Il notaio si colloca a metà strada tra il pubblico ufficiale ed il libero professionista, la cui funzione consiste soprattutto nel ricevere atti tra vivi e di ultima volontà attribuendo loro pubblica fede, conservandone il deposito e rilasciandone le copie, i certificati e gli estratti. Per diventare notaio occorre superare un concorso pubblico nazionale bandito dal Ministero della Giustizia. Gli aspiranti debbono aver compiuto un periodo di praticantato di almeno due anni presso uno studio notarile (con l'attivazione delle Scuole di specializzazione alle professioni legali, la pratica sarà sostituita, in tutto o in parte, con la frequenza a tali scuole). L'esame scritto è preceduto dalla preselezione informatica (legge 26 luglio 1995, n. 328), della durata di settanta minuti, eseguita con strumenti informatici e con assegnazione a ciascun candidato di trentacinque domande. I candidati sceglieranno la risposta che riterranno giusta tra le quattro proposte per ogni quesito. Le domande vertono sulle materie oggetto del concorso. Superata la preselezione, l'esame verte su due distinte prove: - un esame scritto, suddiviso in tre prove teorico-pratiche riguardanti un atto tra vivi, un atto di ultima volontà ed un ricorso di volontaria giurisdizione, le quali si svolgono in tre giorni consecutivi ed hanno una durata massima di sette ore ciascuna; - un esame orale concernente argomenti di diritto civile e commerciale, disposizioni sull'ordinamento del notariato e degli archivi notarili e disposizioni concernenti le tasse sugli affari. |