Modello omeostatico e motivazioni primarie

Cosa si intende per omeostasi? E cosa sono le motivazioni sociali primarie? Ecco le spiegazioni dettagliate di seguito

Modello omeostatico e motivazioni primarie

LE MOTIVAZIONI E IL COMPORTAMENTO


Definizione del termine e coordinate concettuali - I livelli di analisi del comportamento - Il comportamento e l'approccio biologico: il "modello omeostatico" - Il comportamento e le motivazioni sociali primarie

Il comportamento e l'approccio biologico: il "modello omeostatico"

Il fisiologo Cannon (1934) coniò il termine "omeostasi", per spiegare che la motivazione serviva per riportare le funzioni dell'organismo in una condizione di equilibrio ideale, con la riduzione della tensione prodotta da un bisogno insoddisfatto.
L'ipotesi di una prevalente base biologica della motivazione (articolata e sviluppata dalle osservazioni di altri autori: Lashley, Morgan, Stellar, Grossman…) non è stata suffragata da risultati certi, e sono stati individuati "recettori specifici" solo per alcuni bisogni primari.
I centri eccitatori principali sono stati individuati a livello dell'ipotalamo e i centri d'integrazione superiori a livello del circuito limbico.
Un'opportuna revisione del modello ha introdotto l'influenza di fattori esterni (ad es., Hull incluse l'idea della spinta dinamica motivazionale del "rinforzo") e ha distinto (Grossman, 1967) tra motivazioni omeostatiche (fame, sete, sonno, evacuazione) e non omeostatiche (sesso, attività esploratoria, manipolazione…).
Le prime suscitate ed estinte da modificazioni dell'ambiente interno, le seconde da modificazioni dell'ambiente esterno; le prime adattanti l'organismo al mondo, le seconde "strategie" per appropriarsi e manipolare il mondo stesso.
Inoltre, l'insorgenza delle motivazioni omeostatiche è per larga parte (negli animali inferiori totalmente) indipendente dall'apprendimento, mentre l'esperienza passata e la memoria giocano un ruolo importantissimo (preponderante negli animali superiori) nell'insorgenza di quelle non omeostatiche, in senso integrativo ed organizzante.

Il comportamento e le motivazioni sociali primarie

Alla base di ogni struttura sociale vi è una richiesta "gregaria" dell'individuo, ch'è una motivazione sociale "spontanea".
Ora, gli elementi fondamentali, che caratterizzano l'ambiente culturale sociogenetico e lasciano una traccia indelebile nel comportamento, sono le figure parentali, i coetanei (generalmente) della stessa specie, l'ambiente fisico circostante.
Gli stimoli-segnale caratteristici di queste figure vengono appresi ed assimilati in tenera età essenzialmente in due modi diversi:
- A "imprinting" ("stampa") (o "socializzazione primaria"). E' una forma di comportamento/ apprendimento - studiata in dettaglio per la prima volta da Lorenz (1937) - tipica degli uccelli, che determina una forma di attaccamento nei confronti della figura materna, anche se questa è solo un oggetto in movimento. Si determina in momenti sensibili ("periodi critici") poco dopo la nascita e può determinare, in maniera più o meno coattiva e in tempi più o meno distanti, scelte successive, come ad es. soprattutto quelle sociali e sessuali [esperimenti di Harlow (1959) sulle scimmiette].
La forza dell'imprinting non dipende solo dalla durata del processo stesso, ma anche dallo sforzo esercitato dall'animale nel seguire l'oggetto.
Oggi, si tende ad estendere il termine "imprinting" praticamente a tutte le specie delle quali sia stata studiata la vita neonatale. Ad esempio, nella specie umana: il bambino, già nell'utero materno, sarebbe imprinted dal battito cardiaco della madre, per cui i bambini che sentono in continuazione la registrazione del battito cardiaco crescono significativamente meglio e più sereni.
A tal proposito, è stata sottolineata l'importanza determinante della variabile "ruolo materno" (o, come è stato anche detto, "organizzatore materno") per un buono sviluppo dell'emotività, della psicomotricità, della socialità e del linguaggio del bambino.
Di contro, Spitz (1946) ha studiato la sindrome presentata da bambini ricoverati in brefotrofio (o comunque privi dell'attenzione e dell'affetto della madre o di un valido sostituto) ed ha concluso che in questi soggetti si ha uno sviluppo della personalità abnorme, patologico soprattutto in direzione antisociale.

- B "socializzazione secondaria": questo modo non è formalmente dissimile dal primo, tranne per il fatto che dipenderebbe dall'apprendimento ed avverrebbe in periodi non critici e sensibili.

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