” del Canzoniere ad opera di Aldo Manuzio curata dallo stesso Bembo, è alla portata di tutti. Dunque il petrarchismo è una delle possibilità di emanciparsi culturalmente. Il fatto che sia radicato nelle corti fa sì che possa espandersi anche in Europa, dalla Francia al Portogallo, dalla Spagna all’Inghilterra.
Scrittori petrarchisti furono, oltre allo stesso Pietro Bembo, Michelangelo Buonarroti, Giovanni della Casa e Galeazzo di Tarsia.
Tuttavia per la prima volta si impongono anche delle poetesse, le quali vedono nella poesia di Petrarca un codice espressivo confacente al loro sentire. La particolarità è che il mondo femminile assume un codice espressivo maschile con una forzatura a cui seguono risultati davvero interessanti.
Le due soluzioni opposte del petrarchismo femminile sono realizzate da Vittoria Colonna e Gaspara Stampa. La prima infatti si adegua pienamente al modello petrarchesco, mentre la seconda lo rielabora in modo più pesante così da adattarlo alle necessità espressive della sua scrittura.
3Caratteristiche dell’Antipetrarchismo
L’antipetrarchismo si rivela invece come un atteggiamento che fa parte, in particolare per la lirica d’amore, del più ampio e variegato fenomeno dell’anticlassicismo, ossia un drastico rifiuto dei modelli canonizzati. Insomma: per chiunque crei un modello, c’è sempre chi vuole rifiutare quel modello.
In verità la tradizione comico-realistica di matrice toscana non aveva mai cessato di essere attiva e vedeva proprio in Dante il suo modello. Dopo i famosi comico-realistici come Rustico Filippi, Cecco Angiolieri e lo stesso Dante, aveva proseguito il suo corso con Sacchetti, Pucci, Pulci, Finiguerri, Burchiello, andando poi a creare un modello nazionale ripreso da Francesco Berni e a Teofilo Folengo.
Al modello lirico alto di Petrarca, con il suo monolinguismo frutto di una selezione lessicale molto rigida, si oppone invece il plurilinguismo comico in cui qualunque parola può confluire nell’espressività poetica.
Allo stesso modo viene rifiutato il concetto di imitazione e quindi anche il concetto di modello: la poesia è uno spazio senza codice e in un certo senso aperto alla destrutturazione e alla parodia. Tale rifiuto prende spesso le forme e le espressioni tipiche del comico, giungendo all’uso dell’ironia, della parodia e del sarcasmo.
4Come nasce il petrarchismo. Pietro Bembo e le Prose della volgar lingua
Petrarca fu subito fonte di ispirazione e oggetto di imitazione da parte di altri poeti: Dante appariva un modello troppo lontano, adatto più alla parodia che all’imitazione vera e propria.
Petrarca, invece, attecchì e nel corso del Cinquecento l’imitazione delle sue poesie venne codificata attraverso un vero e proprio codice letterario nell’opera le Prose della volgar lingua di Pietro Bembo (1525). Come si arrivò a questa conclusione? Dapprima studiò un autografo del Canzoniere, per la pubblicazione nel 1501 presso il famoso stampatore Aldo Manuzio, inventore del “formato tascabile” oltre che della scrittura minuscola tipografica.
Dopo un ventennio di circolazione e diffusione dell’opera petrarchesca, nel 1525 avvenne la pubblicazione delle Prose, che contenevano precisi dettami riguardo al ruolo di modello attribuito a Petrarca per la lingua della poesia e a Boccaccio per quella della prosa. Le Prose rappresentarono uno spartiacque: da quel momento chiunque volesse scrivere lirica d’amore in volgare italiano non poteva più sottrarsi al modello petrarchesco.
Non finisce qui perché nel 1530 lo stesso Bembo pubblicò la sua raccolta di Rime, primo esempio di canzoniere petrarchista. Questa raccolta spazia per temi, argomenti e situazioni in ambiti diversi, e non raggiunge il livello di drammaticità toccato da Petrarca. Dal punto di vista stilistico, tuttavia, mostra tutte quelle caratteristiche peculiari dello stile petrarchesco.
5Il petrarchismo al femminile: Gaspara Stampa e Vittoria Colonna
Tra Quattro e Cinquecento le donne acquistano un nuovo e più importante ruolo nella vita di corte, spesso occupandosi di organizzare la vita culturale della signoria. Devono quindi essere dotte, con una solida formazione artistica e intellettuale, in grado di gestire questo importantissimo aspetto della vita di corte. Un primo passo è la partecipazione a raccolte collettive di rime.
Ma il petrarchismo è un fenomeno trasversale che oltrepassa la vita della corte e giunge anche alle donne di estrazione più umile, le quali si impossessano di uno strumento di comunicazione che le emancipa e le rilancia nel panorama culturale contemporaneo. Dunque per le donne il petrarchismo rappresenta l’acquisizione di un codice espressivo e di una chiave di accesso alla letteratura ufficiale.
Il paradosso – argomento tra l’altro molto interessante che riveste la lotta per l’emancipazione femminile e il femminismo stesso – è nel fatto che le donne devono acquisire attenzione omologandosi al modello letterario maschile e quindi rinunciando in parte alla propria specificità. Il risultato è controverso. Infatti in alcune donne, capitanate da Vittoria Colonna, la ripresa del modello avviene in modo più naturale e con minore conflittualità; in un altro gruppo di poetesse, capitanate invece da Gaspara Stampa, l’adesione al modello è molto più conflittuale e si notano delle originali forzature che sono i primi grandi contributi della scrittura femminile alla Letteratura.
6Due petrarchisti sui generis: Michelangelo Buonarroti e Giovanni della Casa
Tutti conosciamo Michelangelo come uno dei più grandi artisti del Cinquecento, ma non tutti sanno che fu anche un discreto poeta. Scrisse per anni, sempre, come un esercizio continuo a suo modo necessario. Nella sua produzione si distinguono le stesse due fasi che abbiamo indicato per il petrarchismo in generale.
Tuttavia in Michelangelo questo stile non è mai pacificato, ma sempre conflittuale: innanzitutto per il grande amore per Dante e poi per la tradizione toscana che lui ben conosceva (Pulci, Berni, Lorenzo il Magnifico, Poliziano). Inoltre il suo classicismo è sempre vigoroso, sofferto, e ha qualcosa di indomito.
Il petrarchismo di Della Casa è invece “grave” e “rotto”. La gravità, al latino gravitas, che crea uno stile solenne e sostenuto, era una delle caratteristiche tipiche della poetica di Petrarca. Tasso elogiava questo aspetto di Della Casa, ma Foscolo anni dopo ne notò un altro: il «verseggiare rotto», la tendenza a spezzare questa solennità, a frantumarla in un dettato molto originale messo al servizio di temi più truci come l’angoscia del peccato e l’attesa della morte.
7Anticlassicismo: Aretino, Berni, Folengo, Ruzante
Il cosiddetto antipetrarchismo (o anticlassicismo) si sviluppa anche nel corso del Cinquecento, opponendosi all’operazione culturale portata avanti da Bembo e dagli imitatori di Petrarca. Il rifiuto del modello e del principio d’imitazione caratterizza gli anticlassicisti e attraversa tutti i generi dalla trattatistica alla lirica. Ruzante (circa 1496-1542) nel teatro, Teofilo Folengo (1491-1544) nella rivisitazione dell’epica con il suo latino maccheronico, Pietro Aretino (1492-1556) nella lirica gettata nel magma dell’erotismo e del grottesco, ma anche nella trattatistica e nel dialogo. Tutti rovesciano programmaticamente le forme classiche da tutti i punti di vista, ossia al livello linguistico, stilistico e contenutistico.
In particolare, Pietro Aretino propone una totale dissacrazione dei valori tradizionali usando con violenza la parodia e l’ironia: la lirica amorosa è colma di lussuria e di un lessico che oggi definiremmo “da bar”; ma anche la sua trattatistica sfocia nel paradossale.
Francesco Berni (1497 o 1498-1535) è un caso forse più interessante: è un fine conoscitore di Petrarca, ma usa le sue perfette conoscenze in modo parodistico, ottenendo un effetto di assoluto straniamento in cui la citazione evidente del testo petrarchesco risulta “smottata”, spostata dalla sua sede ideale in un gioco molto affascinante.
Bisogna comunque ricordare che nonostante le scelte stilistiche e lessicali talvolta volgari e spesso popolareggianti, i contenuti trasgressivi rispetto alla tradizione, l’atteggiamento generalmente dissacratorio di questi autori, questi autori sono dei veri professionisti della scrittura e sono dei maestri nel loro genere. Sono colti, letterati e profondi conoscitori della tradizione e dei modelli che mettono alla berlina. L’atteggiamento distruttivo dimostra noia e insofferenza verso i modelli e la conseguente spinta all’originalità.
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Domande & Risposte
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Cosa significa il termine petrarchismo?
E' una corrente poetica e letteraria che si rifà allo stile di Francesco Petrarca.
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Quando inizia e quando finisce il petrarchismo?
Inizia appena muore il poeta, nel Cinquecento, e proseguirà fino all'Ottocento.
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Quale autore imita Petrarca?
Pietro Bembo per primo e con lui inizia il petrarchismo. Il fenomeno coinvolge l'Europa intera.