Socrate e la politica - brano di Platone dall'Apologia di Socrate

Traduzione a cura dei tutor di Studenti.it

Socrate e la politica - brano di Platone dall'Apologia di Socrate

L'Apologia di Socrate è un testo giovanile di Platone. Scritto tra il 399 e il 388 a.C., è la più credibile fonte di informazioni sul processo a Socrate, oltre a quella in cui la figura del vecchio filosofo è probabilmente meno rimaneggiata dall'autore. Socrate infatti non scrisse mai nulla: tutto quel che sappiamo sul suo conto lo dobbiamo a Senofonte, Platone, al commediografo Aristofane e in parte ad Aristotele, che però non lo conobbe direttamente.

VERSIONE

TRADUZIONE
Infatti, oh cittadini ateniesi, io non ho mai esercitato nessun’altra carica in città, sono stato un membro della Bulè; e capitò che la mia tribù Antiochide esercitasse il comando quando decideste di giudicare tutti insieme, illegittimamente, come sembrò in un secondo momento a tutti voi, i dieci strateghi che non avevano soccorso i naufraghi della battaglia navale. In quel momento solo io fra i pritani mi opposi a voi, per non fare nulla contro la legge e votai contro. Ed essendoci oratori pronti a denunciarmi e a trascinarmi in giudizio, e mentre voi gridavate e li incitavate, io ritenevo che fosse per me doveroso rischiare con la legge e la giustizia, piuttosto che stare con voi deliberando cose ingiuste, temendo la prigione o la morte. E questi erano gli avvenimenti quando la città era ancora democratica; ma quando subentrò l’oligarchia, i Trenta Tiranni facendomi chiamare di nuovo al tolo con altri quattro, mi ordinarono di portare via da Salamina Leonte di Salamina per ucciderlo. Quelli impartivano molti ordini del genere anche a numerosi altri, volendo contaminare con le loro colpe più persone possibili. Allora tuttavia io provai non a parole ma con i fatti che a me non importa della morte, se non è detto in maniera rozza, proprio nulla, mentre mi interessa molto non agire in modo ingiusto ed empio. Infatti quel governo, pur essendo così potente, non mi spaventò tanto da indurmi a commettere qualcosa di ingiusto, ma quando uscii dal tolo, mentre gli altri quattro erano andati a Salamina ed avevano catturato Leonte, io invece allontanandomi me ne andai a casa.

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