Normanni nell'Italia meridionale: cronologia e storia

Storia dei normanni nell'Italia meridionale, caratteristiche e cronologia del regno in Puglia e in Sicilia, Roberto il Guiscardo e Ruggero d'Altavilla protagonisti delle conquiste
Normanni nell'Italia meridionale: cronologia e storia
getty-images

1I Normanni

Vestito di un soldato normanno
Fonte: getty-images

A partire dal IX secolo i normanni (“uomini del nord”) provenienti dalla Scandinavia, chiamati spesso anche vichinghi, cominciano a saccheggiare le coste dell'Europa settentrionale. Nel 911 si insediano stabilmente sulle zone costiere del Nord della Francia, costringendo il re Carlo III il Semplice a concedergli quella terra che da allora si chiama Normandia

Qui questo popolo di guerrieri e abili navigatori si integra con i costumi locali subendo una profonda trasformazione:    

Nei secoli successivi, questi normanni, oramai diversi rispetto ai loro antenati scandinavi, continuano a prendere il mare dalla Normandia verso nuove terre, seguendo principalmente due direttrici: verso nord in Inghilterra e nel Mediterraneo in Italia meridionale.  

Ascolta su Spreaker.

2La conquista normanna dell'Italia meridionale

Normanni in Italia
Fonte: istock

Nei primi anni del XI secolo, gruppi di cavalieri normanni cominciano a giungere nell'Italia meridionale, come mercenari dei signori locali che erano in contrasto con il governo bizantino che controllava il Mezzogiorno. La concessione a Rainulfo Drengot del feudo di Aversa come ricompensa per i servigi prestati, incentiva l'arrivo di altri normanni che, nel 1043, sotto la guida di Guglielmo d'Altavilla, ottengono anche il feudo di Melfi, strappato ai bizantini. 

In pochi anni, guidati da un altro membro della famiglia degli Altavilla Roberto il Guiscardo, i normanni conquistano gran parte dell'Italia meridionale, ponendo fine al dominio secolare dei bizantini nella regione. 

Castel dell'Ovo, Napoli. Fu costruito nel XII secolo dai Normanni
Fonte: getty-images

Allarmato dalle rapide conquiste normanne, papa Leone IX organizza una spedizione militare per arginarle, ma, nel 1053, viene sconfitto nella battaglia di Civitate in Puglia e viene costretto a intavolare una politica di alleanza, che nel 1059 culmina, grazie alla sapiente regia diplomatica di Ildebrando da Soana, negli accordi di Melfi tra Roberto il Guiscardo, Riccardo I d'Aversa e il nuovo papa Niccolò II.    

Tali accordi stabiliscono:    

  • Il riconoscimento papale della legittimità dei possedimenti normanni.
  • Il conferimento del titolo di duca di Puglia, Calabria e Sicilia a Roberto il Guiscardo.
  • La fedeltà e la formale sottomissione della famiglia Altavilla al papato.
  • La concessione del città di Benevento al papato.

Ridurre la decisione del papato di sottoscrivere questo accordo a una conseguenza della sconfitta di Civitate, sarebbe però un errore. Grazie all'alleanza con i normanni, infatti, la Chiesa si libera della presenza dei bizantini, che dopo lo scisma d'Oriente del 1054 non sono più sottoposti alla sua autorità spirituale; e al tempo stesso trova una sponda politica e militare nel conflitto contro l'impero che stava prendendo corpo intorno alla questione della lotta alle investiture.   

Incoronazione di Ruggero II,  Re di Sicilia. Mosaico, Chiesa della Martorana (Palermo)
Fonte: getty-images

Legittimati anche dal titolo di conti di Puglia, Calabria e Sicilia, gli Altavilla eliminando gli ultimi residui di dominazione bizantina dalla penisola, unificando sotto il loro governo tutto il territorio del mezzogiorno, e avviano la conquista della Sicilia governata dagli arabi. Approfittando di alcune ribellioni dei signori locali contro l'amministrazione araba, il fratello di Roberto il Guiscardo, Ruggero d'Altavilla sbarca in Sicilia nel 1061 e in trent'anni riesce a cacciare i saraceni dall'isola.   

Nel 1130 Ruggero II riunifica i territori normanni del meridione e quelli siciliani, assumendo il titolo di Re di Sicilia e stabilendo la sua corte a Palermo. Pochi anni dopo nel 1137 conquista anche Napoli.   

3Le caratteristiche del Regno normanno

Normanni
Fonte: getty-images

Dopo aver conquistato l'Italia meridionale e averla unificata sotto un'unica corona, i normanni si dedicano alla organizzazione di un potere politico centralizzato. Prima della venuta dei normanni il sud Italia aveva conosciuto un forte frazionamento dei centri di potere: vi erano domini longobardi, bizantini, città libere governate da propri magistrati che solo nominalmente rispondevano all'imperatore d'Oriente. Inoltre, a partire dal IX secolo gli arabi avevano conquistato la Sicilia, sottraendola al controllo bizantino, facendola prosperare sia economicamente che culturalmente. 

Sotto il governo normanno, invece si impose un sistema feudale fortemente centralizzato che, pur contemplando autonomie locali, non dava spazio al particolarismo giuridico che caratterizzava l'impero carolingio. I normanni dividono il Regno di Sicilia in circoscrizioni, governate da un giustiziere che amministra la giustizia e un camerario che si occupa della riscossione delle tasse.

Questo modello fortemente centralizzato garantisce un'uniformità nella gestione del Regno che rappresenta un inedito nel panorama politico europeo, dominato al contrario da una moltiplicazione dei centri di potere. Anche nel Regno normanno il potere regio deve naturalmente confrontarsi con i poteri locali, tuttavia questa organizzazione centralizzata, al cui vertice c'è il potere del re, rende impossibile lo svilupparsi di quel movimento comunale, che al contrario proprio in questi anni cominciava a prendere piede nell'Italia settentrionale.  

Costume normanno, inizio XII secolo
Fonte: getty-images

Come contraltare al forte centralismo amministrativo, i normanni decidono di adottare una politica di tolleranza nei confronti delle varie culture che convivono sotto il loro dominio: latini, greci, longobardi, ebrei e arabi possono infatti conservare i loro costumi e il loro credo religioso.  

Inoltre, i re normanni si circondano sapientemente degli esponenti più illustri delle varie culture, integrandoli nella gestione del potere. Grazie a questa lungimiranza, il Regno normanno diventa centrale negli scambi commerciali e culturali del Mediterraneo, garantendo ai suoi sudditi un florido periodo di crescita e prosperità economica.