Ogni mattina a Jenin: trama e riassunto del libro di Susan Abulhawa

Scopriamo la trama, il riassunto e le info sull'autrice di Ogni mattina a Jenin, il romanzo di Francesca Giannone divenuto un caso letterario.

Ogni mattina a Jenin: trama e riassunto del libro di Susan Abulhawa
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Ogni mattina a Jenin: trama, riassunto e biografia dell'autrice Susan Abulhawa

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Ogni mattina a Jenin è il primo romanzo dell’autrice e attivista palestinese Susan Abulhawa, pubblicato la prima volta nel 2006 (con il titolo The Scar of David) e poi nel 2010, diventando un vero e proprio caso letterario in tutto il mondo. Si tratta del primo libro che, attraverso la formula del romanzo, narra le vicissitudini della Palestina sotto attacco di Israele, diventando un best seller. Vediamo insieme la trama, il riassunto del testo e maggiori informazioni sulla sua autrice.

Ogni mattina a Jenin: trama

Ogni mattina a Jenin è il primo romanzo mainstream in inglese ad esplorare la vita nella Palestina post-1948. La storia si svolge nella Palestina del 1948 attraverso i campi della Nakba, di Sabra e Shatila. Il romanzo affronta la perdita, il dolore, i traumi non trattati e la sofferenza umana, e mostra come i palestinesi sono andati avanti dopo ciò che hanno subito in quegli anni.

La storia abbraccia quattro generazioni di una famiglia palestinese. La protagonista del romanzo, Amal, è nata in un campo profughi a Jenin e il romanzo mostra la vita nel campo attraverso i suoi occhi e, in seguito, la mostra come una madre che cerca di navigare nel mondo attraverso il trauma della sua infanzia.

Ogni mattina a Jenin: riassunto

1941, Yehya è un palestinese che vive coltivando olivi con la sua famiglia a Ein Hod, una piccola cittadina situata nel nord di quello che oggi è territorio israeliano. Hasan, suo figlio, intelligente e pieno di inquietudine, incontra un buon amico ebreo, Ari. Sono uniti da un forte legame di amicizia, nonostante le differenze di religione e lingua.

Ma lo scoppio della violenza derivante dalle incursioni israeliane, la creazione dello Stato di Israele e il successivo esilio dei palestinesi nei campi profughi separeranno i due amici.

Hasan sposerà Dalia, una beduina dalla quale avrà tre figli: Ismael, Yousef e Amal. Questi subiranno destini molto diversi: in una delle incursioni, il giovane Ismael verrà rapito da un soldato israeliano, che lo consegnerà alla moglie, incapace di avere figli, che lo educherà secondo le credenze e l'ideologia di coloni ebrei e lo chiameranno David.

Yousef erediterà la gentilezza e l'intelligenza del padre, e sarà parte attiva nella vita del campo. Gli anni passano nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, dove la famiglia è dovuta fuggire, e ancora non possono tornare al loro villaggio o lavorare in quella che è sempre stata la loro terra.

Lì nascono nuove generazioni di palestinesi, come Amal, che svilupperanno la nostalgia per un paese e una normalità che non ha mai sperimentato. La sua vita sarà la testimonianza di chi non ha conosciuto altro che una famiglia spezzata, la vita in campagna e le continue guerre che lo costringeranno ad emigrare; una vita, però, che godrà del dono dell’amicizia.

Suo fratello Ismael (David), invece, ignaro delle sue origini, si arruolerà nell'esercito israeliano e prenderà parte alle atrocità perpetrate contro i palestinesi, anche contro suo fratello Yousef. David, però, ha una cicatrice sul volto e alcuni tratti fisici che prima o poi lo ricollegheranno alla sua famiglia biologica.

Amal vivrà in un orfanotrofio a Gerusalemme e successivamente buona parte della sua vita negli Stati Uniti, Paese al quale non saprà mai adattarsi. Tornerà a Beirut, in Libano, per lavorare in un campo profughi e lì si sposerà. Ma la guerra tornerà a perseguitarla e lei dovrà tornare incinta negli Stati Uniti, dove avrà ed educherà la figlia Sara.

Nel frattempo Yousef, in seguito all'omicidio della donna della sua vita e del suo futuro figlio, perde ogni speranza di essere felice, il desiderio di vendetta lo vince e diventa un terrorista. Sara, la figlia di Amal, desiderosa di ritrovare le sue origini e la sua identità, cercherà di convincere la madre a tornare in Palestina.

Amal accetterà, commossa dal recente incontro con il fratello David, riconciliandosi con il suo passato e colpita dalla nostalgia per i suoi parenti. Per qualche giorno la felicità tornerà nelle loro vite. Ma la barbarie e l’insensatezza della guerra li raggiungeranno, e solo le nuove generazioni sopravvivranno per garantire che la storia non si ripeta.

Chi è Susan Abulhawa?

Susan Abulhawa è una scrittrice palestinese nata il 3 giugno 1970, attivista per i diritti umani e sostenitrice dei diritti degli animali. Proveniente da una famiglia palestinese in fuga dopo la Guerra dei Sei giorni, ha trascorso i suoi primi anni di vita in un orfanotrofio di Gerusalemme.

Adolescente, si è trasferita negli Stati Uniti. Qui ha conseguito la laurea in Scienze biomediche e ha iniziato una brillante carriera nell’ambito della medicina. È autrice di numerosi libri e fondatrice di un'organizzazione non governativa, Playgrounds for Palestine. Vive in Pennsylvania. Il suo primo romanzo è proprio Ogni mattina a Jenin che è stato tradotto in 32 lingue e ha venduto più di un milione di copie.

Le vendite e la portata del suo romanzo d'esordio hanno reso Abulhawa l'autrice palestinese più letta di tutti i tempi. Il suo secondo romanzo, Nel blu tra il cielo e il mare, è stato venduto in 19 lingue prima della sua uscita ed è stato pubblicato in inglese nel 2015. Contro un mondo senza amore, il suo terzo romanzo, è stato pubblicato nell'agosto 2020, anch'esso acclamato dalla critica.

È coinvolta nella campagna Boycott, Divestment and Sanctions (BDS) (per il boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni) e come portavoce di Al Awda, la coalizione per il diritto al ritorno.

Abulhawa è firmataria della campagna di boicottaggio contro Israele, compreso il boicottaggio culturale. Ha tenuto il discorso programmatico in una delle prime conferenze BDS universitarie presso l'Università della Pennsylvania. Abulhawa sostiene che queste azioni siano "uno dei modi più efficaci per promuovere i diritti dei palestinesi e ottenere giustizia contro la pulizia etnica in corso da parte di Israele".

Filmworks Dubai ha acquistato i diritti cinematografici di Ogni mattina a Jenin, prevedendo di iniziare la produzione alla fine del 2013. Anna Soler-Pont, direttrice dell'agenzia Pontas, che ha venduto i diritti cinematografici del romanzo, aveva dichiarato che si trattava di un progetto speciale.

Tuttavia, la produttrice morì poco dopo e il film non vide mai la luce.

Cosa leggere dopo Ogni mattina a Jenin?

Una lettura intensa e a tratti straziante come quella di Ogni mattina a Jenin ci spinge sicuramente a saperne di più della questione Palestinese, portandoci a leggere altri romanzi che raccontino delle barbarie subite da questo popolo.

Un piccolo caso letterario è certamente Se questa è vita. Dalla Palestina In Tempo Di Occupazione dell’architetta palestinese Suad Amiry, un diario di guerra dai territori occupati. Ma prima vi consigliamo di leggere il primo capitolo di questo triste diario, Sharon e mia suocera: diari di guerra da Ramallah, Palestina, che ha reso l’autrice un punto di riferimento nel campo di questa narrazione.

Passiamo a consigliarvi Una notte soltanto, Markovitch, opera prima dell'autrice israeliana Ayelet Gundar-Goshen. L'intreccio, ambientato negli anni prima della nascita dello stato di Israele, parla ancora di viaggio, di fuga, di un piano. I venti giovani che salpano verso l'Europa hanno venti ragazze sconosciute che li attendono e che diverranno le loro spose, anche se non per molto. Uno di loro, Yaakov Markovitch, per amore non seguirà alla lettera il piano.

Concludiamo con Il racconto di un muro di Nasser Abu Srour, una potente autobiografia dello scrittore che, dopo la prima parte del testo dedicata alla sua storia familiare e a quella dei profughi palestinesi, nella seconda ha un immaginario dialogo con il muro della cella nel quale era stato rinchiuso e torturato da adolescente al tempo della Prima Intifada.

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