Disturbo di overthinking: cos'è, sintomi e come gestirlo

Overthinking: cos'è e cosa significa? Letteralmente vuol dire "pensare troppo" ed è un disturbo tipico di questi tempi. Consiste in un susseguirsi di pensieri di cui sono vittime le persone risucchiate da una quotidianità frenetica. Scopri i sintomi e come gestirli.

Disturbo di overthinking: cos'è, sintomi e come gestirlo
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Cos'è l'overthinking?

L’overthinking, letteralmente “pensare troppo”, rappresenta un fenomeno che spesso si associa ad ansia a disagio e che crea numerose difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane. Il fenomeno dell’overthinking può essere definito come un continuo ed infinito susseguirsi di pensieri, fenomeno che ognuno di noi può sperimentare in diversi momenti di vita. La sua presenza infatti non è necessariamente patologica: talvolta infatti è connesso ad uno specifico momento o problema da risolvere, oppure ad un periodo particolarmente intenso in cui sentiamo la necessità di tenere a mente una grande quantità di informazioni per motivi organizzativi.

Talvolta però può evolversi in rimuginio, una modalità di pensiero molto più dannosa. In particolare ne esistono tre tipologie differenti:

  1. focus sul passato: i pensieri sono incentrati sull’immaginare esiti diversi di eventi vissuti, pensando ad esempio che si sarebbe potuta prendere una decisione differente o ci si sarebbe potuti comportare diversamente in una certa situazione;
  2. focus sul presente: in questo caso i pensieri sono una costante valutazione su ciò che ci circonda, se quella relazione è giusta, se si sta facendo una cosa nel migliore dei modi, e viene posta particolare attenzione a elementi di sofferenza e di disagio;
  3. focus sul futuro: i pensieri sono per lo più legati a preoccupazioni, previsioni e aspettative, connotati solitamente da un buon grado di pessimismo;

Conseguenze dell'overthinking

Come abbiamo visto, l’overthinking non necessariamente rappresenta un fenomeno patologico. Quando lo diventa però può creare un terreno fertile per lo sviluppo di sofferenza e vere e proprie psicopatologie.In particolare è molto connesso al bisogno di alcune persone di mantenere il controllo su di sè e/o sulle situazioni. Proprio per questo motivo, alcuni disturbi sono risultati in forte correlazione con questa tipologia di overthinking:

  • Disturbi d’ansia: come l’ansia sociale, l’ansia generalizzata, l’ipocondria e soprattutto il DOC
  • Disturbi Alimentari
  • Depressione
  • Dipendenze

Se non si sviluppa una psicopatologia, questa modalità di pensiero può comunque produrre una serie di conseguenze spiacevoli come:

  • stress
  • ansia
  • stanchezza
  • insonnia
  • affaticamento
  • difficoltà di concentrazione
  • mal di testa

Strumenti per gestire l'overthinking

Per gestire l’overthinking è importante prima di tutto comprendere che:

  • pensare incessantemente ad un problema non ci porterà necessariamente alla sua soluzione;
  • spendere grandi quantità di energie mentali pensando ad esiti diversi di eventi passati non solo non cambierà nulla ma ne amplificherà i sentimenti negativi;
  • non siamo obbligati a soffermarci e andare dietro ad ogni singolo pensiero che attraversa la nostra mente;

Non sono concetti semplici da comprendere quando l’overthinking è ormai una costante, per questo motivo spesso si rende necessario un supporto psicologico. Per chi risulta più semplice lavorare individualmente su questo fenomeno allora può avvalersi di alcuni strumenti:

  1. la cura dell’igiene del sonno: un miglior riposo ci permette di avere maggiore energia mentale per gestire i pensieri e risolvere i problemi;
  2. esprimere quei pensieri: scrivendoli o dicendoli ad alta voce (per se stessi o parlandone con qualcuno), questo ci renderà più semplice allontanarci da quei pensieri;
  3. posticipare l’overthinking: individuare un momento della giornata in cui dedicarsi a questi pensieri, impegnandosi nel posticiparli ogni volta che si presentano in altri momenti, così da ridurre il tempo dedicato;
  4. praticare la mindfulness: ci permette di imparare a prendere consapevolezza e “controllo” sui pensieri, così da concentrarci sul qui ed ora;
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