Parini e i nobili: riassunto breve

Breve riassunto su Parini e i nobili: la critica del poeta contro la nobiltà, una tematica teorizzata nel poemetto Il giorno

Parini e i nobili: riassunto breve
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Parini e i nobili: riassunto

Parini e i nobili
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Giuseppe Parini critica duramente la classe aristocratica in quanto è oziosa, vuota e improduttiva. Parini critica la nobiltà da diversi punti di vista: sul piano economico la critica perché i nobili sperperano tutta la ricchezza derivata dal lavoro altrui, invece di adoperarsi per il bene comune; dal punto di vista intellettuale i nobili non cercano di progredire culturalmente e sul piano civile perché passano tutta la vita alla ricerca del piacere senza ricoprire cariche e magistrature che siano utili al bene pubblico.

Parini si scaglia soprattutto contro l’uso del "cavalier servente" che ha come conseguenza la legalizzazione dell’adulterio e che va a minare uno dei principi fondamentali per Parini, cioè la famiglia. Tuttavia, Parini riconosce che in epoche passate la nobiltà aveva avuto una funzione sociale, difendendo la patria in guerra, ricoprendo magistrature e amministrando la cosa pubblica. Ciò che muove il suo sdegno, infatti, non è l’aristocrazia in sé ma la decadenza dell’attuale classe aristocratica.

Il giorno di Parini

La critica contro la nobiltà ha la sua massima teorizzazione nell’opera “Il giorno. Si tratta di un poemetto in endecasillabi sciolti, suddiviso in quattro parti, ed è una satira sociale contro l’aristocrazia, cioè una critica nei confronti di quella società che Parini considera superficiale e improduttiva. Ne Il giorno, Parini racconta la giornata tipo di un Giovin Signore, cominciando dalla mattina per arrivare fino alla sera. Parini si mostra come il precettore del nobile e cerca di aiutarlo a trascorrere la faticosa giornata, tra ozi e piaceri. Subito è evidente il tono sarcastico che usa l’autore e che emerge dall’uso di termini aulici e di rappresentare iperbolicamente anche i gesti più quotidiani e frivoli.

La condanna della nobiltà che emerge dal poema appare, quindi, dura e inequivocabile. L’ideale per Parini sarebbe una nobiltà che legittimi la sua posizione privilegiata facendo fruttare le proprie terre e accrescendo il bene comune. Ma se l’atteggiamento di Parini sembra inequivocabilmente di condanna esso risulta ambiguo. Infatti nella descrizione di ogni singolo suppellettile del nobile, invece di mostrare la futilità di quell’ambiente, traspare una sorta di compiacimento e appare quasi affascinato dal quel mondo di grazie ed eleganza.

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