Maximilien Robespierre: biografia e pensiero politico

Robespierre: biografia e pensiero politico del rivoluzionario tra i protagonisti della Rivoluzione Francese. La vita e la tragica morte per decapitazione
Maximilien Robespierre: biografia e pensiero politico
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1Chi era Maximilien Robespierre

Ritratto di Maximilien Robespierre, 1793
Ritratto di Maximilien Robespierre, 1793 — Fonte: getty-images

Assoluto protagonista della Rivoluzione Francese, Maximilien Robespierre è probabilmente ancora oggi il personaggio più controverso, che divide chi lo reputa un tenace paladino del popolo francese e dei valori rivoluzionari, da chi lo ritiene un demagogo spietato e sanguinario, privo di scrupoli pur di conquistare e mantenere il suo potere.   

La sua vicenda ha contribuito alla nascita, intorno al personaggio, di una narrazione enigmatica, che lascia numerosi punti aperti: quale era la sua reale personalità e in che modo uno sconosciuto avvocato di provincia arrivò al vertice del potere in Francia? Quali responsabilità ebbe nel periodo del Terrore, il più cupo e violento della Rivoluzione, fino alla sua fine politica e alla sua decapitazione? Sono domande che, nonostante il tempo trascorso, continuano ad interrogare chi si avvicina alla storia del rivoluzionario francese e che alimentano all'indubbio fascino di Maximilien Robespierre, alias “l'Incorruttibile”.   

2L'infanzia, gli studi e la carriera di avvocato

Maximilien Robespierre, 1800. Leader giacobino durante la Rivoluzione francese
Maximilien Robespierre, 1800. Leader giacobino durante la Rivoluzione francese — Fonte: getty-images

Maximilien Robespierre nasce il 6 maggio del 1758 ad Arras, nel nord-est della Francia, ed è il maggiore di cinque figli di una famiglia di estrazione borghese. La sua infanzia è segnata dalla perdita di entrambi i genitori: a 6 anni scompare precocemente la madre a seguito delle complicazioni dell'ultimo parto; il padre, di professione avvocato, forse a seguito del traumatico evento, abbandonò la famiglia per non fare più ritorno. 

Rimasto orfano ed affidato alle cure del nonno materno insieme ai fratelli, a 11 anni il giovane Maximilien riesce ad entrare con una borsa di studio nel prestigioso collegio Louis le Grand di Parigi: qui come studente ottiene diversi premi e menzioni, tra cui l'onore di essere scelto per leggere pubblicamente un messaggio indirizzato a Luigi XVI nel corso delle cerimonie di incoronazione del Re. Alla fine del suo ciclo d'istruzione gli viene inoltre concessa dal collegio una donazione in denaro di 600 franchi per la buona condotta e i risultati scolastici conseguiti. 

Al termine degli studi Robespierre, sceglie quindi di ritornare ad Arras (1782) per esercitare, seguendo le orme del padre, la professione di avvocato. In questa veste il giovane difensore si fa conoscere per il patrocinio di cause difficili e apparentemente “perse”. Robespierre sceglie spesso di assistere persone in difficoltà economiche, rinunciando in certi casi al compenso per la prestazione, e denuncia nelle sue oratorie, talvolta con forti accenti polemici, gli abusi della giustizia dell'Ancien Régime contro i più deboli. Un'attitudine che gli vale da allora l'appellativo di “avvocato del popolo”.  

Nonostante questa sua precoce fama, Robespierre sarebbe rimasto un oscuro legale di provincia se nel 1789, con le elezioni per gli Stati Generali non avesse deciso di candidarsi, risultando eletto per il Terzo Stato, come rappresentante di una delle corporazioni di mestiere più umili del distretto dell'Artois, quella dei calzolai. Si presentò agli elettori come esempio virtuoso di coraggio e integrità morale, dando sfoggio di un'arte retorica che sarà tipica dei suoi anni da deputato a Parigi.  

3Robespierre deputato all'Assemblea Costituente: l'Incorruttibile

Giunto a Versailles nel giugno del 1789, Robespierre si aggiunge agli altri rappresentanti del Terzo Stato in rivolta: nella fase iniziale della Rivoluzione aderisce al gruppo dei deputati, politicamente a sinistra, che non vogliono cedere a nessun compromesso con la monarchia e gli aristocratici e ritengono necessario imporre il volere dell'assemblea con qualunque mezzo. Dopo la presa della Bastiglia e il tentativo di repressione regia, Robespierre è convinto che la Francia sia nel mezzo di una guerra civile e che la Rivoluzione sia in pericolo. 

Club dei Giacobini.  Il "Jacobin Club" era il club politico più famoso e influente nello sviluppo della Rivoluzione francese
Club dei Giacobini. Il "Jacobin Club" era il club politico più famoso e influente nello sviluppo della Rivoluzione francese — Fonte: getty-images

Divenuto deputato alimenta la sua notorietà con la denuncia dei complotti reazionari - veri, verosimili o anche solo presunti - ai danni del popolo francese, di cui si dichiara orgogliosamente fiero di essere parte. Robespierre è convinto che la Rivoluzione vada difesa dai nemici e portata fino alle estreme conseguenze, garantendo il suffragio universale e l'applicazione integrale della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino

Fa inoltre della trasparenza e del rifiuto di qualunque duplicità la sua arma politica: se molti colleghi cambiano opinione per interesse personale Robespierre, almeno apparentemente, resta sempre fermo nelle sue convinzioni pur dimostrandosi, nei fatti, un politico accorto e pronto a sfruttare le opportunità del momento

Grazie a questa tattica, dal 1790 si guadagna la fama nazionale e diviene per tutti “l'Incorruttibile”: da parlamentare non rinuncia alla meticolosità nel lavoro, è curato negli abiti e nell'aspetto ma predica l'austerità nel vivere e critica la ricchezza e le dissolutezze di altri colleghi. Non ama particolarmente le donne – nei fatti non si sposerà mai e non avrà figli – e considera la castità un valore. Robespierre sembra infatti rinunciare alla sua sfera personale e privata per dedicarsi esclusivamente a quella pubblica di politico rivoluzionario incrollabilmente devoto alla causa. 

Le invettive che lo rendono celebre, oltre che ben argomentate, sono spesso lunghe e monotone e attirano l'ilarità della stampa satirica e degli avversari politici, che considerano Robespierre, pur rispettandolo, un pericoloso demagogo. I suoi interventi tuttavia mirano più a guadagnare il consenso del popolo, di cui tesse le lodi e che ritiene, ispirato dai principi della democrazia diretta di Rousseau, essere l'unico legittimo sovrano della nazione francese. 

Il popolo francese lo ricambia considerandolo uno dei suoi principali referenti: in particolare Robespierre trova il suo uditorio ideale nel Club dei Giacobini, di cui diventa presidente nel marzo del 1790 e che rappresenta il luogo d'incontro degli elementi più radicali e popolari – i sanculotti- soprattutto a Parigi. 

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4Robespierre e la strada verso il potere: la condanna del re e la Repubblica

Luigi XVI
Luigi XVI — Fonte: istock

Ciò che Robespierre presagiva con la continua denuncia dei complotti controrivoluzionari si avvera quando, nel giugno del 1791, Luigi XVI tenta di fuggire all'estero, senza riuscirci, per unirsi a quanti sono decisi ad abbattere la Rivoluzione. A seguito del tentativo di fuga la monarchia costituzionale francese nata nel 1789 entra perciò in crisi; inoltre, dalla primavera del 1792, la Francia è in guerra contro Austria e Prussia che, dall'esterno, tentano di soffocare la Rivoluzione. 

A seguito di una nuova sollevazione popolare nel corso dell'estate, Luigi XVI viene infine deposto e la monarchia abolita: nasce così la prima Repubblica Francese

Il problema principale con cui si misura la nuova Convenzione Nazionale è a quale sorte destinare il re traditore: dopo essere stato rieletto Robespierre, in testa ai deputati a lui vicini - i cosiddetti Montagnardi - ne chiede a gran voce la condanna a morte e ingaggia una dura lotta in parlamento contro il gruppo dei più moderati Girondini. “L'incorruttibile”, alla fine, vince la sua battaglia: sei mesi dopo, il 20 gennaio 1793, Luigi XVI viene condannato e ghigliottinato il giorno seguente. Un fatto epocale che segnerà i destini di Robespierre e della Francia.

Le ultime vittime del regno del terrore vengono portate alla ghigliottina in un tumbrel, 1794
Le ultime vittime del regno del terrore vengono portate alla ghigliottina in un tumbrel, 1794 — Fonte: getty-images

Tuttavia la situazione di difficile crisi era ben lontana dall'essere risolta: il timore di nuovi complotti controrivoluzionari e l'instabilità interna, come nel caso della rivolta della Vandea, oltre che la pressione alle frontiere della guerra, richiedono per Robespierre e i Montagnardi l'adozione di misure straordinarie per salvare la Rivoluzione. Per far fronte all'emergenza nell'aprile del 1793 nasce il Comitato di salute pubblica, un organo ristretto a pochi membri in cui si accentrano le responsabilità di governo, fortemente criticato dai Girondini che denunciano l'inizio di una dittatura.

Trascorrono poche settimane e, il 2 giugno 1793, i sanculotti arrestano a Parigi 29 deputati e due ministri della Gironda accusandoli di tradimento; un colpo di Stato che apre a Robespierre, interprete delle rivendicazioni popolari dei sanculotti e mediatore tra queste e i gruppi parlamentari, le porte del potere. Nel luglio del 1793 diviene membro del Comitato di salute pubblica, e in questa veste assume direttamente le responsabilità di governo.

5Nel Comitato di Salute Pubblica: il Terrore e la fine di Robespierre

Ritratto di Maria Antonietta
Ritratto di Maria Antonietta — Fonte: getty-images

Da questo momento il Comitato, nelle mani di Robespierre e degli altri membri, tende sempre più a esautorare il potere della Convenzione e a considerarsi un governo nazionale la cui maggiore preoccupazione è l'abbattimento dei nemici interni ed esterni: tra le decisioni adottate ci furono la leva in massa per fornire l'esercito di nuovi uomini, un maggiore controllo dei prezzi e dei salari e, soprattutto, il varo di leggi repressive con il quale colpire quanti ritenuti “sospetti” di attività controrivoluzionarie. 

Il prezzo da pagare per questa politica fu un autentico bagno di sangue: i condannati alla ghigliottina dai tribunali rivoluzionari, spesso in modo sommario, si stimano in circa 17.000 persone; la politica del Terrore non risparmiò nessuno, colpendo comuni cittadini, fazioni politiche e personalità del tempo. Certamente i processi più celebri, conclusi con la condanna, furono quelli a Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena, consorte di Luigi XVI, e a Danton, a sua volta ex-membro del Comitato. 

Se Robespierre ebbe certamente un ruolo importante nel Terrore, va ricordato che questo non fu solo frutto della sua volontà, avendo condiviso la responsabilità con gli altri membri, e che talvolta si spese per limitarne le spinte più estremiste e violente

Georges-Jacques Danton
Georges-Jacques Danton — Fonte: ansa

La politica del Comitato, nell'ultima fase prima della sua liquidazione, si indirizzò anche verso la religione e i costumi della società: critico verso l'ateismo, Robespierre promosse una religione naturale, il deismo, credenza che in teoria avrebbe dovuto sostituire il cristianesimo, ritenuto ostile ai valori Rivoluzionari, motivo per il quale le chiese e il clero subirono attacchi durante il Terrore. Sotto il governo del Comitato il calendario Gregoriano venne inoltre sostituito dal nuovo Calendario rivoluzionario

In tutti i casi nell'aprile del 1974 il momento più critico per la Rivoluzione poteva dirsi superato, con la stabilizzazione interna e l'andamento positivo della guerra; nonostante questo tra giugno e luglio iniziava una nuova fase di processi e esecuzioni (il cosiddetto “Grande Terrore”). 

Illustrazione dell'esecuzione di Robespierre e dei suoi cospiratori
Illustrazione dell'esecuzione di Robespierre e dei suoi cospiratori — Fonte: getty-images

E' in questa clima che prende vita il colpo di Stato del 9° Termidoro, che porterà alla fine politica di Robespierre e alla sua condanna a morte: ad organizzare il colpo di Stato sono due fazioni che avevano contribuito alla politica del Terrore, e che tuttavia erano giunte alla determinazione di eliminare Robespierre, ritenuto troppo ingombrante e sospettato di volere una dittatura personale, e di chiudere con il Terrore, considerato non più necessario, per attuare una svolta moderata

Il 28 luglio 1794 Robespierre fu quindi arrestato: il movimento popolare, forse a sua volta stanco del Terrore, questa volta non difese il suo leader. Nel giro di 14 ore Robespierre, ferito e frastornato, venne tradotto davanti alla ghigliottina e lì ucciso. Si chiudeva così, con una spietata legge del contrappasso ad appena 36 anni, la vita de “L’Incorruttibile”. 

6Guarda il video sulla Rivoluzione francese

    Domande & Risposte
  • Cosa volevano i giacobini?

    Puntavano ad una costituzione pienamente repubblicana.

  • A quale scopo fu istituito il comitato di salute pubblica?

    Per proteggere la repubblica dalla ribellioni all’interno e dalle invasioni all’esterno.

  • Cos’è il terrore?

    E’ un periodo della Rivoluzione francese che va dall’espulsione dei moderati Girondini dalla Convenzione Nazionale fino alla caduta di Robespierre. Questo periodo, con il predominio di Robespierre e dei membri del Comitato di Salute pubblica, fu caratterizzato da un elevato numero di processi e di condanne a morte.

  • Cosa succede dopo la morte di Robespierre?

    Con la morte di Robespierre termina il periodo del Terrore ed inizia il governo dei Termidoriani.