Maturità 2023, si torna all'esame pre covid con nuove indicazioni sull'orale. Ma è di nuovo allarma pandemia
L'esame di maturità 2023 torna ad essere come prima della pandemia ovvero con due scritti e la prova orale. Ecco come si svolgerà secondo quanto ha dichiarato il ministro Valditara. Proteste delle associazioni studentesche.
Esame di maturità 2023, si torna alla versione tradizionale
I maturandi 2023 torneranno ad affrontare un esame di maturità in versione classica: due scritti e la prova orale oltre al test Invalsi come prerequisito per l'ammissione. Lo ha dichiarato il Ministro dell'Istruzione Valditara: "l'emergenza covid è finita, almeno per la maturità". E in merito all'idea di intervenire sull'esame per modificarlo ha detto: "La legge del 2017 che regola l'esame di Maturità è la legge in vigore. Prima di decidere ho sentito esperti e addetti ai lavori. Alla fine è parsa la soluzione più ragionevole. Se dovesse funzionare male, si interverrà, ma l'idea che si cambi la maturità solo per mettere un timbro trovo sia inappropriata". Tuttavia, il nuovo allarme pandemia degli ultimi giorni, potrebbe ancora una volta cambiare le cose.
Orale maturità 2023, come si dovrà svolgere
Il ministro Valditara ha anche definito come si dovrà svolgere la prova orale della maturità 2023 e, su questo tema, invierà una circolare ad hoc: "dovrà valorizzare le competenze degli studenti e verificare la capacità di fare collegamenti (...) Non deve esserci l'interrogazione in italiano, in greco o in matematica. Su questo invierò una circolare che chiarirà esattamente come andrà svolto il colloquio".
Dunque non un'interrogazione classica ma una prova di ragionamento che valorizzi la capacità di analisi e di collegamento tra gli argomenti di tutte le materie.
Le commissioni d'esame torneranno ad avere l'assetto tradizionale ovvero saranno composte da un presidente di commissione, esterno, tre membri interni e tre esterni.
Anche la valutazione torna alla modalità pre covid con 100 punti a disposizione della commissione, un credito scolastico di massimo 40 punti, 20 punti al massimo per il primo scritto, 20 per il secondo e 20 per il colloquio.
Per le associazioni studentesche si tratta di un inaccettabile ritorno al passato
A fronte delle dichiarazioni di Valditara la Rete degli Studenti Medi ha protestato con forza: "si tratta di un vero e proprio ritorno al passato. Torna il tanto contestato esame del 2019, con le buste estratte a sorte, una seconda prova con entrambe le materie d’indirizzo e le Invalsi come requisito di accesso." “Si ripropone ancora un’altra volta un esame che non è espressione del percorso dello studente” - dichiara Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi – “Non si riesce a comprendere come estrarre a sorte una busta possa essere il fondamento per una valutazione finale. Dopo due anni di pandemia sarebbe stato possibile e necessario ripensare sistematicamente i metodi scolastici: superare la didattica frontale, superare la valutazione numerica, superare la bocciatura. Superare quindi anche un esame di maturità antiquato, incapace di stimolare la crescita dell3 student3.” “Si tratta di una scelta presa nel silenzio delle stanze del ministero” – continua Notarnicola – “Non c’è stata possibilità di discussione sul tema, il ministro continua ad affermare di voler questa grande Alleanza tra studenti, docenti, genitori e Ministero, ma fino ad ora è sola retorica".
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