Monachesimo benedettino e Medioevo: riassunto
Spiegazione breve sul monachesimo benedettino e il significato delle sue regole. Cos'è, come e dove nasce. L'Italia dei Longobardi e dei Franchi
Indice
Monachesimo benedettino
A partire dalla fine del VI sec. alcuni cristiani decisero di spostarsi da Egitto e Medio Oriente per isolarsi in posti dispersi e sentire la vicinanza a Dio abbandonando la vita comunitaria e diventando monaci.
Alcuni monaci si ritirarono in deserti o altri luoghi isolati ed erano detti Eremiti o Anacoreti, alcuni di questi iniziarono a vivere in cima a colonne e vennero chiamati Stiliti, altri invece si ritirarono in monasteri e vivere in comunità e vennero chiamati Cenobiti.
Nel corso del IV sec. il monachesimo soprattutto quello dei cenobiti si diffonde in Europa, con esponenti come Benedetto da Norcia che nacque nel 480 e fu eremita, finché nel 529 d.C. fonda a Montecassino un monastero.
La regola benedettina
Secondo le regole benedettine a capo del monastero c’è l’abate, che viene eletto dai monaci e dura una vita, e per questo alcuni tipi di monasteri vengono detti abbazie.
La regola ora et labora significa proprio affaticarsi e per questo durante il giorno si organizzavano con diverse attività di lavoro e preghiera, che a seconda delle stagioni variavano.
Il lavoro dei monaci rendeva l’abbazia autosufficiente e incentivavano l’economia anche nelle zone limitrofe.
Numerosi laici lasciavano in eredità terreni e beni perché i monaci pregassero per le loro anime, e molte volte la gente comune andava a lavorare dai monaci dove venivano pagati bene e non erano sfruttati, visto che ai benedettini non era consentito lo sfruttamento.
Avevano delle grosse biblioteche e i libri erano ricopiati a mano dai monaci amanuensi nello Scriptorium, stanza posta a sud con grandi vetrate, e di inverno venivano esentati da alcune ore di preghiera per scrivere e sfruttare al meglio la luce.
L'arrivo dei Longobardi in Italia
Nel 568 i Longobardi, provenienti dalla Pannonia (attuale Ungheria) scappano in Italia guidati da Alboino, probabilmente a causa degli Avari, spostandosi con tutto il popolo (300.000 persone) e con i loro beni.
Il loro arrivò provocò degli sconvolgimenti molto forti visto la grande diversità culturale:ad esempio, non conoscevano la scrittura.
La società era limitata, vi erano solamente due classi sociali, i servi e gli uomini liberi. I servi erano senza libertà e lavoravano la terra, mentre gli uomini liberi andavano in guerra.
Se conquistavano un luogo gli imponevano le tasse per guadagnare. L’agricoltura e il commercio non erano importanti, mentre era più diffuso l’allevamento dei cavalli.
Il ceto sociale medio, gli Aldii, poteva avere la libertà e combattere ma senza ricevere paghe.
La popolazione italica iniziò ad acquisire diritti quando iniziò a far parte delle classi più basse dell’esercito.
I longobardi erano organizzati in famiglie tribù chiamate Fare; la fara era un nucleo fondamentale che rimaneva tutta unita e decideva se spostarsi o rimanere ed era come un piccolo reparto militare, infatti l’esercito era costituito da fare.
Il comandante dell’esercito si chiamava Duca, ed erano circa una trentina ed erano loro che si riunivano per eleggere il sovrano.
I longobardi erano sia ariani che pagani, la divinità più importante era Odino, che secondo la tradizione aveva creato la prima coppia umana e possedeva arti magiche con cui poteva conoscere il futuro ed aveva fatto emergere le acque.
Nell’antichità erano conosciuti nelle popolazioni germaniche, ma la loro origine non è ben chiara e secondo le saghe (leggende nordiche) provenivano dalla Scandinavia.
Nel I° sec. d.C. si trovavano presso la foce del fiume Elba.
Nel 167 durante le guerre di Marco Aurelio si spostarono a sud verso la Germania centrale. Quando i Visigoti entrarono nel periodo romano i Longobardi si diressero in Pannonia per poi dirigersi in Italia.
Alcuni duchi arrivarono nel sud d’Italia creando i ducati di Spoleto e Benevento.
La popolazione italica era spaventata dai Longobardi, i Bizantini non riuscirono a placare i Longobardi, che comunque non presero tutta l’Italia, che rimase come divisa a metà fino al 1861.
I Longobardi e i Bizantini fecero un accordo per dividersi la Penisola, e i territori dei Longobardi (Toscana, Liguria e ducato di Benevento) vennero chiamati Longobardi; come capitale fu scelta Pavia. Il resto dei territori era occupato dai Bizantini ed è chiamato Romagna, e ha come capitale Ravenna, ed ha un esercito con a capo un esarca.
I Bizantini controllavano la parte della Romagna, le isole italiane, il meridione e la Pentapoli (Senigallia, Ancona, Rimini, Pesaro, Fano). I Longobardi ebbero difficoltà dal punto di vista politico perché i duchi non accettavano il sovrano e vi furono diverse congiure. Lo stesso Alboino fu ucciso dalla moglie Rosmunda nel 572 e fu successo da Clefi, che però morì due anni dopo, e dal 574 al 584 vi fu un decennio di anarchia e i duchi si spartirono il potere regnando autonomamente.
Nel 584 sale al trono Autari, che riuscì a far versare dai duchi metà delle loro tasse che avevano raccolto al sovrano.
Queste risorse permisero un’organizzazione statale con funzionari pubblici, gastaldi, che riorganizzarono l’organizzazione sociale.
Re Autari si allea con altre popolazioni germaniche sposando Teodolinda una principessa bavara, che era cattolica e favorì l’avvicinamento tra romani e Longobardi.
I latifondisti romanici diedero terre ai Longobardi, e i romani vennero considerati non liberi. L’economia decade, la circolazione monetaria diminuisce, si ricorre al baratto, le terre diventano incolte o per lo più dedicate al pascolo e l’agricoltura diminuisce.
Nel 590 Autari muore, probabilmente avvelenato, e lo succede Agilulfo (duca di Torino) fino al 616 che sposa Teodolinda visto che aveva una certa importanza politica ed era rimasta vedova.
Dopo 20 anni re Rotari salì al potere, nel 636, e nel 643 fece emanare l’editto di Rotari, raccolta di leggi in latino da cui confluirono leggi del diritto longobardo e alcuni leggi romane, e valeva solo per i Longobardi e stabiliva pene per i reati e il diritto di famigliarità. Selezionò inoltre delle leggi e fece un nuovo codice penale e civile, e stabilì l’eliminazione della faida, ovvero la fara non poteva più vendicarsi da sola dei reati altrui, ma piuttosto fa delle pene pecuniarie, Guidigildro, che a seconda dei reati si pagava una certa tariffa.
L’accusato doveva provare da sé la sua innocenza giurando su vangeli o armi sacre, era previsto un duello perché si riteneva che Dio avrebbe fatto sopravvivere l’innocente.
Nel 712 sala al trono Liutprando fino al 744, e con lui si avrà il massimo splendore e fece emanare una raccolta di leggi longobarde e romane.
Vi fu una ripresa del commercio, agricoltura e interessi sui prestiti e si ritorna alla diffusione della moneta.
Attribuisce un nuovo potere al re, che non era più eletto dal popolo ma il potere derivava da Dio. Conquista una parte dei territori dei Bizantini e i territori papali, perché voleva rendere tutta la penisola longobarda.
Ravenna venne occupata, ma non il Lazio, per le proteste del papa Gregorio II. Liutprando pensò di rinunciare per non suscitare una rivolta.
Qualche anno dopo nel 749 salì al trono Astolfo, che regnò fino al 756 e volle riprendere la guerra per il Lazio.
I Franchi
Il Papa, Stefano III, chiese aiuto ai Franchi, che accettò andando loro incontro.
Questo popolo si unificò sotto un re, Clodoveo, che era riuscito ad unificare sotto una stessa cultura diverse tribù.
Conquistò la Gallia, la Valle del Reno, e mise come capitale Lutezia (attuale Parigi), che diventerà il cuore del regno dei Franchi.
Dal punto di vista militare non riuscì però a controllare l’aristocrazia, ed il regno alla sua morte fu spezzettato fra i figli, rendendo ciò un punto debole del regno.
Ne derivarono delle guerre e alcuni magistrati, maggiordomi (cioè primi consiglieri), ne approfittarono.
Tra questi il più importante fu Carlo Martello, che dal 714 al 741 fu maggiordomo d’Austrasia e Neustria, due dei quattro regni.
Egli respinse gli invasori musulmani oltre la penisola iberica, e nel 732 d.C. a Poitiers vinse contro di loro e inglobò poi altri regni della Gallia meridionale.
In quel periodo vi erano dei re che non avevano molto potere e così, il figlio di Carlo, Pipino il Breve, nel 751 depose il re Childerico III e si fece incoronare re da Papa Stefano, con il rito dell’unzione. Con Pipino iniziò una nuova dinastia, quella dei Pipinidi, che verrà chiamata poi dei Carolingi.
I Franchi si resero col tempo difensori della Chiesa Cattolica: infatti, con il rito dell’unzione del re, il Papa si assicurò la protezione da parte dei re Franchi. Pipino scese così in Italia sotto richiesta del Papa e nel 756 d.C. sconfisse il re dei Longobardi, Astolfo e fece cedere al Papa il Lazio, la Pentapolis e l’esarcato, e l’atto di nascita dello stato della chiesa si data proprio a questo anno.
Approfondimenti
Leggi anche:
- Monachesimo occidentale e San Benedetto: riassunto
Monachesimo Occidentale e San Benedetto: riassunto della regola di san Benedetto da Norcia, il significato di monachesimo e i grandi centri di cultura - Chi è Santa Caterina da Siena
Storia e origini di Santa Caterina, patrona di Siena e d'Italia. Perché la ricordiamo nel giorno della sua scomparsa
Un aiuto extra per il tuo studio
Approfondisci lo studio del Medioevo e dei suoi protagonisti: