Mos maiorum: valori e significato
Mos maiorum: cos'è il Costume degli antenati e cosa significa questa espressione. Spiegazione semplice del termine e dei valori che veicola
Indice
Mos maiorum: significato
L'espressione latina mos maiorum, che si traduce come "il costume degli antenati", era utilizzata dai Romani per descrivere l'insieme di valori e tradizioni al cuore della loro cultura e civiltà. La fedeltà al mos maiorum implicava l'identificazione con la propria comunità, la percezione di un legame di continuità con il passato e il futuro, e la sensazione di appartenere a un progetto collettivo grandioso e condiviso.
Il mos maiorum era, in altri termini, l’insieme dei valori collettivi e dei modelli di comportamento cui doveva conformarsi qualsiasi innovazione; rispettare il mos maiorum significava quindi incanalare le energie e le spinte innovative entro l’alveo rassicurante della tradizione, così da renderle funzionali al bene comune.
Cardine fondamentale del mos maiorum era l’assoluta preminenza dello Stato sul singolo cittadino: questa è l’ottica da cui va esaminato qualunque valore e qualunque comportamento; così ad esempio, non era tanto il coraggio in sé ad essere apprezzato, ma il coraggio che veniva dimostrato nell’interesse e per la salvezza dello Stato; allo stesso modo, poco interessava la ricerca teorica o l’abilità poetica, se tali qualità non erano finalizzate ad obiettivi socialmente utili.
Mos maiorum: riassunto
In tale prospettiva, quali sono i valori fondamentali che costituiscono il mos maiorum?
Anzitutto viene la virtus, cioè la qualità propria dell’uomo grande, del vir appunto; essa si esprime come fortitudo (coraggio e sprezzo del pericolo), come patientia, cioè come capacità di sopportare il dolore e i rovesci della sorte (il verbo patior significa appunto “soffrire, sopportare”) e come constantia, cioè fermezza e coerenza nell’azione.
Molto importanti sono poi la fides, cioè la lealtà, la fedeltà alla parola data; la pietas, cioè il rispetto per gli obblighi e i doveri che ci legano agli altri (agli dei, agli amici, alla patria, alla famiglia…); la gravitas e cioè la dignità propria del magistrato, ma anche del semplice civis (“cittadino”), che imponeva un contegno severo, poco incline al sorriso.
Questi valori venivano trasmessi, oltre che con l’esempio, anche attraverso alcuni racconti di cui erano protagonisti personaggi vissuti nell’epoca più antica di Roma, la cui esistenza è spesso sospesa tra mito e storia.
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