Personaggi del Miles Gloriosus: analisi
Analisi su personaggi e protagonista dell'opera Miles Gloriosus di Plauto
Indice
Miles gloriosus personaggi
Pirgopolinice: antagonista della commedia di Plauto. È un militare al soldo del re Seleuco; è un fanfarone che si venta di grandi imprese mai compiute, spacciandosi per giunta per gran seduttore: un conquistatore immaginario di nemici e di donne, prontamente smentito dagli avvenimenti dell’opera. Dice di essere il nipote di Venere, e questo spiegherebbe il suo grande fascino. Il suo stesso nome è un composto greco che significa: “vincitore di città turrite”.
Ecco come viene descritto Pirgopolinice da Palestrione nel secondo atto della commedia Miles gloriosus:
“Hoc oppidum Ephesust: illest miles meus erus
Qui hinc ad forum abiit, gloriosus, inpudens,
Stercoreus, plenus periuri atque adulteri.
Ait sese ultro omnis mulieres sectarier.
Is deridiculost quaqua incedit omnibus.
Itaque hic meretrices, labiis dum ductant eum,
Maiorem pertem videas valgis saviis.”
“Questa città è Efeso; il militare che se n’è andato al foro è il mio padrone: uno smargiasso, sfacciato, schifoso, un collezionista di spergiuri e di adulteri. A sentir lui, tutte gli corron dietro, e invece, dovunque passa, non ve n’è una che non si beffi di lui; basta guardare le cortigiane della città: quando lo baciano, la maggior parte storce la bocca.”
Antrotorgo
Il suo nome è un composto graco che significa: “roditore di pane”. È il parassita di Pirgopolinice che ricorre a tutta la sua capacità di adulazione per garantirsi cibo e protezione. Appare solo nel primo atto e con commenti sussurrati a parte si diverte a smantellare le mirabolanti imprese del militare. Rappresenta il personaggio del “parasitus”, il parassita.
Ecco alcuni passi del primo atto dove Antrotorgo, mediante un esempio di metateatro, rivela rivolto direttamente al pubblico il suo vero atteggiamento nei confonti di Pirgopolinice:
«Nil hercle hoc quidemst,
Praeut alia dicam – quae tu numquam feceris.
Periuriorem hoc hominem siquis viderit
Aut gloriarum pleniorem quam illic est,
Me sibi habeto, ego met ei me mancupio dabo.
Nisi unom : epityrum estur insanum bene.”
“Certo, questo non è niente – per Ercole – a paragone di quel che potrei dire della altre prodezze…(tra sé) che non ha mai fatto. (Piano al pubblico) Se qualcuno dovesse trovare un uomo più impostore e più borioso di costui, mi tenga per sé: sarò il suo schiavo. Non c’è che una cosa: da lui si mangiano certi pasticci d’olive che ci si impazzisce dietro.”
Palestrione
Palestrione è il servo di Pirgopolinice, che precedentemente era stato al servizio di Pleusicle; rappresenta uno dei personaggi ricorrenti della commedia plautina, il “servus callidus”; è un personaggio sfrontato e geniale, spavaldo orditore di incredibili inganni a favore del giovane Pleusicle e contro il vanesio soldato. Plauto lo definisce in vari luoghi “architetto”.
È fiero e orgoglioso delle proprie mosse, si autoglorifica spesso, rivolgendosi spesso al pubblico (tipico esempio della tecnica metateatrale di Plauto). Dimostra di essere il personaggio più intelligente della commedia.
Periplectomeno
Amico del padre del giovane Pleusicle, ha 54 anni, è ricco, generoso, giovanile, astuto; vicino di casa di Pirgopolinice, è un vecchio che ha messo a disposizione tutta la sua saggezza ed esperienza per riconciliare la coppia di giovani separata ingiustamente. Periplectomeno è un altro personaggio tipico della commedia plautina, e cioè il “senex lepidus”, il vecchi libertino.
“…lepidum senem;
Isque illi amnati suo ospiti morem gerit.
Nosque opera consilioque adhortatur, iuvat”.
“Un simpatico vecchio che favorisce gli amori del mio vero padrone e che, con servigi e consigli, c’incoraggia e ci aiuta”.
Sceledro
Servo del soldato che ha il compito di sorvegliare Filocomasio; è diffidente, incredulo, sciocco e codardo.
Ecco come Palestrione descrive l’inganno fatto a Sceledro, e cioè di non aver visto Filocomasio baciarsi con Pleusicle nella casa di Periplectomeno:
«Nam meus conservus est homo haud magni preti,
Quem concubinae miles custodem addidit.
Ei nos facetis fabricis et doctis dolis
Glaucumam ob oculus obiciemus, eumque ita
Faciemus ut quod viderit ne viderit.»
“Ora, ho un compagno di schiavitù, un uomo da poco, che il militare ha addetto alla sorveglianza della concubina. Con le nostre ingegnose invenzioni e le nostre abili astuzie, gli stenderemo un velo dinanzi agli occhi, lo convinceremo che non ha visto quel che ha veduto.”
Filocomasio
Amante del giovane ateniese trattenuta in casa come concubina da Pirgopolinice; è astuta e furba. Negli stereotipi dei personaggi Plautini rappresenta la “meretrix”, la cortigiana amata dall’”adulescens”.
Pleusicle
Pleusicle è il giovane ateniese amante di Filocomasio. Per recuperare la sua amata si fa ospitare a casa del vecchio Periplectomeno. È modesto e umile. Rappresenta il tipico “adulescens” della commedia di Plauto, e cioè il giovane amante innamorato di una cortigiana.
Personaggi minori
- Lurcione: è un altro servo di Pirgopilinice.
- Acroteleuzio: Cortigiana procurata da Periplectomeno per il loro piano; E’ bella, intelligente, astuta, furba, perfida. Nell’inganno interpreta la giovane moglie di Periplectomeno, che si è pazzamente innamorata di Pirgopolinice.
- Milfidippa: Serva di Acroteleuzio; E’ bella, intelligente, astuta, furba.
- Aguzzini: sono i servi di Periplectomeno che castigano Pirgopolinice accusandolo di scandalo
Miles gloriosus
Il Miles Gloriosus è una delle più memorabili figure del teatro plautino, anche se è di derivazione ellenistica.
Tuttavia Plauto presenta una figura di questa maschera completamente innovata rispetto al modello ellenistico, dove dietro la figura del mercenario greco, si può scorgere il profilo del Miles Romano.
Questa maschera è usata frequentemente da Plauto nelle sue commedia, tuttavia, solo in questa commedia svolge il ruolo di protagonista; inoltre lo stereotipo del soldato fanfarone ha avuto un grande successo anche ne teatro moderno, soprattutto nella maschera della commedia dell’arte di Capitan Fracassa e nel personaggio del capitano Lanfranco Cacciadiavolo, protagonista insieme al suo parassita del Martello di Giovanni Maria Cecchi.