Metodo di studio, 5 consigli dal Campione di Memorizzazione Matteo Salvo
Il campione di memorizzazione Matteo Salvo ci mostra le sue tecniche di memorizzazione: ecco cinque consigli per migliorare
Indice
Come memorizzare
Capita spessissimo - e a tutti! - di passare anche molto tempo sui libri, senza riuscire a trattenere le informazioni che abbiamo letto. Questo è esattamente uno dei motivi principali per cui alla maggior parte di noi non piace studiare e perdiamo il desiderio di apprendere. Lo sa bene Matteo Salvo, da oltre 20 anni esperto in tecniche di apprendimento, titolare di un Guinness World Record in memorizzazione. Proprio lui - il primo italiano a conquistare il titolo di International Master of Memory durante il World Memory Championship, memorizzando oltre 1000 cifre e 10 mazzi di carte senza commettere errori - in realtà aveva avuto serie difficoltà durante i primi anni di università.
In 3 anni di ingegneria meccanica, studiando tantissimo, aveva passato solo sette esami. “Vedendo i risultati, mi resi subito conto che o trovavo un metodo oppure non avrei finito il mio percorso”, ha spiegato nel suo corso su Competenze, una piattaforma per farsi ispirare da maestri di fama internazionale. In tanti anni di ricerche, Salvo ha ideato un metodo per imparare strategicamente, facendo meno fatica e con migliori risultati. Una formula che ha divulgato in diversi libri, per appassionare all’apprendimento studenti e non solo. E che viene insegnata e applicata in diverse università e prestigiose realtà aziendali e istituzionali. Vediamo quali sono i punti principali del suo metodo.
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"Troviamo di tutto nella nostra memoria: è una specie di farmacia, di laboratorio chimico, dove si mettono le mani a caso, ora su una droga calmante, ora su un veleno pericoloso." Marcel Proust
Come organizzare la postazione di studio per favorire la concentrazione
L'ambiente in cui studiamo condiziona l'apprendimento. L'ordine è fondamentale: più cose ci sono in giro, più fonti di distrazione avrà la tua mente. Un altro aspetto fondamentale su cui ci dobbiamo concentrare è l'organizzazione del materiale. “Purtroppo lo studio è sempre stato visto come lo scotto da pagare per poi avere il tempo per giocare o dedicarci ai nostri hobby”, spiega Salvo. “Dobbiamo scardinare questo pensiero. Pensa come un atleta che vorrebbe avere le scarpe migliori per riuscire ad avere un appoggio particolarmente efficace, oppure un abbigliamento particolare che gli permette di ottenere una determinata prestazione. Nello studio è esattamente la stessa cosa.” Per questo non sottovalutiamo la scelta degli oggetti che ci permettono di studiare meglio:
- tavolo; sedia;
- leggìo;
- una piccola lavagna per schematizzare;
- una penna che ci piace;
- un capo di abbigliamento dedicato;
Così come ne abbiamo per lo sport, infatti, scegliere l’abbigliamento giusto, che faciliti relax e concentrazione allo stesso tempo, ci fa entrare in una sorta di “modalità studio” che migliora l’apprendimento.
Come preparare la mente prima di una sessione di studio
Mente e corpo lavorano sempre e costantemente insieme. Un errore che tantissime persone fanno è quello di studiare da stanchi. Questo ci fa non solo disinnamorare dell'apprendimento ma va a instillarci un dubbio: “Non sono capace di imparare?” Se non troviamo un buon momento, è meglio alzarsi prima al mattino per studiare a mente fresca.
A patto però di svegliarsi riposati. “Uno degli errori più comuni è quello di dormire poco: non ci rendiamo conto di quanto quella poca lucidità mentale ci costi nell'arco della giornata. Io, personalmente, l'avevo sperimentato ai campionati di memoria: quando mi allenavo alla sera i miei risultati peggioravano del 30, 40%, ero più lento a memorizzare.” racconta l’esperto.
Come si realizza una “mappa” per la lettura strategica
La lettura strategica ha un obiettivo particolare che non è quello di comprendere, ma individuare come sono collocate le informazioni. Consiste nel realizzare una “mappa” grafica del capitolo, per avere una visione d’insieme. Come?
- Scriviamo il titolo al centro e gli argomenti disposti intorno con una struttura radiale che ci permette di avere una panoramica complessiva, con i titoli dei sotto-capitoli;
- Dopo aver fatto questo, andiamo alla fine del capitolo. Spesso troveremo una sintesi o una verifica. Queste parti sono fondamentali perché costituiscono quel 20% di informazioni che offrono l'80% della conoscenza. Racchiudono i punti chiave, quelli che si ottengono rispondendo alle famose 5 domande del giornalismo: “Chi? Che cosa? Come? Dove? Quando? Perché?”.
- Il passo successivo sarà concentrarci sulle immagini e relative didascalie o video di riferimento. Un'immagine, sul libro, può racchiudere la descrizione di una facciata o una facciata e mezza ed è più facilmente memorizzabile.
- Il video ha un livello di apprendimento ancora più alto perché andiamo a coinvolgere più sensi. Se ci sono video di qualità e referenziati sull'argomento da sviluppare, vederli prima di studiare aiuterà la comprensione e la memorizzazione degli argomenti.
Lettura critica
L’obiettivo della lettura critica è la comprensione. “Una delle cose che mi piace sempre trasferire è quella di smettere di studiare per imparare; studia per spiegare. Immagina di dover trasferire quel contenuto ad un'altra persona che non sa nulla dell'argomento, questo ti costringe ad andare molto a fondo.”, spiega Salvo. Dobbiamo quindi chiederci: “Come posso fare a rendere più chiari questi concetti? Quali sono gli esempi che potrei fare per riuscire a rendere la mia comunicazione più incisiva?”
- I concetti chiave di solito si trovano all'inizio o alla fine del paragrafo.
- Dopo aver individuato il concetto, dobbiamo individuare una parola chiave che mi aiuti a rievocarlo.
- Dopo che abbiamo individuato questa parola chiave, la andremo a collocare sulla nostra mappa mentale.
- Un altro strumento per trasferire quello che stiamo imparando sono gli esempi che servono a rendere più chiari quei concetti. Individuarli, ci aiuterà ad interiorizzare quello che stiamo studiando, a capirlo realmente.
Tecniche di memoria
La nostra memoria lavora per immagini, per associazioni e registra tutto quello che suscita forte emozioni o è strano, bizzarro. Una delle più efficaci tecniche di memoria può essere associata all'acronimo P.A.V. P sta per “paradosso”. Ogni volta che vuoi memorizzare qualcosa pensa a qualcosa di paradossale che ti aiuti a rievocare quello che vuoi ricordare. A sta per “azione”, quindi le tue associazioni di immagini saranno sempre paradossali e in movimento.
Infine, immaginale con un coinvolgimento sensoriale completo. Esattamente come quando sogni qualcosa in modo così vivido (da qui la “V” dell’acronimo) da sbegliarti spaventato o affannato. Quindi, per memorizzare andiamo sempre a creare un'associazione di immagini con paradosso, azione e vivido. Ad esempio, se volessimo memorizzare dei vocaboli in inglese, ci basta creare delle associazioni di immagini tra il vocabolo e la pronuncia del vocabolo nella lingua straniera. Se volessimo memorizzare “mento” (“chin”), potremmo immaginare di fare un brindisi sul nostro mento. (mento: “cin”). Se volessimo memorizzare che “dente” si dice “tooth” (“tuuf”), potremmo immaginare un dente che da solo fa un tuffo. Mentre se volessimo memorizzare che dente al plurale si dice “teeth” (“tiif”) , potremmo immaginare su tutti i denti dei tifosi allo stadio.
Come sfrutta la memoria visiva: guarda il video
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