Il paradosso della guarigione: perché a volte si ha paura di stare meglio?

In alcuni casi può accadere che le persone malate abbiano paura di guarire. Succede con alcuni disturbi psicologici, quando la persona malata ostacola volontariamente il trattamento o addirittura lo rifiuta.

Il paradosso della guarigione: perché a volte si ha paura di stare meglio?
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PERCHÈ ALCUNE PERSONE NON VOGLIONO GUARIRE DAI DISTURBI MENTALI

Malati che non vogliono guarire
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Voler guarire da una malattia sembra la cosa più scontata del mondo: chi non vorrebbe stare bene ed in salute? Questo però non è scontato quando si parla di alcuni disturbi psicologici per cui la guarigione può sembrare l’opposto di ciò che si vuole. Con l’esposizione sui Social Network delle sofferenze psicologiche ha iniziato ad avere visibilità un lato della psicopatologia che in altri contesti è più difficile notare: l’attaccamento al disturbo e la riluttanza alla guarigione. Si tratta in realtà di un aspetto molto comune, che bisogna però distinguere dalla perdita di speranza rispetto alla guarigione.

Ci sono dei casi in cui la persona che soffre ostacola volontariamente il trattamento o addirittura lo rifiuta. Per quanto dall’esterno possa sembrare una dinamica assurda, ha in realtà molto senso in quanto esistono due tipologie di disturbi:

  • disturbi egodistonici: la persona si percepisce malata, riconosce quanta sofferenza è generata dal disturbo e desidera guarirne;
  • disturbi egosintonici: la persona non riconosce la presenza del disturbo, sente quei comportamenti, pensieri, affetti ed emozioni in sintonia con la propria personalità e per questo non desidera guarire o non lo ritiene necessario.

La volontà di guarire è data quindi prima di tutto dalla consapevolezza rispetto alla presenza deldisturbo. Esistono poi ancora altre due motivazioni che spesso rendono la persona riluttante rispetto alla guarigione:

  1. la malattia è presente da così tanto tempo che rappresenta a tutti gli effetti una zona di comfort; uscirne implica uno sforzo estremo e molta paura rispetto ad un mondo“sconosciuto”.

  2. la malattia rappresenta uno strumento per soddisfare bisogni che a lungo sono rimasti insoddisfatti; spesso questo viene visto dall’esterno come meschino o manipolatorio, ma ladomanda da porsi a questo punto è: “come mai questa persona è arrivata al punto di doversoffrire così tanto per soddisfare dei suoi bisogni?”

Vien da se che la guarigione, in modo paradossale rispetto a ciò che siamo abituati a pensare, può rappresentare per molte persone una perdita, può essere vista come la mancata accettazione da parte degli altri, come uno sforzo che non ci si sente di fare o un cambiamento talmente grande da essere spaventoso, rendendo così il percorso di cura e trattamento molto più complesso.

COME AIUTARE CHI SOFFRE DI DISTURBI MENTALI

Ovviamente quanto detto sopra fa parte di schemi di pensiero disfunzionali generati dalla malattia stessa, che cerca in ogni modo di mantenersi viva. Per chi soffre però può essere estremamente difficile assumere questa prospettiva, ed è per questo che bisognerebbe evitare il più possibile di giudicare questa “scelta”.
Sicuramente tutto ciò può essere anche fonte di sofferenza e frustrazione per chi sta accanto a persone che soffrono di psicopatologie, ed è per questo motivo che anche in questi casi è consigliato un percorso di terapia che permetta di gestire questa situazione. Prendersi cura di sè a livello psicologico è sicuramente il primo passo per sostenere una persona cara nel percorso di guarigione. Oltre a ciò, vi sono alcuni accorgimenti che possono essere molto d’aiuto in questo processo:

  • documentarsi e informarsi rispetto alla malattia specifica;
  • avere consapevolezza della difficoltà della guarigione e di quanto detto nel paragrafo precedente;
  • non giudicare e mostrare apertura, accoglienza e accettazione della persona in primis e anche della sua sofferenza;
  • chiedere supporto a specialisti della salute mentale;
  • essere disposti all’ascolto e alla comprensione dei bisogni della persona che soffre;
  • ricordarsi sempre che anche se in alcune situazioni la malattia può avere il sopravvento, non si ha a che fare con un disturbo, ma con una persona dotata anche di molte altre caratteristiche, con bisogni, sentimenti, desideri, passioni che possiamo condividere e coltivare insieme.

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