Paul Gauguin: vita, stile e opere
Indice
- Biografia di Paul Gauguin: l’infanzia e il difficile inizio
- Stile di Gauguin: la Bretagna, sulla via del sintetismo
- La visione dopo il sermone di Gauguin: descrizione e significato
- Gauguin e la Polinesia, un mondo nuovo e selvaggio
- La Orana Maria (Ave Maria): descrizione e analisi
- Descrizione e significato dell’opera Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
- Gauguin: l’ultimo periodo e la morte
- Guarda il video: le curiosità sulla vita del pittore Paul Gauguin
- Concetti chiave
1Biografia di Paul Gauguin: l’infanzia e il difficile inizio
Non è un uomo qualunque Paul Gauguin, tutto in lui è straordinario, le sue origini, il suo vagabondare nel mondo e la sua ricerca artistica. Sua nonna materna, Flora Tristan, era una scrittrice peruviana, anarchica e femminista ante-litteram, arrivata a Parigi da bambina aveva poi sposato l’incisore André Chazal, matrimonio che non le aveva impedito di vivere una vita libera e indipendente. Dall’unione era nata Aline che nel 1846 si sposa con Clovis Gauguin, giornalista e intellettuale, fiero sostenitore della Repubblica e ostile a Luigi Napoleone Bonaparte, il quale aveva chiare aspirazioni imperialiste.
Papà Clovis e mamma Aline, riconosciuti come oppositori del governo, decidono quindi di fuggire dalla Francia per cercare in Sud America un mondo più libero, per loro e per i loro figli Marie e Paul, che era nato nel 1848 e che al momento della partenza aveva soltanto un anno. Clovis, il padre di Paul, muore durante il viaggio, Aline e i suoi bambini vengono accolti a Lima dalla famiglia di origine.
Nonostante la perdita del padre la prima infanzia di Paul Gauguin è felice e agiata, vive in una bella casa, circondato dall’affetto della madre e dei nonni, muove i suoi primi passi in una città piena di colori, i suoi occhi si caricano di immagini che resteranno indelebili nella sua mente.
Nel 1855, alla morte del nonno paterno, la famiglia torna però in Europa e si stabilisce a Orleans. Inizia un periodo difficile, Paul Gauguin non parla bene il Francese e per questo a scuola è un cattivo studente, lontano dal Perù anche la situazione economica della famiglia è molto più dura e fin da ragazzo Paul pensa a come potrà guadagnarsi da vivere, tenta con l’accademia navale ma viene bocciato e a soli 17 anni entra quindi nella marina mercantile.
Solcherà tutti gli oceani, tornerà in Perù, vedrà il Brasile, l’Africa e l’India, dove nel 1867 lo raggiungerà la triste notizia della morte di sua madre. Allo scoppio della guerra franco-prussiana presterà servizio militare nella flotta e potrà tornare in Francia solo nel 1871. Ha 23 anni ed è ormai solo al mondo.
L’uomo con cui sua madre aveva stretto una relazione negli ultimi anni della sua vita, Gustave Arosa, però lo accoglie e lo aiuta a trovare un lavoro come impiegato in un banco di cambio. Il patrigno vive a Saint Claude, in Borgogna, è un uomo colto, ama la pittura e possiede una notevole collezione di dipinti.
Questa passione avvolge ben presto il giovane Paul Gauguin che inizia anch’egli a mettere insieme una magnifica collezione, e comincia per puro diletto e da autodidatta a disegnare e a dipingere.
Nel 1875 si sposa con una ragazza danese dalla quale avrà cinque figli. Tutto è tranquillo quindi, ha un buon impiego, una famiglia, un hobby raffinato, sembra che il marinaio-ragazzino abbia trovato la sua pacifica dimensione borghese.
Ma il fuoco dell’arte ha cominciato ad ardere in lui, così come la voglia di scoperta, l’interesse per ciò che è anticonvenzionale (elemento che doveva da sempre essere nel suo DNA). Paul Gauguin colleziona con passione i dipinti degli impressionisti, che in quegli anni mostrano le proprie opere così distanti da quelle accademiche, così fortemente osteggiate e criticate, e inizia lui stesso a fare della pittura qualcosa di più che un semplice passatempo.
Nel 1876 invia alcuni suoi dipinti al Salon parigino e dal 1879 espone regolarmente con il gruppo degli Impressionisti. Sono soprattutto paesaggi, fortemente influenzati dalla pittura dell’amico Camille Pisarro.
Nel 1885 lascia l’impiego al banco di cambio e da quel momento vivrà solo per l’arte. La sua è una scelta coraggiosa ma difficile, la pittura non gli dà da vivere e le difficoltà economiche mettono seriamente in crisi il suo matrimonio. Nel 1886 la moglie e i figli vanno in Danimarca, dove possono contare sull’appoggio dei parenti, e Paul è solo ancora una volta.
2Stile di Gauguin: la Bretagna, sulla via del sintetismo
Sembra la fine di tutto invece è un nuovo inizio. Paul Gauguin continua a lavorare con passione ai suoi paesaggi quando scopre una nuova passione, la ceramica, una pratica che determinerà un netto cambio di stile anche nel suo modo di dipingere e da cui prenderà spunto per la sua personalissima grafica fatta di contorni netti, di campiture uniformi e colori brillanti.
Sempre nell’86 si trasferisce in Bretagna perché lì la vita costa meno, rispetto alla raffinata Sain Claude e alla frenetica Parigi, Pont-Aven è un luogo selvaggio, arcaico, quasi primitivo. Gli artisti sono accolti con simpatia e qui Gauguin sente forte il richiamo verso una vita e un’arte lontane dalla civiltà e dalle sovrastrutture borghesi.
Questa sete di “selvaggio” lo spinge un anno dopo a lasciare di nuovo l’Europa alla volta di Panama e della Martinica, dipinge e disegna tanto, con colori nuovi e nuove suggestioni ma quasi non riesce a sfamarsi e ben presto si ammala.
Tornato in Francia con l’aiuto di un amico nel 1888 è ancora a Pont-Aven, dove insieme al giovane pittore Émile Bernard elabora un linguaggio del tutto nuovo e del tutto distante da quello impressionista, fatto di forme semplici, sintetiche ed evocative.
3La visione dopo il sermone di Gauguin: descrizione e significato
A questa fase bretone appartiene il primo grande capolavoro di Gauguin che si affranca dal paesaggio di matrice impressionista. Il dipinto, che oggi si trova alla National Gallery di Edimburgo, fu portato a termine nel 1888.
La composizione è divisa in due parti nel senso orizzontale, in basso e in primo piano un gruppo di donne è ripreso di spalle, indossano la tipica cuffia delle contadine bretoni e le loro teste formano una successione di campiture bianche che si staccano nettamente dai colori scuri degli abiti, di alcune sulla sinistra si intravede il profilo, hanno l’atteggiamento devoto, con il capo chino e le mani giunte, di chi partecipa ad una celebrazione sacra. La parte superiore presenta uno sfondo rosso acceso, del tutto antinaturalistico, e lo spazio è tagliato in due in senso diagonale da un grade tronco di albero a destra del quale, sospesa nel vuoto si svolge la scena biblica di Giacobbe che lotta con l’angelo, generata dall’immaginazione delle donne stesse in seguito all’ascolto del testo sacro. Dall’altro lato del tronco una mucca, inquadrata dall’alto, pascola sullo spazio rosso senza dimensione. Le figure sono semplici, immediate e potenti, non si indulge più sullo studio minuzioso della luce, del paesaggio, della prospettiva, il colore piatto colpisce lo spettatore e lo catapulta in una dimensione simbolica.
Nel primo soggiorno in Bretagna Paul Gauguin aveva incontrato Vincent Van Gogh, tra i due nasce un’intesa e un’amicizia profonda: entrambi sono debitori nei confronti dell’Impressionismo ma entrambi hanno iniziato a percorrere una strada nuova e personale, si stimano, parlano dei loro progressi nella pittura e si scrivono regolarmente.
In quello stesso anno Vincent, che si era trasferito in Provenza, lo invita a stare da lui, ad Arles, nella famosa casa gialla. La speranza di Vincent è quella di creare una comunità permanente di artisti ma Paul non è tipo da fermarsi troppo a lungo nello stesso posto. I due lavorano tanto, si ritraggono a vicenda, discutono animatamente di pittura ma quando Gauguin decide di andarsene la fragile psiche di Van Gogh va in pezzi, addolorato e ferito aggredisce l’amico nel tentativo di trattenerlo ma poi si pente e fa del male a sé stesso.
Il gesto disperato di Van Gogh non trattiene Paul Gauguin che dopo un altro breve soggiorno a Pont-Aven, nell’aprile del 1891 si imbarca per Tahiti.
4Gauguin e la Polinesia, un mondo nuovo e selvaggio
Il viaggio per il Pacifico dura tre mesi, al suo arrivo nella capitale Papeete Gauguin è entusiasta e pieno di energia ma ben presto, illuso di allontanarsi dalla civiltà, ne scopre il suo volto più duro, il colonialismo. Lontano dall’Europa ritrova gli stessi problemi: la mancanza di soldi, le false promesse di mercanti e collezionisti, un prestigio sociale che non arriva. Abbandona quindi la città per spingersi sempre più in zone isolate, dove è circondato solo dalla natura e dagli indigeni.
Sebbene sia povero e non riesca a vendere i suoi quadri qui Paul trascorre due anni felici, è sereno e lavora intensamente. Le sue tele si popolano di alberi e fiori e frutti esotici, di spiagge e di figure femminili, a volte nude, a volte ricoperte dalle sgargianti stoffe tahitiane. Studia la cultura locale, ne indaga i simboli, gli arcani e ripensa, in questo mondo ingenuo e incorrotto, anche ai retaggi della tradizione cristiana.
5La Orana Maria (Ave Maria): descrizione e analisi
Il dipinto, eseguito intorno al 1892, e oggi al Metropolitan di New York, ripropone in chiave indigena l’episodio dell’adorazione dei magi. La scena è calata in una dimensione prettamente femminile: Maria si trova in piedi sulla destra del dipinto, è avvolta in un telo rosso a fiori bianchi che lascia scoperte le gambe e le spalle, il bambino è portato a spalla e dorme profondamente con il capo reclinato su quello della madre, al centro del dipinto, più in secondo piano, due donne si avvicinano e chinano appena il busto giungendo le mani in segno di saluto e benvenuto, secondo le usanze locali. Le segue un angelo, le cui ali si confondono con la vegetazione, dalla pelle scura e i lunghi capelli neri. In primissimo piano i doni, una natura morta ricolma di frutti esotici. I personaggi hanno una fisicità monumentale che non contrasta però e non sovrasta l’ambiente naturale, verde e rigoglioso. Tutto è immerso in una atmosfera felice e primordiale.
La felicità però dura poco, Paul si ammala, non ha i soldi per curarsi e con molte difficoltà viene rimpatriato a spese del governo. Nel settembre del 1893 è di nuovo a Parigi, può mostrare al mondo i dipinti e le sculture che gli ha ispirato quel mondo selvaggio, la critica è impressionata ma il pubblico è ancora freddo, tira avanti con l’aiuto di pochi amici.
Sente che ormai quello non è più il suo posto e nonostante la sua salute non sia migliorata vende all’incanto tutto ciò che ha, compresi quadri e disegni, e si imbarca per l’ultimo viaggio e nel settembre del 1895 è di nuovo a Papeete.
6Descrizione e significato dell’opera Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?
Con la grande tela, eseguita nel 1897, oggi al Museum of Fine Arts di Boston, Gauguin si propone di rispondere alle grandi domande dell’esistenza umana, in un momento che lui immagina vicino alla conclusione della sua esistenza personale. Il dipinto ricorda, nel formato orizzontale, un grande fregio e si popola di figure indigene in buona parte riprese da dipinti precedenti, letto da destra verso sinistra appare come la rappresentazione del percorso che l’uomo svolge dalla nascita alla morte.
Si comincia infatti con la figura del neonato, che dorme sul suo giaciglio vegliato da tre giovani figure femminili, le donne possiedono il dono della vita e ne sono le custodi, sono raffigurati in penombra e con colori scuri. Al centro, in piedi, un ragazzo nel pieno della sua giovinezza, tende le braccia verso l’alto per cogliere un frutto, l’età più felice a cui la vita dona la sua parte migliore. Accanto a lui, una fanciulla seduta di spalle condivide questa condizione di gioia e pienezza, entrambi sono raffigurati con colori caldi e brillanti. Sempre nella parte destra del dipinto, in secondo piano due figure in piedi camminano e parlano, diversamente dagli altri personaggi sono vestite e per questo evocano una condizione civile e non primitiva, come quella dei sapienti o dei profeti. La parte destra del quadro ripropone uno schema simile, una bambina è seduta a terra, è circondata da animali domestici, volto rassicurante della natura, mentre mangia un frutto, al centro una fanciulla nuda, in posizione sdraiata, evoca la sensualità e a fertilità (anche questa figura presenta toni più caldi e luminosi rispetto allo sfondo). Alle sue spalle un idolo, scolpito nella pietra azzurra suggerisce i miti e le credenze, le false speranze riversate in un modo ultraterreno. Sull’estrema destra la figura che conclude il ciclo, è una donna anziana e scura, è piegata su sè stessa e non le resta che attendere la morte.
7Gauguin: l’ultimo periodo e la morte
Con il poco che ha acquista un terreno, costruisce una capanna e si rimette all’opera ma il destino è di nuovo crudele con lui, gli giunge la notizia della morte della sua adorata figlia Aline e cade in uno stato di profonda depressione, dipinge quello che immagina sia il suo ultimo quadro, un testamento artistico e spirituale, e tenta il suicidio. Per Gauguin però la morte non arriva, non ancora. Si era recato nella foresta e aveva assunto del veleno che gli aveva provocato fortissimi dolori ma non lo aveva ucciso.
In seguito a questa esperienza tragica decide di allontanarsi ancora di più dalla civiltà e si sposta nelle isole Marchesi. Qui conduce un’esistenza ancora più povera, si batte contro il colonialismo e a favore dei diritti degli indigeni. I suoi ultimi dipinti, come Preparativi di festa, indicano una ritrovata serenità. Si spegne da solo, nella sua capanna nel maggio del 1903, i suoi quaderni e molte delle sue opere vengono distrutte dalle autorità cattoliche, ciò che sopravvive viene esposto al Salon d’Automne nel 1906, una consacrazione della grandezza della sua arte.
8Guarda il video: le curiosità sulla vita del pittore Paul Gauguin
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Domande & Risposte
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Chi è stato Paul Gauguin?
E’ stato un pittore francese famoso per i suoi quadri con paesaggi e donne polinesiane.
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A quale corrente artistica appartiene Paul Gauguin?
Post-impressionismo.
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Quali sono le opere più importanti di Paul Gauguin?
Il Cristo giallo, Due donne tahitiane, La visione dopo il sermone, Orana Maria e Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?