Oscar Wilde, biografie e opere | Video
Biografia e opere dello scrittore irlandese Oscar Wilde, in un breve video con Emanuele Bosi
Oscar Wilde
Ti sarà capitato di vedere su qualche social questa o quella citazione attribuita a Oscar Wilde…ecco, non è un caso. In effetti Wilde è stato una fonte inesauribile di aforismi, ma soprattutto di riflessioni preziose sulla corrente letteraria di cui è maestro: l'Estetismo.
Oscar Wilde nasce in Irlanda da un padre chirurgo e da una madre scrittrice. È il 1854, e dopo pochi anni, mentre frequenta il Trinity College di Dublino, già inizia ad emergere quella personalità anticonformista che lo renderà così unico. Pochi anni dopo, all’università di Oxford, incontra finalmente l’Estetismo, di cui diventa quasi un’icona vivente. Indossa calze di seta, giacche di velluto, pantaloni al ginocchio, strane cravatte e spesso passeggia portando tra le mani un giglio o un girasole.
Viaggia molto in Europa e negli Stati Uniti, e quando torna in patria sposa Constance Lloyd, con la quale ha due figli.
È intorno al 1880 che Wilde inizia a scrivere i suoi racconti: Il fantasma di Canterville, Il principe felice, ma anche molte opere teatrali di successo, come Salomè o L’importanza di chiamarsi Ernesto. Ed è anche il momento in cui nasce Il ritratto di Dorian Gray, del 1891, considerato ancora oggi il manifesto dell’Estetismo.
Ovviamente, nell’epoca della morigeratezza vittoriana, non tutto va esattamente liscio: Salomè non viene rappresentata a Londra per oscenità e Il ritratto di Dorian Gray viene definito immorale, senza se e senza ma. Cosa risponde Wilde? Che la bellezza è il suo unico scopo e la morale non ha importanza. Tieni a mente questa frase: ci servirà per dopo.
Negli anni successivi Wilde inizia una relazione con il giovane Lord Alfred Douglas. Il padre del ragazzo lo accusa di omosessualità, che nell’800 è ancora un reato punibile penalmente. Lo scrittore viene processato e condannato a due anni di lavori forzati nella prigione di Reading Gaol, che ispira anche una sua celebre ballata.
Quando esce, è un uomo finito. Ha perso tutto, anche la moglie e i figli, e ha contro tutta l’opinione pubblica. Lascia l’Inghilterra e si trasferisce a Parigi sotto un altro nome, Sebastian Melmoth. Muore di meningite nel 1900, dopo aver trascorso anni difficilissimi anche dal punto di vista economico.
Il ritratto di Dorian Gray
Ma concentriamoci un momento sul romanzo che ha portato Oscar Wilde alla fama: di cosa parla in due parole Il ritratto di Dorian Gray? Il protagonista è un uomo che segue i principi dell’edonismo: compie azioni orribili, ma mantiene intatta negli anni la sua bellezza e la sua giovinezza. A invecchiare e imbruttire al suo posto, c’è infatti un ritratto che tiene nascosto.
La storia di Dorian Gray è una trasposizione del mito di Faust, che vende l’anima al diavolo in cambio del sapere illimitato. E lo scopo finale di Wilde è quello di dimostrare che l’arte ha il potere di rendere tutto eterno: alla fine del romanzo, infatti, il ritratto tornerà al suo originario splendore, come se nulla fosse successo.
Ma c’è un altro punto che ci interessa: il libro può essere inteso, infatti, anche come una critica alla società vittoriana, che pur nella sua apparente bellezza e perfezione, ha un suo doppio nascosto che rappresenta un lato oscuro fatto di repressione, bigottismo e povertà.
E veniamo alla frase di prima, quella sulla bellezza e la morale. Con buona pace di Oscar Wilde, insomma, possiamo dire che anche se il libro non è nato per insegnare una morale, nei fatti è proprio quello che fa.
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