Se sbagli scuola superiore la colpa è tua
Gli insegnanti: "I ragazzi non seguono i consigli di orientamento"
Orientamento: a cosa servono i consigli dei professori se poi gli studenti e le famiglie non li rispettano? Secondo l'opinione di una professoressa intervistata da Famiglia Cristiana, ben il 60% degli studenti delle scuole medie inferiori a cui vengono offerti dei consigli di orientamento non ne tengono conto. E dunque si incamminano su una scelta che, se non si può definire certamente sbagliata, di sicuro non gli è stata consigliata da chi per tre anni li ha seguiti.
ORIENTAMENTO - "Dopo tre anni insieme in classe, conosciamo bene i nostri allievi, le loro attitudini, anche i loro desideri e quelli della famiglia", dice la professoressa Tecchio nell'intervista al settimanale cattolico. Chi meglio di una prof, argomenta la docente, è in grado di indicare la strada giusta al proprio alunno? Eppure, si legge, le indicazioni dei prof vengono sistematicamente disattese, rendendo inutile il lavoro di orientamento che pure i docenti fanno.
Almeno il 60% non ascolta e non segue il consiglio orientativo: o cambia tipologia di scuola o la sceglie senza però mantenere l’indirizzo suggerito.
E perché non si seguono i consigli degli insegnanti? Secondo la professoressa, conta moltissimo il fattore ambientale.
SUPERIORI, I CONSIGLI PER FARE LA SCELTA GIUSTA
I MOTIVI - Questo vuol dire che i genitori sono pronti a mandare il ragazzo in una scuola meno adatta al suo percorso perché, in quel determinato istituto, il ragazzo potrebbe essere "traviato dai compagni di classe". E alzi la mano chi non ha mai sentito un discorso del genere.
La scuola che mi ha consigliato l’ho vista, siamo stati all’open day, ma l’utenza è problematica e il mio ragazzo può essere traviato dai compagni di classe: preferisco mandarlo al tecnico, in un ambiente sano, anche a costo che perda un anno e ne faccia poi due in uno, piuttosto che in una scuola sicuramente più adatta a lui ma troppo problematica dal punto di vista comportamentale
Viene valutato anche la situazione del quartiere: non si vuole che voi studenti frequentiate "brutta gente"; e, in effetti, le professoresse delle medie confermano che gli istituti professionali sono spesso popolati da "ragazzi con difficoltà di tutti i tipi, spesso con problemi, e si formano classi numerose con molti allievi con difficoltà di apprendimento" che creano più difficoltà che altro all'alunno. Ma in questo modo i vostri genitori finiscono per iscrivervi in scuole che, magari, a voi non piacciono, in cui studiate con difficoltà e in cui è più facile essere bocciati. Quale può essere il giusto equilibrio?