Personaggi de I promessi sposi: analisi, profilo psicologico, confronto
Indice
1I protagonisti di un romanzo corale
Nella sua opera maggiore Alessandro Manzoni non si limita a raccontare le vicende dei due protagonisti, i giovani Renzo Tramaglino e Lucia Mondella, ma si spinge a dipingere un'intera società, con le sue dinamiche interne, le sue contraddizioni e le sue complessità, arrivando così a confezionare un affresco in cui sono compresi ed approfonditi una gran quantità di personaggi che influiscono sulle vicende dei due protagonisti in maniera più o meno determinante.
Inoltre, i personaggi de “I promessi sposi” si prestano a letture plurali anche per i piani simbolici presenti nel romanzo: ciascuno di essi, infatti, può anche essere inteso come metafora di un comportamento o un modo di fare presente tanto nella società seicentesca come in quella contemporanea all'autore; in questo senso il romanzo si presenta anche come mezzo di una denuncia strettamente politica del governo spagnolo che governava Milano nel Seicento e, per riflesso, anche di quello austriaco che domina la Lombardia nella prima metà dell'Ottocento.
Nel dipanarsi della vicenda il lettore incontra personaggi fittizi o realmente esistiti, come nel caso del cardinale Federigo Borromeo, i quali possono di volta in volta entrare in conflitto tra di loro o collaborare, interagire direttamente o a distanza; ognuno di essi è dotato di una propria specifica psicologia e volontà che l'autore decide di rendere in maniera più o meno approfondita, una complessità che, nei personaggi principali, emerge tanto nel loro modo di rapportarsi verso l'esterno che nei processi di crescita interiore.
1.1I protagonisti
Questa tendenza alla complessità emerge già dal ritratto dei due protagonisti, e dalla loro evoluzione lungo tutto il racconto.
Renzo Tramaglino viene dipinto come un giovane umile, un onesto lavoratore che, nonostante un’iniziale situazione di svantaggio data dal fatto di essere orfano, riesce comunque ad affermarsi come abile tessitore di seta; allo stesso tempo, però, l'evolversi della storia rivela come non sia possibile appiattire Renzo sulla figura del buon lavoratore, e come possa essere spavaldo e irascibile fin quasi alla violenza, ad esempio quando minaccia don Abbondio con il coltello che porta sempre con sé, e matura l'idea di uccidere don Rodrigo, idea mai messa in pratica per scrupolo religioso e amore di Lucia.
Personalità attiva e dinamica, Renzo conosce una sensibile evoluzione caratteriale nel corso del racconto, alla fine del quale si rende conto d'essere più saggio e maturo.
Lucia Mondella, invece, è un personaggio più pacato, meno dinamico, ma più coerente.
Più spesso di Renzo si ritrova a contatto con figure socialmente rilevanti come l'Innominato e Gertrude, cioè la monaca di Monza; timida e pudìca, Lucia non ha la stessa evoluzione del suo promesso sposo, ma si distingue dagli altri personaggi per la sua incrollabile fede religiosa, cosa che la rende veicolo della Divina Provvidenza: è infatti grazie al suo atteggiamento innocente e remissivo che scatena una fortissima crisi spirituale nell'Innominato che si concluderà nella sua conversione.
1.2Gli altri personaggi principali
Nella finzione letteraria creata da Manzoni i personaggi hanno una valenza tanto sul piano dell'evoluzione dell'intreccio che su quello simbolico: le loro particolarità caratteriali e le loro azioni li rendono l'incarnazione di elementi realmente esistenti nella società.
Come si sa, la vicenda ruota attorno alla prepotenza di Rodrigo, un nobile di basso rango, che intima al curato Abbondio di non celebrare le nozze tra Renzo e Lucia pur di non perdere una scommessa: il nobilotto e il prete non conoscono una reale evoluzione caratteriale nel corso delle vicende, rimanendo piatti sui loro ruoli e comportamenti iniziali, e diventano perciò l'incarnazione delle squallide prepotenze da parte degli uomini di potere e delle conseguenze nefaste della vigliaccheria di chi pur potendo reagire ai soprusi, come nel caso di Abbondio, preferisce non farlo.
Ad essi si contrappongono, tanto di fatto quanto idealmente, personaggi come Federigo Borromeo e Fra Cristoforo, uomini religiosi che empatizzano con i due protagonisti e le loro disavventure e li aiutano contrastando le macchinazioni di Rodrigo e dei suoi aiutanti.
Un discorso a parte merita l'Innominato, personaggio storico realmente esistito di cui però Manzoni non dà esplicitamente il nome, che conosce il più profondo cambiamento caratteriale tra tutti i personaggi del romanzo manzoniano.
In principio, infatti, questi è un nobile di alto rango che usa la sua posizione per compiere soprusi e violenze ai danni dei più deboli, ma dopo aver conosciuto Lucia ed essere rimasto colpito dalla sua innocenza viene preso da una forte crisi spirituale che lo porta, attraverso l’intervento di Fra Cristoforo, a convertirsi e a cominciare a operare il bene.
1.3L'innominato, il personaggio più complesso de I promessi sposi
L'Innominato è considerato uno dei personaggi più complessi de "I Promessi Sposi" per la sua evoluzione emotiva, per i conflitti interiori, per la lotta tra peccato e redenzione e per le tematiche etiche e religiose che rappresenta. La sua trasformazione da un personaggio negativo a uno che cerca attivamente il bene e la redenzione lo rende una delle figure più sfaccettate e intriganti dell'opera.
- Dualità Morale: L'Innominato è introdotto nel romanzo come un personaggio malvagio e spietato, coinvolto in atti di ingiustizia e violenza. Tuttavia, la sua lotta interiore tra la sua natura criminale e il desiderio di redenzione lo rende un personaggio profondamente contraddittorio. Questa dualità morale lo rende un soggetto di studio psicologico e riflessione sulla natura umana.
- Processo di Conversione: La conversione dell'Innominato da una vita di peccato a un percorso di redenzione è un tema centrale nella sua complessità. La sua ricerca di redenzione attraverso l'aiuto di Gertrude e la preghiera offre un ritratto profondo delle lotte interiori e dei cambiamenti profondi di un individuo.
- Profondità Emotiva: L'Innominato attraversa una gamma di emozioni intense, tra cui rimorso, vergogna, pentimento e desiderio di riscatto. Questa profondità emotiva lo rende umano e facilmente identificabile, pur nella sua situazione straordinaria.
- Tematiche Religiose ed Etiche: L'Innominato solleva importanti questioni etiche e religiose riguardo alla colpa, al pentimento e alla possibilità di riscatto. La sua storia offre un'opportunità di esplorare concetti come la giustizia divina, il perdono e la possibilità di cambiamento.
- Rapporto con Gertrude: Il rapporto tra l'Innominato e Gertrude rappresenta un aspetto significativo della sua complessità. Il suo amore e il suo desiderio di redimerla dal male che ha inflitto mettono in luce una dimensione di compassione e devozione che contrappone la sua natura criminale.
- Riflessione sulla Società e la Moralità: L'Innominato funge anche da simbolo delle contraddizioni e dei problemi morali presenti nella società dell'epoca. La sua storia offre spunti di riflessione sulle dinamiche sociali, sulla legge e sull'ordine, nonché sul ruolo della fede e della moralità nell'individuo e nella collettività.
2Il sistema dei personaggi secondo Franco Fido
L'intenzione di Manzoni è quindi quella di far emergere nel romanzo una serie di comportamenti e modi di fare rappresentativi delle inclinazioni umane e che agiscono tanto sul piano simbolico quanto su quello sociale.
Nel loro schierarsi a favore o contro il desiderio di matrimonio di Renzo e Lucia i vari personaggi arrivano a costituire due campi contrapposti, che nel loro relazionarsi formano un vero e proprio “sistema” di personaggi, che è stato analizzato da diversi autori e scrittori partendo da diversi punti di vista.
Lo storico della letteratura Franco Fido, ad esempio, struttura il suo sistema suddividendo i personaggi tra laici ed ecclesiastici: i quattro più importanti personaggi laici si dividono tra vittime, cioè Renzo e Lucia, e oppressori, cioè don Rodrigo e l'Innominato; i quattro principali personaggi ecclesiastici si dividono a loro volta tra gli aiutanti degli oppressori, don Abbondio e la Monaca di Monza, e aiutanti degli oppressi, Federigo Borromeo e Fra Cristoforo.
Partendo da queste distinzioni tra condizioni sociali (laici ed ecclesiastici) e ruoli narrativi (la distinzione tra oppressori e oppressi), Fido traccia le linee dei conflitti che oppongono i personaggi: la prima parte del romanzo è dominata dalla contrapposizione tra Renzo e Rodrigo, una conflitto che si mantiene a distanza poiché un incontro diretto avrebbe senz'altro significato la sconfitta di Renzo, più debole sul piano sociale; la seconda parte ruota invece attorno al conflitto, questa volta diretto, tra Lucia e l'Innominato: attraverso la fede e la Grazia divina, la giovane e pia protagonista riesce a convertire il nobile.
Questo sistema di opposizioni simmetriche esiste anche nel campo degli ecclesiastici, in questo caso però, ad emergere più chiaramente, sono le qualità morali dei personaggi, e in questo senso Fra Cristoforo, simbolo di un cristianesimo e di una Chiesa capaci di schierarsi in difesa dei più deboli, si contrappone idealmente al pavido opportunismo di don Abbondio, medesimo è il discorso che contrappone l'ambiguità di Gertrude, la monaca di Monza, alla magnanimità di Federigo Borromeo; nessuna delle coppie ecclesiastiche si incontra lungo tutto il romanzo, a parte il cardinal Borromeo e don Abbondio: nei capitoli XXV e XXVI, il parroco riceve un lungo rimprovero da parte del cardinale per non averlo messo a parte di quanto stava accadendo e per non aver chiesto il suo aiuto, preferendo sottostare alle minacce di don Rodrigo.
3Il sistema dei personaggi secondo Italo Calvino
Lo scrittore e intellettuale Italo Calvino, invece, propone un’altra chiave di lettura delle funzioni e dei rapporti tra personaggi. Anch’egli pone Renzo e Lucia al centro del suo sistema, che però si dispone attorno a loro in forma triangolare, un triangolo in cui ciascun vertice rappresenta una forma di potere: il potere sociale, il falso potere religioso e il vero potere religioso.
Questa triade di poteri viene analizzata sia per come si rapporta ai protagonisti che per come i diversi poteri si relazionano tra di loro: il potere sociale è sempre avverso ai protagonisti ed è aiutato nei suoi propositi dal falso potere religioso, al contrario il vero potere religioso contrasta gli altri due favorendo i protagonisti.
Inoltre, secondo Calvino, questo sistema triangolare si presenta due volte e con personaggi diversi, la prima volta contrapponendo don Rodrigo e don Abbondio a Fra Cristoforo, la seconda volta è il cardinale Borromeo che si contrappone a Gertrude e all’Innominato.