Perugino: vita, stile e opere
Indice
1Chi era Perugino?
Pietro di Cristoforo Vannucci (1448/50-1523), meglio noto come Perugino, considerato dai suoi contemporanei come «il meglio maestro d’Italia», è il più grande dei protagonisti del Rinascimento italiano tra il XV e il XVI secolo.
Sebbene fu messo in secondo piano dalla critica rispetto agli altri grandi maestri rinascimentali italiani, Perugino e la sua arte furono in realtà decisivi: oltre ad esser stato l’iniziatore di una nuova maniera di dipingere, egli incise profondamente sul gusto artistico dell’epoca.
2Biografia
2.1Giovinezza
Perugino nacque tra il 1448 e il 1450, presso una delle famiglie più importanti di Città della Pieve, in Umbria. Il giovane si accostò all'arte frequentando la vicina Perugia dove ammirò i dipinti di importanti pittori rinascimentali, primo tra tutti Piero della Francesca (1412ca-1492ca).
Perugino ebbe le prime esperienze di bottega con i pittori locali umbri, quali Bartolomeo Caporali (1420-1503/1505) e Fiorenzo di Lorenzo (1445-1525). Verso la fine degli anni Sessanta, il giovane proseguì i suoi studi prima ad Arezzo e poi a Firenze.
Nella città fiorentina Perugino entrò nell’importante bottega di Andrea del Verrocchio (1435-1488), lavorando spalla a spalla con i futuri protagonisti del Rinascimento italiano quali: Sandro Botticelli (1445-1510) e Leonardo da Vinci (1452-1519).
2.2Affermazione
La critica indica la Madonna Gambier-Parry (1470-1473) come il primo dipinto autonomo, infatti già nel 1472 Perugino risulta iscritto alla compagnia di San Luca di Firenze col titolo di «dipintore». Ma la prima svolta della carriera la ebbe partecipando alla realizzazione della Nicchia di san Bernardino (1473).
I diversi lavori di Perugino tra Firenze e Perugia, durante gli anni Settanta, gli valsero nel 1479 la chiamata a Roma per affrescare la cappella della Concezione in San Pietro (oggi perduta). Questa riscosse un tale successo che papa Sisto IV(1414-1484) l’incaricò della decorazione della Cappella Sistina.
Nel cantiere della Sistina Perugino ebbe un ruolo di primo piano e fu affiancato nel 1481 da altri eminenti artisti fiorentini per volontà di Lorenzo il Magnifico (1449-1492). I brani pittorici del pittore umbro sono quelli più innovativi, ad esempio la celebre Consegna delle chiavi (1482).
2.3Maturità
Dagli anni Ottanta del XV secolo fino ai primi del XVI secolo, Perugino fu il protagonista indiscusso della scena pittorica italiana. Data la sua crescente polarità, Perugino allestì due botteghe, una a Firenze e una Perugia, per far fronte alle numerose e prestigiose commissioni che gli arrivavano.
Essendo assai richiesto e conteso da principi, signorie, enti ecclesiastici e regnanti di tutta Italia, Perugino concesse delle opere autografe solo a pochi: la maggior parte delle commissioni venivano delegate alla bottega, dove si stava formando anche il giovane Raffaello Sanzio (1483-1520).
Se da una parte le abbondanti commissioni in giro per l‘Italia accrebbero la fama di Perugino, dall’altra diffusero capillarmente il suo stile pittorico: infatti la maniera del pittore umbro diventò praticamente un canone con cui gli altri pittori ci dovevano fare i conti.
2.4Declino
Nei primi anni del Cinquecento Perugino fu al suo apogeo, tuttavia, con la commissione di Isabella d’Este (1474-1539), ha inizio la sua fase calante: la realizzazione burrascosa di Lotta tra Amore e Castità (1497-1503) si concluse con l’insoddisfazione e delusione della marchesa.
La ripetitività degli schemi compositivi e delle figure adottati da Perugino nelle sue opere e l’emergere di un nuovo gusto artistico del pubblico, grazie alle novità portate da Leonardo (1452-1519), Michelangelo (1475-1564) e Raffaello (1483-1520), condussero al tramonto la carriera dell’artista umbro.
Dopo l’insuccesso romano del 1508, Perugino si rifugiò in Umbria, dove la sua fama era rimasta intatta, per realizzare le sue ultime opere. L’anziano maestro seguitò a lavorare finché non perì di peste nel 1523.
3Stile
3.1Influenze e modelli
Oltre alla qualità della sua tecnica pittorica, uno dei motivi per cui Perugino fu il protagonista indiscusso per due decenni sulla scena artistica italiana di fine Quattrocento è il fatto che il pittore rimase sempre aggiornato e permeabile alle sollecitazioni linguistiche dei suoi colleghi.
Inizialmente formato secondo la tradizione pittorica umbra, Perugino aderì agli stilemi pierfrancescani che poi reinterpretò nel momento in cui lavorò nella bottega fiorentina del Verrocchio.
Importanti per l’evoluzione stilistica di Perugino furono l’esperienza fiamminga filtrata dalla quella toscana, il contatto con la pittura veneta e le novità linguistiche della nuova generazione di pittori, tra cui quelle proposte dal suo allievo Raffaello.
3.2Caratteristiche formali
Accanto alla purezza del disegno, all’uso sapiente della luce, alle delicate cromie e alla serena costruzione dello spazio, Perugino si distingue soprattutto per «il caratteristico, il commovente, l’impressionante» delle sue opere.
L’«aria angelica et molto dolce» delle opere del maestro umbro sono date dalle figure con le silhouette raffinate ed eleganti, aventi posture cadenzate ritmicamente e vestiti riccamente decorati, restituendo così un’atmosfera generale di pacatezza e serenità.
Perugino raggiunge l’apice del suo stile pittorico durante gli anni Novanta del XV secolo: il suo linguaggio rinascimentale quattrocentesco dell’Italia centrale è arricchito dagli stilemi della statuaria antica di stampo prassitelico.
Perugino produsse prevalentemente opere con scene religiose durante tutta la sua carriera. Nella sua fase matura si dilettò anche nella ritrattistica e nelle scene mitologiche.
4Opere
4.1Consegna delle chiavi
La Consegna delle Chiavi è un affresco (335 x 550 cm), facente parte della decorazione parietale della Cappella Sistina di Roma, realizzato da Perugino e aiuti tra il 1481 e il 1482.
L’affresco ritrae in primo piano Cristo che consegna le chiavi a San Pietro, accompagnati da apostoli e da personaggi contemporanei all’artista. Il secondo piano è affollato da persone in vari atteggiamenti ed è campeggiato da monumenti classicheggianti.
Dipinto con un maestoso impianto prospettico-scenografico e con una strepitosa abilità ritrattistica, Perugino mette in scena il brano evangelico del primato pietrino, quindi la chiesa di Roma. Mentre in secondo piano il pittore aggiunge altri due episodi neotestamentari.
4.2Collegio del Cambio
Il capolavoro di Perugino, nonché una delle massime punte della pittura rinascimentale italiana, è il ciclo di affreschi che decora Sala delle Udienze del Collegio del Cambio a Perugia, realizzato tra il 1498 e il 1500.
Il ciclo di affreschi si basa su un programma iconografico complesso dell’umanista Francesco Maturanzio (1443-1518). Sono illustrate scene dell’Antico e del Nuovo Testamento, allegorie delle virtù cristiane e divinità mitologiche pagane.
L’armonia e la pacatezza, fatte di silenzi alternati ritmicamente, mostrano come Perugino abbia sviluppato una splendida maestria nel trasporre i concetti letterari, classici e umanistici in immagini figurate.