Mito di Medea: riassunto
Mito di Medea di Euripide: riassunto, analisi della personalità di Medea, significato del mito e della relazione tra Medea e Giasone
Indice
Il mito di Medea
Innanzitutto quello di Medea è uno dei miti più antichi, ma ha goduto di grandissima fortuna tanto in età antica quanto in età moderna. Medea è una figura della mitologia greca, figlia di Eeta, re della Colchide, regione del Caucaso, (sull’attuale costa georgiana del Mar Nero), e di Ecate, dea della magia e degli incantesimi. Medea aveva come nonno Elio, dio del Sole, poiché questo era il padre di Eeta, inoltre sua zia era la maga Circe, e come quest'ultima e sua madre era dotata di poteri magici e addirittura divini.
Essa è uno dei personaggi più celebri e controversi della mitologia greca. Il suo nome deriva dal greco “Medeia”, poi latinizzato in “Medea”, che a sua volta deriva dalla parola greca “medomai”, che significa "molto astuto, scaltro".
La sua figura è sempre messa in relazione a quella di Giasone, figlio di Esone, re di Iolco, che si trova in Tessaglia, regione della Grecia. Esone è stato detronizzato dal fratellastro Pelia e Giasone, l’erede legittimo, è cresciuto in esilio affidato alle cure del centauro Chirone. Una volta diventato adulto, Giasone si reca da Pelia per rivendicare il trono che gli appartiene, ma Pelia pone una dura condizione: se vuole riavere il regno, Giasone dovrà andare alla conquista del Vello d’oro, la pelle dell’ariete dorato che si trova nella Colchide, terra di Medea, a capo di un gruppo di eroi, gli Argonauti, che formano l'equipaggio della nave Argo.
Cos'è il vello d'oro
Ma che cos’è precisamente il Vello d’oro? Secondo la leggenda Frisso, mitico eroe greco zio di Giasone, ed Elle, figli di Atamante (figlio di Eolo), erano stati destinati dal padre a essere sacrificati a Zeus, ma Zeus stesso li salvò per mezzo di un ariete dal pelo d’oro che rapì i due fanciulli sottraendoli al sacrificio. Sulla groppa dell’ariete Frisso ed Elle volarono verso l’Oriente, ma durante il viaggio Elle cadde in mare e annegò. Frisso invece giunse in Colchide e chiese ospitalità presso il re Eeta. Tuttavia il re uccise Frisso e si impadronì del vello, lo inchiodò ad una quercia nel bosco sacro ad Ares e vi pose a guardia un drago insonne.
Giasone arriva, in seguito a diverse peripezie e avventure, nella Colchide per conquistare appunto il prezioso Vello. Eeta, alla richiesta di Giasone di riavere il vello d’oro, promette di restituirglielo a patto di superare tre prove: una volta saputo di cosa si trattava, Giasone si dispera dal momento che l’impresa a cui si sta per accingere è molto ardua e non può essere compiuta usando soltanto la forza. Ma, secondo alcune fonti, Era ne parlò con Afrodite, la quale chiese al figlio Eros di far innamorare di Giasone Medea, così da aiutarlo nelle tre prove. Secondo altre, invece, fu Medea ad innamorarsi da sola del giovane straniero.
Le tre prove di Giasone
Nella prima prova, Giasone doveva arare un campo facendo uso di due tori dalle unghia di bronzo che spiravano fiamme dalle narici. Medea gli diede una pomata che lo proteggesse dalle fiamme dei tori, consentendogli di superare la prova. Nella seconda, Giasone doveva seminare nel campo appena arato i denti di un drago, i quali, germogliando, generavano un'armata di guerrieri. Ancora una volta Medea istruì Giasone su come poteva fare per avere la meglio: egli lanciò un sasso in mezzo ai guerrieri che, incapaci di capirne la provenienza, si attaccarono tra di loro, annientandosi. Nella terza, Giasone doveva sconfiggere il drago insonne che era a guardia del vello d'oro. Gli spruzzò una pozione ricavata da alcune erbe, datagli sempre da Medea: il drago si addormentò ed egli poté conquistare il vello d'oro. Giasone, una volta ripreso il vello d'oro, decide di scappare immediatamente. Medea, avendo già dimostrato di volere Giasone più della sua patria, simboleggiata dal padre che ella aveva tradito aiutando Giasone, scappa insieme a Giasone, portando con sé il fratello Apsirto.
La fuga
Una volta scoperta la fuga, Eeta li insegue furioso. Allora Medea, per prendere tempo, uccide il fratello, lo fa a pezzi e lo getta in acqua. Medea ottiene proprio ciò che sperava: Eeta si ferma a raccogliere i pezzi del figlio, perdendo di vista la nave Argo. I fuggiaschi arrivano a Iolco e Medea, usando i suoi poteri magici, convince le figlie di Pelia che lei sarebbe stata in grado di ringiovanirne il padre se esse lo avessero tagliato a pezzi e messo a bollire in un calderone pieno di acqua ed erbe magiche. Le ragazze, molto ingenuamente, fanno a pezzi il padre, mettendolo nel calderone e condannandolo così alla morte, dal momento che Medea non aggiunge le erbe magiche. Il figlio di Pelia, Acasto, bandisce dalla Tessaglia Giasone e Medea per l'uccisione del padre e i due si stabiliscono a Corinto, presso il re Creonte. Qui hanno due figli, Mermo e Fere, e iniziano così a vivere una nuova vita, o almeno in un primo momento. Infatti, dopo dieci anni Creonte vuole dare la sua giovane figlia Glauce in sposa a Giasone, offrendo così a quest'ultimo la possibilità di successione al trono. Giasone accetta immediatamente, abbandonando così sua moglie Medea e lasciandola in balia di gente straniera.
Conclusione
Vista l'indifferenza di Giasone di fronte alla sua disperazione, Medea medita una tremenda vendetta. Fingendosi rassegnata, manda i figli a portare in dono un mantello e un diadema alla giovane Glauce, la quale, non sapendo che i doni sono pieni di veleno, li indossa per poi morire fra dolori strazianti. Il padre Creonte, corso in aiuto, tocca anch'egli il mantello e il diadema, e muore. Ma la vendetta di Medea non finisce qui. Ella, infatti, uccide anche i figli avuti con Giasone. Medea rimane comunque sola, e ancora una volta in fuga. L'ultima tappa delle sue peregrinazioni in terra greca è Atene. Qui Medea sposa Egeo, re di Atene, dal quale ha un figlio, Medo.
A lui Medea vuole lasciare il trono di Atene, approfittando del fatto che Teseo, figlio ed erede legittimo di Egeo, non era in città. Ma questo ritorna prima che ella riesca nel suo piano.
Tuttavia, Egeo ignora che Teseo sia suo figlio; non lo riconosce e crede che egli sia semplicemente un forestiero. Medea, che vede ostacolati i suoi piani per Medo, con una scusa, suggerisce al marito di uccidere il nuovo venuto durante un banchetto. Ma all'ultimo istante Egeo riconosce suo figlio e Medea è costretta a fuggire di nuovo. Ella allora lascia la Grecia per sempre e torna nella sua Colchide insieme con Medo, dove si ricongiunge e si riappacifica con il padre Eeta. Durante la sua assenza Eeta era stato detronizzato dal fratello Perse, perdendo così il potere e il regno. Medea una volta tornata in patria restituisce il trono al padre, uccidendo Perse, e in questo modo ottiene da egli il perdono.
Si chiude così il viaggio di Medea: la sua terra d'origine, la terra di suo padre, la terra tradita è la terra promessa ed Eeta è il principio e la fine del suo destino. Che fine fa Giasone? Ci sono due diverse fonti: secondo la prima egli muore poiché colpito in testa durante il sonno da un frammento della nave Argo, appeso come dono votivo nel tempio di Era a Corinto; secondo l'altra versione del mito l'eroe greco si sarebbe impiccato, dopo la morte dei suoi figli per mano di Medea.
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