Il percorso di formazione di Renzo Tramaglino: analisi
Il percorso di formazione di Renzo: analisi sulla crescita del personaggio all'interno dei Promessi sposi di Manzoni
RENZO TRAMAGLINO
Renzo Tramaglino è il protagonista dei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Nell'ambito del poema, Renzo è probabilmente il personaggio che più di altro ha compiuto un percorso di crescita e formazione.
Ma come, e perché questo accade? Quali sono le esperienze che portano Renzo alla sua crescita?
RENZO TRAMAGLINO: PERCORSO DI FORMAZIONE
Il percorso di formazione di Renzo, che inizia già dal dialogo iniziale con Don Abbondio, nel quale chiede spiegazioni per il mancato matrimonio con Lucia, è un percorso positivo e di forte crescita.
Renzo inizia a farsi conoscere dal lettore come un sempliciotto: non è un uomo colto e ha difficoltà a trattare con quelli che Manzoni definisce potenti. Nel dialogo con l'Azzeccagarbugli Renzo riceve un'altra lezione di vita, della quale però non approfitta. Ma è la città di Milano che cambia davvero la percezione che Renzo ha della vita e del mondo: Milano per lui è una metropoli, e la ribellione per il pane nella quale si trova suo malgrado coinvolto, ha per lui un significato importantissimo: è qui che inizia ad imparare a guardarsi dai truffatori, ma anche a riconoscere come persino le lotte contro le ingiustizie possano trasformarsi a propria volta in ingiustizie.
RENZO TRAMAGLINO A MILANO
Renzo imparerà a proprie spese che spesso, in queste situazioni, è meglio “rimaner su propri passi” e non interessarsi di cose evidentemente troppo grandi per sé. Ma non solo: Renzo impara dai prori errori. Se all’inizio della storia Renzo si unisce alla folla in fermento senza neanche considerare le possibili conseguenze delle sue azioni, alla fine acquisisce una coscienza interiore, nonostante la sua semplicità e scarsa conoscenza dei meccanismi che governano il mondo.
La coscienza di Renzo nasce quando rifiuta la protezione del monaco che gli propone di aspettare in chiesa e si dirige da solo in città, trovandosi al centro dell'assalto al forno delle Grucce. Renzo parla a sproposito, senza calibrare le cose che dice e valutare a chi le dice: questo lo mette nei guai con la legge, facendo in modo che la polizia fraintenda il suo carattere e metta in dubbio la sua onestà. Non solo: la situazione peggiora quando si ubriaca in osteria.
A poco a poco però Renzo acquisisce scaltrezza: comprende quanto sia importante badare alle proprie azioni e alle proprie parole.
RENZO E LA GIUSTIZIA
Il tema della giustizia è trattato a lungo da Manzoni. Renzo, tanto desideroso di giustizia e rivalsa, scopre suo malgrado che la giustizia in un mondo di opportunismo e popolato da gente interessata solamente al proprio tornaconto. Non solo: la giustizia si trova di rado, e ancor più di rado viene rispettata.
Renzo, fin da quando gli viene proibito il matrimonio con Lucia, per puro capriccio di un potente, tocca con mano la tanto discussa ingiustizia nel mondo. Essendo lui un onestissimo “gentiluomo”, una persona retta e senz’alcun dubbio integra, si aspetta che anche gli altri siano ugualmente onesti con lui.
Le situazioni di ingiustizia provate da Renzo si possono riassumere nei suoi rapporti con i potenti, visti da Manzoni in modo negativo: Don Rodrigo, Don Abbondio, l’Azzeccagarbugli - che dimostra “l’ingiustizia della giustizia” ovvero quanto la legge stilata per bisogno di giustizia sia in realtà manipolata dagli uomini colti a favore dell’una o dell’altra parte - ma anche la guardia della giustizia a Milano, lo spadaio e il notaio.
Renzo affronta questa nuova realtà di ingiustizia in modo all’inizio inappropriato, ancora ricco di convinzioni e valori che lo rendono cieco alla natura del mondo, ma in seguito impara e corregge il suo comportamento in base all’occorrenza. Il nuovo Renzo è disilluso e scaltro. Soprattutto, è finalmente diventato un uomo.
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