COME DIVENTARE MOBILITY MANAGER
Si fa da tempo un gran parlare di mobilità sostenibile: ma in cosa consiste esattamente? Ad esempio, nel ridurre l'impatto degli spostamenti delle persone in città.
Questo, in parte, è il lavoro del mobility manager, una figura istituita nel 1998 dal Ministero dell'Ambiente, di cui abbiamo parlato con Dario Castriota, collaboratore nell'ufficio "mobility manager" della Sapienza di Roma.
MOBILITY MANAGER ITALIA
Come si è avvicinato a questa professione?
Nel 2003, rispondendo ad un "appello" lanciato via e-mail dall'Amministrazione centrale della Sapienza, ho fornito alcuni suggerimenti per il servizio di trasporto riservato agli studenti e ai dipendenti che era appena partito. Questi sono stati apprezzati e mi è stato proposto di collaborare con l'ufficio del Mobility Manager. Ho accettato e mi sono trasferito alla Città Universitaria per iniziare ad intraprendere la nuova attività. Mi hanno spinto, tuttavia, anche motivazioni di carattere più generale, collegate ai temi dell'ambientalismo e dell'ecologia, nei quali credo molto. Ho ritenuto che lavorare in questo settore significasse svolgere un lavoro "socialmente utile" e devo dire che con il tempo non ho cambiato idea.
In cosa consiste il lavoro del Mobility Manager?
Il lavoro del Mobility Manager è strettamente connesso alla lotta all'inquinamento e alla riduzione dell'impatto ambientale provocato dagli spostamenti dei dipendenti che si recano al lavoro utilizzando ciascuno la propria automobile. L'Università, tramite il Mobility Manager, cerca di ridurre l'impatto ambientale prodotto dagli spostamenti dei dipendenti e degli studenti.
In termini pratici cosa vuol dire?
Vuol dire innanzitutto disincentivare l'uso del mezzo privato. Il primo compito del Mobility Manager de " La Sapienza " è stato, nel 2000, quello di redigere il Piano Spostamenti Casa-Lavoro. Sulla base di tale studio, che individuava gli orari e i percorsi di spostamento dei dipendenti e degli studenti, è stato in seguito progettato il servizio di trasporto "Minerva si muove". Nell'attività ordinaria del Mobility Manager ricadono inoltre i compiti connessi alla ricerca di agevolazioni per l'acquisto degli abbonamenti al TPL (Trasporto Pubblico Locale), sia per i dipendenti che per gli studenti.
MOBILITY MANAGER REQUISITI
Ha seguito corsi particolari o si è affidato ad una formazione prettamente universitaria?
Il mio è un curriculum abbastanza atipico. Da quando lavoro all'Università ho partecipato a molti corsi. Il più attinente è senz'altro il "Corso di formazione per Mobility Manager", organizzato nel 2005 dall'Associazione "Euromobility" di Roma. Nel 2006 ho inoltre partecipato in qualità di uditore al Master in "Gestione della Mobilità Sostenibile" organizzato dal Dipartimento di Statistica de "La Sapienza".
C'è, per la sua esperienza, un percorso formativo ideale che è meglio seguire per poter intraprendere questa professione?
Credo che il requisito fondamentale sia la capacità di svolgere i propri compiti in interconnessione costante con le numerose realtà che operano nel settore e di adattarsi, soprattutto se ci si muove in un contesto complesso e difficile come quello metropolitano, senza lasciarsi abbattere dagli inevitabili ostacoli che si incontreranno.
Qual è stato il progetto che più le ha dato soddisfazione?
In più di tre anni di lavoro sono stati molti i progetti portati a compimento. Tra questi quello di acquisizione di alcuni scooters elettrici, ceduti gratuitamente all'Università dal Comune di Roma, che ora vengono utilizzati per gli spostamenti di servizio dei dipendenti. Nel 2006 è partito il nuovo servizio di trasporto dell'Ospedale S. Andrea, sede della II Facoltà di Medicina de " La Sapienza ". Il progetto al quale tengo di più è però il nuovo servizio di trasporto dell'Università, completamente gratuito, che collegherà la Città Universitaria con la Stazione Termini e la Stazione Tiburtina e che non inquinerà perché realizzato dalla Società Trambus interamente con vetture elettriche.
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