Novelle di Pirandello: riassunto
Novelle di Luigi Pirandello: riassunto breve de Il treno ha fischiato, Ciaula scopre la luna, L'eresia catara e La patente
Indice
Novelle di Pirandello
Luigi Pirandello, grande drammaturgo siciliano, è ricordato anche e soprattutto per le sue novelle, all'interno delle quali si ritrovano tutti gli stilemi tipici dello scrittore, oltre ai temi ben trattati nelle sue altre opere.
Vediamo ora il riassunto di quattro delle sue novelle più famose.
Il treno ha fischiato
La novella tratta di un signore di nome Belluca, il quale un giorno mentre lavorava nel suo ufficio si sente male, inizia a farneticare alcune frasi apparentemente senza senso e viene portato in una casa di cura.
Belluca viveva in condizioni molto misere in quanto doveva mantenere ben dodici persone. Lavorava molto e soffriva ogni tipo d’ingiustizia e sopruso, ma un giorno gli accade qualcosa di strano, un’illuminazione, come se avesse finalmente aperto gli occhi e scoperto che milioni d’altre persone, in questo mondo, vivono ben diversamente la propria vita. Col tempo riesce ad “assorbire” questa rivelazione così fulminante e ritorna al proprio lavoro, affacciandosi però ogni tanto su quel nuovo mondo che aveva scoperto.
L'eresia catara
In questa novella, si parla di un professore di nome Bernardino Lamis.
Lamis è un professore ordinario di storia delle religioni in un’università. Il suo corso non è molto seguito, infatti ci sono solo due suoi fedeli alunni: Ciotta e Vanicoli. Un giorno Lamis annuncia ai suoi due fedelissimi che nella prossima lezione avrebbe parlato dell’eresia catara. Il professore, due anni prima, aveva scritto due volumi sull’eresia catara, i quali però non furono tenuti in considerazione nonostante la loro importanza. Più tardi invece, sei mesi prima, il tedesco von Grabber scrisse uno studio sull’eresia catara che fu molto elogiato dalla critica, anche italiana. Lamis rammaricato di tutto questo, prepara una lezione sul’eresia catara carico di rabbia e passione per l’argomento.
Il giorno della lezione i suoi due fedeli alunni non riuscirono ad andare alla lezione a causa del bruttissimo temporale che era in corso quel giorno.
Lamis giunto nella sua aula, inizia la lezione meravigliato del fatto che ci fosse così tanta gente ad ascoltare la spiegazione. Ma il professore, che ormai ci vedeva veramente poco, non si era accorto che quelli a cui stava parlando non erano alunni, bensì cappotti appesi lì nella sua aula per farli asciugare dall’acqua.
Ciaula scopre la luna
Una sera i picconieri volevano smettere di lavorare senza aver finito il carico predefinito d’ogni giornata. Il capo, Cacciagallina, li richiamò ma non riuscì ad imporsi su nessuno di loro, riuscì però ad agguantare Zi’ Scarda e il suo caruso. Minacciatili, li fece lavorare tutta la notte per portare a termine il lavoro. Finito il lavoro Zi’ Scarda fece portare il carico fuori dalla cava da Ciaula, il suo caruso. “Ciaula”, chiamato così perché emetteva dei suoni simili al verso di una cornacchia, era un uomo sui trent’anni con dei seri problemi mentali. In più aveva molta paura del buio, di conseguenza ci mise molto a portare il carico fuori dalla cava.
Uscito dalla cava, si mise a fissare la luna come se non l’avesse mai vista. Lui sapeva che cosa era, ma come tante cose si sanno non vi aveva dato importanza. Infatti, cosa poteva importare a “Ciaula” se in cielo ci fosse la luna? Ma ora era lì che la scopriva, e in estasi cadde a sedere sul carico mettendosi a piangere.
La patente
Il giudice D’Andrea è un uomo sui quarant’anni, molto preciso e puntuale.
Da una settimana però, era preoccupato per un certo processo davvero strano.
Infatti, un uomo di nome Chiarchiaro, riconosciuto in tutto il paese come jettatore, aveva accusato come diffamatori due giovani perché lo credevano jettatore ma subito dopo aveva richiesto una patente, un documento insomma, che attestasse la sua, effettiva, capacità di jettatore.
Il giudice D’Andrea non credeva che Chiarchiaro fosse uno jettatore e trovava ancora più ridicola questa storia della patente.
Infatti, Chiarchiaro si contraddiceva denunciando prima i due giovani e subito dopo richiedendo questo ridicolo attestato di jettatore. Chiarchiaro voleva, infatti, sfruttare quella che ormai era la sua fama di jettatore, ricattando le persone del paese.
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