Morte di Mussolini: come è avvenuta, fatti precedenti e conseguenze

Ciò che c'è da sapere sulla morte di Mussolini: come è avvenuta, i fatti precedenti al decesso del Duce e le conseguenze

Morte di Mussolini: come è avvenuta, fatti precedenti e conseguenze
getty-images

Morte di Mussolini: come è avvenuta e i fatti precedenti

Fonte: getty-images

Il 27 aprile 1945 Sandro Pertini, partigiano socialista svelò a Radio Milano Libera, un giorno prima della morte di Mussolini, che il Duce era stato catturato. “Lavoratori, il fascismo è caduto. […] Il capo di questa associazione a delinquere, Mussolini, mentre giallo di livore e di paura tentava di varcare la frontiera svizzera, è stato arrestato. Egli dovrà essere consegnato ad un tribunale del popolo, perché lo giudichi per direttissima. E per tutte le vittime del fascismo e per il popolo italiano dal fascismo gettato in tanta rovina egli dovrà e sarà giustiziato. Questo noi vogliamo, nonostante che pensiamo che per quest’uomo il plotone di esecuzione sia troppo onore. Egli meriterebbe di essere ucciso come un cane tignoso”. Scopriamo cosa accadde prima e come morì Mussolini.

Gli antefatti

Il 25 luglio 1943, Benito Mussolini venne destituito e in seguito liberato il 12 settembre dello stesso anno dai tedeschi a Campo Imperatore. Per volere di Hitler venne costretto a trasferirsi sul lago di Garda a capo di un governo fantoccio, quello della Repubblica sociale italiana.

Braccato e ormai finito, convinto di essere in pericolo, all’inizio del 1945 Mussolini iniziò a elaborare una soluzione politica. Si rivolse così all’arcivescovo Ildefonso Schuster, raggiungendo Milano con l’obiettivo di trovare un accordo con i partigiani.

L’incontro avvenne il 25 aprile, il giorno dell’insurrezione di Milano, segnando il destino di Mussolini. Achille Marazza, delegato del Comitato di liberazione nazionale Alta Italia, gli impose una resa incondizionata, mentre poco dopo Mussolini scoprì che i tedeschi stavano già trattando una resa separata.

Il piano di Mussolini

Ormai convinto di essere solo, Mussolini iniziò a elaborare un nuovo piano. Secondo alcune ipotesi il Duce era pronto a raggiungere il Ridotto alpino repubblicano, dove avrebbe contattato gli Alleati per trovare un accordo, facendo leva sui rapporti avuti con il governo britannico, dimostrati dal misterioso (e mai desecretato) carteggio Mussolini-Churchill.

Alle 20 dunque Mussolini si mise in marcia verso Como e il 26 aprile venne raggiunto a Menaggio da Claretta Petacci. Il clima non era dei migliori, caratterizzato da tensione e incertezza. I gerarchi erano convinti che la Petacci fosse responsabile di tanti errori del Duce, mentre nelle riunioni, che duravano sino a notte fonda, serpeggiava la paura.  

Mussolini inoltre non era solo, ma viaggiava con una colonna di automezzi che trasportavano 174 italiani e ben 200 tedeschi. A Musso però la colonna venne bloccata per la prima volta da un gruppo di partigiani e ripartì dopo una lunga trattativa. Poco più a avanti, nei pressi di Dongo, il convoglio venne fermato dalla 52a Brigata Garibaldi.

Nel frattempo inoltre si era diffusa la notizia che nella colonna era presente anche Mussolini. Dei militari tedeschi a quel punto – non è chiaro se per proteggere o denunciare il Duce – segnalarono un camerata ubriaco presente nei camion. I partigiani dunque trovarono Mussolini con indosso un cappotto militare tedesco e una borsa con alcuni documenti.

L’arresto di Mussolini

Dopo essere stato riconosciuto, Mussolini venne arrestato e condotto presso il municipio di Dongo per essere interrogato.

In seguito venne portato a Germasino, nella caserma della Guardia di Finanza, e nel cuore della notte si riunì con Claretta Petacci.

La coppia trascorse l’ultima notte a Bonzanigo nella casa di alcuni contadini, sotto il controllo dei partigiani, con Mussolini coperto da una benda per nascondere la sua identità.

La morte di Mussolini

Walter Audisio
Fonte: getty-images

Il 28 aprile, Mussolini consumò il suo ultimo pasto, mentre alle 16:10 il Duce e Claretta Petacci vennero fucilati di fronte al cancello di Villa Belmonte, a Giulino di Mezzegra, sul lago di Como. Intorno alla morte di Benito Mussolini ci sono diversi racconti e versioni che sono stati elaborati nel tempo e sono più o meno fantasiosi.

Secondo la versione ufficiale a sparare fu “Valerio”, ossia Walter Audisio (nella foto qui accanto), colonnello partigiano. A volere morto Mussolini era il Comitato di Liberazione Nazionale contro la volontà degli Alleati che continuavano a inviare telegrammi ai comandi partigiani chiedendo di consegnare il duce. Alle 3 del mattino del 28 aprile il Clnai comunicò agli Alleati che il Duce era morto, depistandoli: “Spiacenti non potervi consegnare Mussolini che processato Tribunale popolare è stato fucilato [...]", recitava il telegramma, ma in realtà Mussolini era ancora vivo.

Secondo la versione ufficiale a uccidere il Duce, per volere del Comitato di Liberazione Nazionale, fu il colonnello Walter Audisio, emissario dei capi della Resistenza e comunista. Nella sua missione “Valerio” venne affiancato da Aldo Lampredi detto "Guido", e Michele Moretti, "Pietro", un partigiano locale.

Cosa accadde dopo la morte di Mussolini

Fonte: getty-images

Dopo la fucilazione di Mussolini, i corpi del Duce e di Carletta Petacci furono caricati su un camion, insieme ai cadaveri dei gerarchi fascisti che erano stati fucilati. Alle 3:40 del 29 aprile, il convoglio arrivò a piazzale Loreto dove vennero scaricati i corpi.

La scelta non fu casuale perché in quello stesso luogo dopo la strage del 10 agosto 1944 erano stati abbandonati i cadaveri delle vittime, lasciati esposti per tutta la giornata al sole senza consentire ai familiari di portarli via.

Alle 7 del mattino, mentre i partigiani di guardia dormivano, i passanti riconobbero le salme. Presto la notizia si diffuse e la piazza si riempì. Si creò una folla enorme, difficile da contenere, così tanto che le prime file, spinte, arrivarono a calpestare i cadaveri, sfigurandoli. Una donna sparò contro il corpo di Mussolini cinque colpi di pistola al fine di vendicare i suoi cinque figli morti durante la guerra, mentre qualcuno sputò e insultò le salme.

Alle 11 fu chiaro che la situazione non era più sostenibile. Dunque una squadra di Vigili del Fuoco lavò i corpi sporchi di sputi e sangue con l’acqua di un’autobotte. I cadaveri vennero poi portati via e appesi a testa in giù sulla pensilina di un distributore di carburante nell’angolo fra corso Buenos Aires e la piazza.

Fonte: getty-images

Il giorno successivo alle 7:30 venne eseguita l’autopsia sul corpo di Mussolini presso il civico obitorio dell'Istituto di medicina legale dell'Università di Milano in via Ponzio.

A effettuarla fu il professor Caio Mario Cattabeni che evidenziò la presenza di quattordici fori di proiettile - sette in entrata e sette in uscita – e sei fori successivi alla morte.

La causa del decesso venne evidenziata nella recisione dell'aorta a causa di un proiettile. Cattabeni scrisse che l’autopsia avvenne: "In condizioni di tempo e di luogo del tutto eccezionali in una sala anatomica dove facevano irruzione ogni tanto, per l'assenza di un servizio armato d'ordine pubblico, giornalisti, partigiani e popolo".

In seguito il corpo di Mussolini venne seppellito nel cimitero Maggiore di Milano in forma anonima il 5 agosto 1945.

Leggi altri contenuti su Mussolini

Benito Mussolini: biografia, politica, morte

Mussolini e il fascismo: riassunto

Marcia su Roma di Mussolini: storia, protagonisti e conseguenze

La seconda guerra mondiale

Un consiglio in più