Maturità 2023: possibile traccia per i 100 anni della Riforma Gentile
A 100 anni dalla Riforma Gentile, cosa sapere in previsione di una traccia per la maturità 2023. Caratteristiche della riforma e punti da ricordare
Indice
Maturità 2023

La maturità 2023 è ormai alle porte: come ogni anno in questo periodo iniziano a rincorrersi le ipotesi sulle possibili tracce della prima prova, soprattutto in previsione degli anniversari storici, artistici o letterari che cadono nel corso dell'anno scolastico.
Tra questi ce n'è uno che potrebbe essere particolarmente in tema: quello della Riforma Gentile, entrata in vigore nel 1923 e di cui ricorre, quindi, il centenario proprio quest'anno.
Ma perché la Riforma Gentile è così importante? Perché è la riforma della scuola che ha lasciato segni molto importanti anche negli anni a venire: la scuola italiana infatti per molto tempo si è basata sui cardini della riforma, sia per quel che riguarda la divisione delle classi e il sistema di votazione, sia per la tipologia degli istituti superiori consentiti.
Vediamo nel dettaglio di cosa si trattava e perché potrebbe rientrare in una traccia storica del testo argomentativo (tipologia B).
La Riforma Gentile

Giovanni Gentile è ministro dell'istruzione sotto il fascismo, quando elabora la sua riforma. La base sono gli ideali dello stesso Gentile, propugnati in un saggio di inizio Novecento a sua firma. Secondo il filosofo, la scuola deve essere appannaggio unicamente degli studenti più talentuosi o facoltosi, e non deve prevedere l'ingresso delle donne. Nell'istruzione femminile, infatti, Gentile vede una minaccia alla società, che nella sua visione deve essere rigidamente divisa in ruoli sociali distinti per sesso.
La visione di Gentile è quindi elitaria, classista e antidemocratica nei suoi principi fondanti: mira a ridurre la popolazione scolastica complessiva, selezionando gli alunni che, a sua detta, hanno diritto all'istruzione, rispetto a quelli che invece non dovrebbero averne.
Le caratteristiche della riforma
A livello tecnico, la scuola è così divisa:
- Scuola elementare: 3 + 3 + 2 anni, divisi in grado preparatorio, inferiore e superiore.
La scuola termina a 14 anni, età di frequenza obbligatoria.
- Scuola media e superiore: la durata varia in base alla scuola che si sceglie (Ginnasio e liceo classico, Liceo scientifico, Liceo femminile, Istituto tecnico, Istituto magistrale, Scuola complementare di avviamento professionale).
Le classi sono divise in maschili e femminili, viene introdotto l'obbligo del voto minimo di 6/10 in tutte le materie tranne la condotta, che valuta il comportamento dell'alunno e per cui viene stabilito un voto minimo di 8/10.
Nel caso in cui non si raggiunga la sufficienza in determinate materie, si può accedere, in autunno, agli esami di riparazione.
Il numero massimo di bocciature permesse nella riforma Gentile è due, e la frequenza di un istituto rispetto ad un altro garantisce l'accesso a determinate facoltà universitarie. Ad esempio:
- Dal liceo scientifico non si può accedere a Lettere e Filosofia e alla Facoltà di Giurisprudenza;
- Dal classico è possibile accedere a qualsiasi facoltà ed ateneo italiano;
- Dalle altre scuole non si può accedere a nessuna facoltà.
Questo stabilisce inevitabilmente un primato del liceo classico sulle altre scuole, e porta le famiglie a investimenti estremamente ingenti per consentire ai figli di studiare: la conseguenza è che chi non ha le possibilità economiche per frequentare la scuola, nei fatti, la abbandona.
La riforma Gentile introduce anche l'insegnamento obbligatorio alle elementari della religione cattolica, considerata religione di Stato. Proseguendo con le scuole superiori, però, l'insegnamento verrà abbandonato: questo accade fino alla firma dei Patti Lateranensi, quando la Chiesa ottiene che l'insegnamento della religione cattolica venga esteso anche agli altri studenti.
La lingua dell'insegnamento è l'italiano, e gli alunni alloglotti appartenenti a minoranze linguistiche possono apprendere anche una seconda lingua su richiesta della famiglia.
Il diritto allo studio nella Costituzione
Dai tempi della Riforma Gentile è cambiato moltissimo: nel dopoguerra si ha finalmente un'alfabetizzazione di massa, che con il boom economico conosce il suo picco.
All'articolo 34 la Carta fondamentale dello Stato italiano recita infatti:
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
L'ordinamento scolastico italiano attuale prevede una frequenza obbligatoria dai 6 ai 16 anni. Il punto fondamentale, in completo disaccordo con la riforma Gentile, è il diritto di tutti i cittadini di poter frequentare la scuola in modo libero e gratuito.
La Costituzione, a differenza della riforma Gentile, non prevede che la scuola possa essere frequentata unicamente in base al ceto sociale o alle competenze, ma incoraggia lo studio anche dei meritevoli privi di mezzi, che hanno comunque un diritto inalienabile: quello di poter avere un'istruzione, grazie al supporto dello Stato ove necessario.
Tema argomentativo sulla riforma Gentile
Come potrebbe essere articolato, quindi, un tema argomentativo sulla riforma Gentile? Probabilmente, sarebbe opportuno impostarlo sul tema del diritto allo studio: com'è cambiato dal 1923 a oggi, o magari addirittura dall'Unità d'Italia in poi? Quali sono i cardini che hanno caratterizzato la Costituzione nata dopo la dittatura e la guerra? Quali erano invece i principi su cui si fondava la scuola nell'epoca precedente?
Ricordati poi che quest'anno cade anche l'anniversario del 100 anni dalla nascita di don Lorenzo Milani, il prete di Barbiana che ha proposto un modello scolastico inclusivo, del tutto opposto rispetto a quello gentiliano, e per questo importante da citare in un tema del genere.
L'argomentazione che sceglierai potrebbe portare alle tue riflessioni personali: cosa pensi tu del diritto allo studio? Ti sembra che oggi sia rispettato in tutte le sue parti? Cosa si potrebbe fare di più?
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