Nascita dei partiti di massa in Italia
Nascita dei partiti di massa in Italia nel Novecento: riassunto di storia, caratteristiche dei partiti e sviluppo dei movimenti
Indice
Nascita dei partiti di massa in Italia
A partire dagli ultimi decenni del secolo XIX si cominciarono a delineare i caratteri di quella società che verrà in seguito chiamata società di massa, a significare che la società si delineava sempre più come un luogo di soggetti collettivi: i popoli, le classi sociali, le categorie lavorative, e perfino i gruppi di genere, come le donne che diventeranno soggetto sociale e politico con la nascita del movimento femminista. A questo nuovo modello di società non potevano più essere adeguati i vecchi partiti di notabili, gruppi ristretti che rappresentavano élite a loro volta molto esigue, in parlamenti generalmente eletti a suffragio ristretto sulla base del censo.
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Le classi lavoratrici, soprattutto gli operai delle grandi città industriali; per poter avere un’adeguata rappresentanza parlamentare, anche in relazione al progressivo allargamento del suffragio avvenuto in quasi tutti gli Stati europei della seconda metà dell’Ottocento, dovettero dotarsi di forme politiche diverse, dando vita ai moderni partiti di massa.
I nuovi partiti si caratterizzarono per alcuni elementi precisi: la vasta base popolare, la struttura permanente articolata in sedi e gruppi territoriali (le sezioni, le federazioni), l’adozione di regole e la conseguente disciplina di partito a cui erano tenuti i militanti, la presenza di un gruppo dirigente, al quale spettava il compito di coordinare le istanze provenienti dalla base. In Italia possiamo individuare tre partiti di massa: socialisti, cattolici e nazionalisti. Questi sono i 3 partiti (socialismo, cattolici e nazionalismo) con cui si deve scontrare il liberalismo. La maggior parte della popolazione vota uno di questi partiti e quindi il liberalismo doveva iniziare ad allearsi con uno di questi.
Il Socialismo
Il Socialismo si sviluppa soprattutto a seguito delle esigenze dell’Italia industrializzata. Nel 1892 nasce il Partito Socialista Italiano (PSI) e si divide in 2 grandi gruppi principali (anche se ci sono più idee differenti):
- Socialisti riformisti
Vogliono delle riforme sociali (stipendi equi, diritto di scioperi, orari di lavoro più sopportabili, ecc.) e se lo Stato da loro delle risposte non agiscono (non vogliono sovvertire l’ordine politico) tramite delle rivolte. In questa direzione opera Giolitti.
La guida principale è Filippo Turati.
Essi controllano la CGL (Confederazione Generale Lavoratori – leghe rosse) che è l’entità sindacale del primo ‘900 e raggruppava soprattutto il settore industriale. Le associazioni cattoliche raggruppavano la classe contadina (leghe bianche). - Socialisti rivoluzionari
Non sono disposti a scendere a patti con lo Stato italiano, vogliono la rivoluzione del proletariato (lotta di classe ïƒ pensiero di Karl Marx) e la creazione di uno Stato comunista, per abbattere il sistema capitalistico borghese. Pretendevano comunque le stesse riforme dei socialisti riformisti.
La guida principale è Benito Mussolini ma poi avrà tendenze nazionalistiche.
Nel 1904 assumono la guida del PSI e a fasi alterne governano il partito. Nello stesso anno indicono il primo sciopero nazionale italiano (è esteso a tutta l’Italia ed è una conquista per far capire al Governo la potenza del socialismo). Nel 1905, per la paura a seguito dello sciopero nazionale, c’è un cambio di potere e governano i socialisti riformisti.
Nel 1908 vengono esclusi i membri più rivoluzionari.
Con la sconfitta in Libia il PSI perde approvazione e alla fine del 1912 i socialisti rivoluzionari riprendono il controllo e chiudono ogni trattazione con lo Stato; allora Giolitti deve trovare un altro alleato e si allea quindi con i cattolici.
I cattolici
I cattolici sono una forza politica già in età Giolittiana ma diventeranno un partito politico più tardi.
Papa Leone XIII nel 1878 cerca una riconciliazione con lo Stato italiano: questo “dialogo” trova applicazione con l’enciclica Rerum Novarum (1891) e trova affermazione che il socialismo è da condannare ma comunque è necessaria un’assistenza alla popolazione. Quindi è necessario un movimento alternativo al Socialismo. Con la Rerum Novarum nasce l’associazionismo cattolico (o leghe bianche), cioè associazioni di aiuto sociale (es. ACLI) basate sui valori cristiani.
I nazionalisti
La forza nazionalista è l'ultima che si sviluppa. Nel 1910 nasce l'Associazione Nazionalistica italiana, sostenuta dalla classe impiegatizia perché fin a quel momento non avevano ancora trovato un movimento politico che li rappresentasse. L'associazione nazionalista aveva delle idee contrarie alla situazione esistente, erano anti-parlamentariste (pensavano ad un governo forte e ritenevano che il Parlamento fosse una debolezza perché c'erano molti passaggi per l'approvazione delle leggi), anti socialisti (i nazionalisti pensavano che il popolo doveva obbedire al Governo), erano bellicisti (favorevoli alla guerra) e fautori di una politica aggressiva fortemente razzista, mirano a liquidare/annullare la democrazia, il socialismo e il positivismo (perché legato al periodo precedente). I nazionalisti erano proiettati al futuro. Nel 1919 nasce il movimento politico dei fasci di combattimento guidato da Mussolini. Nel 1921 nasce il Partito nazionale Fascista (PNF).
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