Maturità, all'esame possono chiederti tutto il programma?

Sì, ma solo per quanto attiene alle materie decise dal ministero. Non in tutte le materie che i commissari insegnano.

Maturità, all'esame possono chiederti tutto il programma?

Maturità, all'esame di Stato gli studenti possono vedersi chiesto l'intero programma di studio del quinto anno? E i commissari d'esame possono interrogare su tutte le materie in cui sono abilitati all'insegnamento, anche se insegnano, ad esempio, Italiano e Latino o Storia e Filosofia? Assolutamente no: la legge dice che è il ministero ad assegnare per ogni indirizzo scolastico le materie, e non i commissari, su cui debba vertere il colloquio d'esame. E la commissione potrà interrogare gli studenti solo su quelle.

MATURITA', TUTTE LE NEWS

COME FUNZIONA - Su Orizzonte Scuola c'è un'argomentazione giuridica molto completa che, in punto di diritto, ribadisce la questione: il ministero assegna le materie, la commissione deve rispettarle.

La Commissione per gli esami di Stato relativamente all’anno scolastico in corso, deve essere composta dai Commissari esterni, cui il Ministero ha affidato con decreto le tre materie. Il Consiglio di Classe successivamente provvede ad integrare la Commissione, nominando i Commissari interni

E anche il consiglio di classe, nel nominare gli interni, deve chiarire di quali materie si andranno ad occupare. Così, se il vostro prof di italiano insegna anche latino, ma gli è stato assegnato soltanto l'italiano, non potrà interrogarvi in latino. E via dicendo per tutti gli altri.

MATURITA', LA POSIZIONE DEL MINISTRO

UGUAGLIANZA - Vale la pena ribadire.

Il colloquio, dunque, non potrebbe riguardare altre materie non affidate né dal Ministro, né dal Consiglio di classe, ad alcuno dei Commissari, che non possono formare oggetto del colloquio in sede d’esame.

In effetti la legge vuole che il colloquio di maturità si svolga su "diverse discipline", non su tutte le discipline del programma. Diversamente non può essere perché l'esame di Stato è un procedimento, appunto, pubblicistico e non ci possono essere spazi "indeterminati": tutto deve essere deciso in maniera precisa e puntuale. E d'altronde, permettere che alle scuole rimanga il potere, sebbene in parte, di decidere le materie d'esame, violerebbe il "principio di uguaglianza" degli studenti.

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