News Quirinale: chi verrà eletto successore di Mattarella? Ecco le novità sull'elezione del nuovo Presidente della Repubblica
Cosa sta succedendo al Quirinale? Chi verrà eletto nuovo Presidente della Repubblica Italiana? Ecco tutti i passaggi per l'elezione del 13° Presidente a partire dal 24 gennaio 2022. Approfondimento a cura dell'AdnKronos.
Elezione del Presidente della Repubblica: come funziona
Da lunedì prossimo, 24 gennaio, inizieranno le votazioni per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, il tredicesimo della storia, considerando anche Enrico De Nicola, scelto dall'Assemblea costituente come Capo provvisorio dello Stato, e ricordando che Giorgio Napolitano, unico caso nella storia, venne confermato al Quirinale al termine del settennato per un secondo mandato, interrotto poi con le sue dimissioni dopo poco meno di due anni.
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L'elezione avviene da parte del Parlamento riunito a Montecitorio in seduta comune, presieduto dal presidente della Camera, Roberto Fico, composto da 321 senatori e 630 deputati e integrato da 58 delegati regionali, tre per ogni Regione tranne la Valle d'Aosta che ha un solo rappresentante, scelti in modo da garantire la presenza delle minoranze dei Consigli regionali.
Complessivamente quest'anno i cosiddetti 'grandi elettori' saranno quindi 1009. In base all'articolo 83 della Costituzione l’elezione ha luogo per scrutinio segreto. Nei primi tre occorre la maggioranza dei due terzi dell'assemblea, in questo caso 673 voti, dal quarto la maggioranza assoluta, pari a 505.
La seduta è unica e va avanti fino all'elezione del Capo dello Stato, con votazioni tutti i giorni e anche più volte al giorno. Stavolta però, almeno nella fase iniziale, è previsto quotidianamente un solo scrutinio, per garantire accessi cadenzati in Aula e procedure di sanificazione nel rispetto delle norme sanitarie anti-Covid.
Chi può essere eletto Presidente della Repubblica?
A norma dell'articolo 84 della Costituzione "può essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni d'età e goda dei diritti civili e politici", appartenente al mondo politico, parlamentare o comunque identificabile, come si può evincere da quanto affermato dal presidente della Camera, Pietro Ingrao, nella seduta iniziata il 29 giugno del 1978. Il numero uno di Montecitorio spiegò infatti che non sono considerati “voti dispersi” quelli "attribuiti a persone estranee al mondo parlamentare e politico, ma conosciuti in modo tale da essere identificabili".
In base allo stesso articolo "l'ufficio di Presidente della Repubblica è incompatibile con qualsiasi altra carica". Perciò se l’eletto in quel momento ricopre un altro ruolo deve dimettersi prima dell’insediamento al Quirinale. È accaduto, ad esempio, con Francesco Cossiga, presidente del Senato; Giovanni Gronchi e Oscar Luigi Scalfaro, presidenti della Camera; Sergio Mattarella, giudice costituzionale; Luigi Einaudi, governatore della Banca d’Italia, vicepresidente del Consiglio e ministro del Bilancio; Antonio Segni e Giuseppe Saragat, ministri degli Esteri; Carlo Azeglio Ciampi, ministro dell’Economia.
Il Presidente del Consiglio in carica può diventare Presidente della Repubblica?
Mai nella storia è accaduto che un presidente del Consiglio in carica sia stato eletto Capo dello Stato e se ciò accadesse si aprirebbe una procedura inedita. Il nuovo Presidente della Repubblica dovrebbe infatti dimettersi, lasciando la guida del Governo al vicepresidente del Consiglio, se presente, oppure al ministro più anziano. Questi dovrebbe poi dimettersi dopo il giuramento e l'insediamento del nuovo inquilino del Quirinale, con il conseguente avvio delle procedure per la soluzione della crisi di Governo.
Una volta eletto il Presidente della Repubblica non entra subito in carica, ma soltanto dopo aver giurato di fronte al Parlamento riunito in seduta comune, ai delegati regionali e ai componenti del Governo. Rivolge quindi un messaggio e al termine del discorso, accompagnato dal presidente del Consiglio, lascia Montecitorio e si reca all’altare della Patria. Dopo aver reso omaggio al milite ignoto, raggiunge il Quirinale a bordo della storica Lancia Flaminia, scortato dai Corazzieri a cavallo. Riceve gli onori militari, quindi entra nel palazzo dove avviene il passaggio di consegne con il predecessore.
Quanti scrutini ci vogliono per eleggere il Presidente della Repubblica?
Dall’entrata in vigore della Costituzione, sono stati necessari complessivamente 109 scrutini per eleggere 11 Presidenti della Repubblica in 12 elezioni, dopo la cessazione dal mandato del Capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, con una media di 9,1 ad elezione, anche se la ripartizione non è certo omogenea, visto che alcune tornate si sono risolte con un’unica votazione, mentre altre sono state particolarmente complesse.
Se infatti Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi sono stati eletti al primo colpo, c’è stato bisogno di 23 scrutini prima di arrivare all’elezione di Giovanni Leone, battendo il record di sette anni prima, quando ci vollero 21 votazioni per la scelta di Giuseppe Saragat. Seguono in questa classifica Sandro Pertini e Oscar Luigi Scalfaro, eletti al tentativo numero 16. Per Antonio Segni ce ne vollero invece 9, 6 per il bis di Giorgio Napolitano, che sette anni prima ce l’aveva fatta allo scrutinio numero 4, come Luigi Einaudi, Giovanni Gronchi e Sergio Mattarella.
Sandro Pertini, il Presidente con il maggior numero di consensi
Sandro Pertini è stato il Presidente della Repubblica più votato dal Parlamento, con 832 consensi, nonostante si sia arrivati alla sua elezione soltanto al sedicesimo scrutinio. Segue in questa classifica, come nella cronologia dei Presidenti, Francesco Cossiga, con 752 voti. Quindi Giorgio Napolitano, in occasione della rielezione, con 738; Carlo Azeglio Ciampi con 707, Oscar Luigi Scalfaro con 672, Sergio Mattarella con 665, Giovanni Gronchi con 658, Giuseppe Saragat con 646, Giorgio Napolitano con 543, Luigi Einaudi e Giovanni Leone con 518 e Antonio Segni con 443.
Considerando tuttavia che il numero dei componenti l’Assemblea è variato di elezione in elezione, con i delegati regionali che solo dal 1971 furono presenti al completo, altro dato che va considerato è la percentuale di voti ottenuti sugli aventi diritto. Anche in questa classifica al primo posto si trova Pertini con l’82,3 per cento, seguito da Gronchi con il 78,1. Quindi si registra il 74,3 di Cossiga, il 73,2 di Napolitano (nella rielezione), il 70 di Ciampi, il 67,1 di Saragat, il 66,5 di Scalfaro, il 65,9 di Mattarella, il 57,6 di Einaudi, il 53,8 di Napolitano, il 51,9 di Segni e all’ultimo posto il 51,4 di Leone.
I ruoli istituzionali dei presidenti della Repubblica fino ad oggi
Chi viene eletto Presidente della Repubblica di solito prima di approdare al Quirinale ha rivestito alcune delle più importanti cariche istituzionali. Dalla presidenza di Senato e Camera a quella del Consiglio, dall’incarico di Governatore della Banca d’Italia alla titolarità di vari ministeri (Esteri, Interno, Economia, Difesa). Ruoli ricoperti naturalmente in fasi diverse della carriera politica e non sempre prima di passare alla più Alta magistratura Repubblicana.
Prima dell'elezione a Presidente della Repubblica sono stati presidente del Senato Francesco Cossiga; presidente della Camera Enrico De Nicola, Giovanni Gronchi, Giovanni Leone, Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro, Giorgio Napolitano; presidente dell’Assemblea costituente Giuseppe Saragat; giudice costituzionale Sergio Mattarella; senatore a vita Giovanni Leone e Giorgio Napolitano; presidente del Consiglio Antonio Segni, Giovanni Leone, Francesco Cossiga, Carlo Azeglio Ciampi; vicepresidente del Consiglio Luigi Einaudi, Antonio Segni, Giuseppe Saragat, Sergio Mattarella; ministro Luigi Einaudi, Antonio Segni, Giuseppe Saragat, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella; Governatore della Banca d’Italia Luigi Einaudi e Carlo Azeglio Ciampi.
Le età dei presidenti della Repubblica
Chi viene eletto Presidente della Repubblica di solito prima di approdare al Quirinale ha rivestito alcune delle più importanti cariche istituzionali. Dalla presidenza di Senato e Camera a quella del Consiglio, dall’incarico di Governatore della Banca d’Italia alla titolarità di vari ministeri (Esteri, Interno, Economia, Difesa). Ruoli ricoperti naturalmente in fasi diverse della carriera politica e non sempre prima di passare alla più Alta magistratura Repubblicana.
Prima dell'elezione a Presidente della Repubblica sono stati presidente del Senato Francesco Cossiga; presidente della Camera Enrico De Nicola, Giovanni Gronchi, Giovanni Leone, Sandro Pertini, Oscar Luigi Scalfaro, Giorgio Napolitano; presidente dell’Assemblea costituente Giuseppe Saragat; giudice costituzionale Sergio Mattarella; senatore a vita Giovanni Leone e Giorgio Napolitano; presidente del Consiglio Antonio Segni, Giovanni Leone, Francesco Cossiga, Carlo Azeglio Ciampi; vicepresidente del Consiglio Luigi Einaudi, Antonio Segni, Giuseppe Saragat, Sergio Mattarella; ministro Luigi Einaudi, Antonio Segni, Giuseppe Saragat, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano, Sergio Mattarella; Governatore della Banca d’Italia Luigi Einaudi e Carlo Azeglio Ciampi.
Il mandato del Presidente della Repubblica
Il mandato del Presidente della Repubblica dura sette anni. La Costituzione non prevede un divieto di rielezione, ma finora c'è soltanto un precedente di conferma del Capo dello Stato, quello di Giorgio Napolitano nel 2013. Antonio Segni e Giovanni Leone, in due messaggi alle Camere nel 1963 e nel 1975, ricordati da Sergio Mattarella, sottolinearono la necessità di valutare l'ipotesi di inserire in Costituzione il divieto di rielezione, con la contestuale abolizione del cosiddetto semestre bianco. Si tratta del periodo coincidente con gli ultimi sei mesi del mandato, durante il quale il Capo dello Stato non può sciogliere le Camere, per evitare che questo potere sia esercitato per favorire l'avvicendamento del Parlamento in funzione di una possibile rielezione.
Cosa dice l'articolo 87 sul Presidente della Repubblica
In base all'articolo 87 della Costituzione il Presidente della Repubblica:
- è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale.
- Può inviare messaggi alle Camere.
- Indice le elezioni delle nuove Camere e ne fissa la prima riunione.
- Autorizza la presentazione alle Camere dei disegni di legge di iniziativa del Governo.
- Promulga le leggi ed emana i decreti aventi valore di legge e i regolamenti.
- Indice il referendum popolare nei casi previsti dalla Costituzione.
- Nomina, nei casi indicati dalla legge, i funzionari dello Stato.
- Accredita e riceve i rappresentanti diplomatici, ratifica i trattati internazionali, previa, quando occorra, l’autorizzazione delle Camere.
- Ha il comando delle Forze armate, presiede il Consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge, dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere.
- Presiede il Consiglio superiore della magistratura.
- Può concedere grazia e commutare le pene.
- Conferisce le onorificenze della Repubblica.
Cosa dice l'articolo 88 della Costituzione sul Presidente della Repubblica
Secondo l'articolo 88 della Costituzione il Presidente della Repubblica può, sentiti i loro presidenti:
- sciogliere le Camere o anche una sola di esse.
- Non può esercitare tale facoltà negli ultimi sei mesi del suo mandato, salvo che essi coincidano in tutto o in parte con gli ultimi sei mesi della legislatura.
- Infine in base all'articolo 74, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata.