Movesi il vecchierel canuto et biancho di Petrarca: parafrasi, analisi e commento
Significato e testo della poesia Movesi il vecchierel canuto et biancho di Francesco Petrarca. Parafrasi e analisi con commento
Indice
Movesi il vecchierel canuto et biancho
Movesi il vecchierel canuto et biancho è una poesia di Francesco Petrarca, contenuta nel suo Canzoniere.
Vediamo di seguito testo e parafrasi della poesia, insieme all'analisi e al commento.
Movesi il vecchierel canuto et biancho
del dolce loco ov’à sua età fornita
e da la famigliuola sbigottita
che vede il caro padre venir manco;
indi trahendo poi l’antiquo fianco
per l’extreme giornate di sua vita,
quanto piú pò, col buon voler s’aita,
rotto dagli anni, e dal camino stanco
e viene a Roma, seguendo ’l desio,
per mirar la sembianza di colui
ch’ancor lassù nel ciel vedere spera:
cosí, lasso, talor vo cerchand’io,
donna, quanto è possibile, in altrui
la disïata vostra forma vera.
Movesi il vecchierel canuto et biancho: parafrasi
La parafrasi di Movesi il vecchierel canuto et biancho:
Il vecchierello bianco di capelli e pallido
Si muove dal dolce luogo dove ha vissuto
E dalla sua famiglia sbigottita
Che vede il caro padre mancare;
quindi, trascinando il vecchio corpo
per le ultime giornate della sua vita
quanto più si iuta dalla buona volontà,
rotto dalla fatica, e stanco per il camino;
e giunge a Roma, seguendo il desiderio,
per ammirare l’immagine di Cristo
di colui il quale spera di vederlo ancora lassù in cielo.
Così, stanco, talora io vado a cercare,
per quanto mi è possibile,
la donna in qualcun'altra la desiderata vostra immagine.
Analisi e commento
Questa poesia è tratta da Il Canzoniere, un’opera di 366 sonetti scritta da Petrarca nel corso di tutta la sua vita e completamente dedicata a Laura, la donna sempre amata.
Può essere divisa in quattro sequenze:
- La partenza del vecchio,
- Il viaggio di questo
- L’arrivo alla meta tanto desiderata
- Quella conclusiva, con Petrarca, che è alla continua ricerca dell’immagine di Laura nel volto di altre donne.
Possiamo, quindi, definire tutto il componimento un’enorme similitudine tra la ricerca da parte del vecchio e la ricerca di Laura da parte dell’autore.
Petrarca usa un ritmo lento e pacato: è un suo topos. Leggendo le sue poesia, possiamo capire sì che il suo amore per Laura è infinito, ma anche che lui è sempre stanco e spossato della ricerca di una donna come lei e dell’amore che lo perseguita senza lasciarlo in pace.
In questo sonetto Petrarca usa più volte termini ambigui che potrebbero avere molti significati. Possiamo paragonare il venir manco del padre ad una stanchezza fisica oppure al momentaneo viaggio che intende fare.
La stanchezza del poeta risalta non più della guerra interna che da sempre combatte al suo interno: perché amare se si deve soffrire? ma come fare per non amare?
Tutta la poesia ruota attorno a tre parole chiave principali: il desio (desiderio) di trovare Colui che il vecchio sta cercando, la stanchezza, l’immagine che è la meta.
Il sonetto è suddiviso in due quartine e due terzine, composte da versi endecasillabi per la maggior parte piani.
Le due quartine presentano rime incrociate (a schema ABBA), mentre le terzine hanno una rima ripetuta (ABC-ABC).
L’allitterazione è sempre presente, infatti si può notare una ripetizione dei gruppi sillabici –an –nd e –ac. L’insistenza nel ripetere il suono della –n rende soprattutto un livello di tranquillità, di leggerezza e di pace, che ben concorda con la poesia che racconta di un vecchietto molto pacifico, calmo, tutto ciò rallenta la poesia e la rende molto dolce e commovente. A differenza che in altri suoi sonetti, Petrarca non fa uso di figure come le consonanze e le assonanze per rendere la poesia ancora più suggestiva.
Come sempre è presente l’inversione delle parole che si suddivide in anastrofe (più comune) ed iperbato. Nella prima quartina fa uso anche della sineddoche, una figura retorica che sostituisce l’oggetto in considerazione solamente con una parte di esso, in questo caso antiquo fianco non significa letteralmente il fianco, ma l’antico e vecchio corpo.
Vengono utilizzate anche molte parole sincopate oppure aferesi o anche apocopi, anche per rendere il verso endecasillabo.
Petrarca utilizza moltissimi gerundi. Privilegiando l’ipotassi alla paratassi complica la poesia a livello lessicale, trovando una consonanza tra il livello linguistico e quello concettuale.
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