#Numerochiusoserve: "Test medicina? Li vogliamo più rigidi"

Su Twitter la manifestazione per chiedere criteri ancora più restrittivi

#Numerochiusoserve:

Abolizione del numero chiuso? Ma nemmeno per sogno! Su Twitter in questi minuti impazzano gli hashtag #ilnumerochiusoserve e #vogliamospecializzarci: è una tweet-manifestazione lanciata dall'account Accesso Programmato, animato da giovani studenti di medicina che chiedono al ministro Maria Chiara Carrozza un'ulteriore irrigidimento dei criteri del numero chiuso, almeno per medicina. E questo perché, dicono gli animatori della tweet-manifestazione, l'accesso programmato evita una serie importante di problemi, prima fra tutte la disoccupazione dei giovani medici.

NUMERO CHIUSO, LE NEWS

#NUMEROCHIUSOSERVE - E più spazio, dicono i promotori, nelle scuole di specializzazione in medicina.

Scrive Uninews 24: "Per essere assunti dal Sistema Sanitario Nazionale – spiegano i ragazzi - è necessario il titolo di medico specialista e le borse di specializzazione a disposizione ( circa 3500) sono di gran lunga insufficienti rispetto al numero di medici laureati". Insomma: troppa domanda e poca offerta.

NUMERO CHIUSO 2014, TEST A RISCHIO?

MOLTE OPINIONI - Stando così le cose, dicono i promotori, è meglio non solo non abolire il numero chiuso, ma anzi alzare e rendere le barriere ancora più rigide. Tuttavia, fra i messaggi arrivati su Twitter c'è anche chi si dissocia completamente dal senso della manifestazione.

Il #numerochiusoserve a creare scarsità artificiale di laureati per preservare ignoranza di massa e privilegi per un'élite.

#numerochiusoserve a medicina quest'anno ci sono state più di 80mila domande...faremo lezione a San Siro?

Insomma la platea è quantomeno variegata. Maria Chiara Carrozza, chiamata in causa dal tweet-mob, prende una posizione vagamente a favore della manifestazione: "Abbiamo fatto il bando per permettere agli studenti di prepararsi ma siamo in attesa di conoscere quale sia il fabbisogno effettivo delle regioni". Insomma, lascia intendere il ministro: i calcoli sui posti a disposizione per medicina devono essere ancora stabiliti.

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