MAXXI A[R]TWORK: da studenti a curatori di mostre in una settimana

Da fruitori d'arte a curatori di mostre: è MAXXI A[R]TWORK, il progetto di alternanza dove gli studenti imparano come funziona un museo. Per davvero.

MAXXI A[R]TWORK: da studenti a curatori di mostre in una settimana
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MAXXI ART WORK

Uno dei ragazzi presenta la creazione realizzata dal suo gruppo
Fonte: ufficio-stampa

Si fa presto a dire "alternanza scuola-lavoro". O, per meglio dire, percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, come da definizione dei progetti extrascolastici previsti dalla nuova riforma della scuola. Ci sono infatti percorsi che vanno ben oltre l'alternanza in sé, e diventano qualcosa di più: MAXXI A[R]TWORK, a sentire i suoi ideatori, è uno di questo. Imparare il mestiere del curatore di mostre, in effetti, non è cosa facile. Ma se lo si fa passando dalla teoria alla pratica, usando tutti i linguaggi a disposizione - quello dell'arte, del giornalismo, della comunicazione social, dell'immagine - allora diventa quasi un gioco.

È questo il principio dell'alternanza scuola-lavoro proposta dal MAXXI, il Museo delle arti del XXI secolo di Roma, dove i ragazzi imparano, in una settimana fittissima di lezioni ed eventi, a organizzare una mostra dalla sua progettazione, alla realizzazione e infine alla diffusione. E a leggere e interpretare l'arte contemporanea, diventandone non solo fruitori ma potenziali produttori.

ALTERNANZA SCUOLA LAVORO, COS'È

"Il progetto nasce perché due anni e mezzo fa alle porte del museo bussarono le scuole" spiega Federico Borzelli, responsabile di MAXXI A[R]TWORK insieme a Giulia Masini. "Sono stati proprio i professori a dire che in quel momento a Roma mancava una proposta legata alla cultura". Così, il MAXXI si attiva: il progetto nasce, e viene strutturato immediatamente come un dietro le quinte di un vero museo, dove i ragazzi imparano a tutti gli effetti a mettere in scena l'arte.

La struttura è lineare: lezioni la mattina e laboratori pratici il pomeriggio. Le tematiche? Tutte: dal marketing territoriale alla comunicazione social, dalla progettazione di una mostra al mestiere del fotoreporter. E, subito dopo pranzo, via a mettere in pratica quello che si è imparato, creando gallery fotografiche, modellini, allestimenti veri e propri, con il museo che diventa un unico grande laboratorio da fruire e scoprire in tutti i suoi angoli, e i docenti che diventano tutor capaci di guidare i ragazzi verso l'espressione concreta di un'idea.

Uno dei ragazzi al lavoro durante un workshop
Fonte: ufficio-stampa

"Studiare e apprendere nel divertimento è una sfida, e se ci si riesce è una conquista grande" spiega Flavia Ladi, docente di storia dell'arte del liceo Vivona. "I ragazzi riescono a cogliere una conoscenza maggiore di loro stessi oltre che della disciplina, e questo vuol dire tanto per la loro vita". Per esempio, idee per il loro futuro, come nel caso di Tiziano, che dopo il liceo artistico proseguirà sulla strada dello studio del design. O, più semplicemente, uno spunto per l'orale di maturità, come per Beatrice, che davanti alla commissione porterà una mappa mentale del suo percorso di alternanza triennale, tutta orientata alla crescita.

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO ORE

Dopo i laboratori della mattina, subito dopo pranzo il MAXXI si popola di studenti armati di cellulare: passano fra i visitatori scattando foto, cercando il punto migliore per catturare immagini per la loro gallery. Oppure occupano i tavoli da lavoro e danno vita a creazioni: c'è chi ricrea modellini del museo, dividendolo per colore e aree tematiche, o chi realizza un ritratto della sua ideatrice, Zaha Hadid, utilizzando spille che portano in cima le lettere che compongono il suo nome.

Non lo sanno ancora, o forse sì, che quella che stanno facendo sotto lo sguardo vigile dei loro tutor è arte a tutti gli effetti, e che da semplici fruitori stanno diventando qualcosa di più.

"Controlliamo gli accessi al museo dei ragazzi che frequentano i nostri laboratori anche a distanza di mesi, e quello che abbiamo notato è che tornano" racconta Federico Borzelli. Tornano da visitatori, per vedere le mostre temporanee o le opere esposte, o per seguire conferenze e seminari. Ma ciò che conta è che tornano per frequentare ancora i laboratori pensati per loro.

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO 2019

Ragazzi durante un laboratorio all'interno del museo
Fonte: ufficio-stampa

"L'esperienza è iniziata sotto consiglio della professoressa. Dopo ci siamo appassionati a come si lavorava qui, così il secondo anno è stata una nostra scelta: dato che l'esperienza è stata positiva abbiamo continuato a venire, proprio perché ci ha interessati", raccontano Davide e Rares. Il perché è semplice: "Un'esperienza del genere risponde a una curiosità: cos'è un museo? Come si lavora in un museo? E lascia la possibilità di avere un orientamento fatto da testimoni diretti di un lavoro così specifico" spiega Borzelli. Oltre che insegnare, ovviamente, i fondamenti del lavoro di gruppo: "Bisognava mettere d'accordo tutte le persone, trovare un'idea comune. Appena abbiamo iniziato a parlare e progettare insieme, collaborando, siamo riusciti a fare il progetto tranquillamente. C'è stata abbastanza omogeneità anche tra di noi come gruppo" spiegano Daniele e Lucia.

Il progetto ha avuto un seguito tale che nel futuro lo spazio fisico del MAXXI si allargherà, replicando il format in altri musei e arrivando fino a L'Aquila, dove nei prossimi mesi verrà inaugurato un museo di arte contemporanea. "Lavoreremo con gli studenti del liceo Bafile e Muzzi de L'Aquila" racconta Borzelli "coinvolgendo professionisti abruzzesi". E chissà che anche stavolta, a qualche chilometro di distanza, qualcuno tra gli studenti non trovi nell'arte la chiave di volta per il suo futuro.

MAXXI A[R]TWORK, IL VIDEO

ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO, ESEMPI

Studenti.it sta raccogliendo le storie degli studenti su diversi progetti di alternanza. Eccone qualcuna:

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