Maturità 2023: possibile traccia su don Milani per i 100 anni dalla nascita

Traccia maturità su don Milani

Lettera a una professoressa di Don Milani è lo spunto da cui partiva la traccia del secondo scritto di maturità scelto dal Miur nel 2019 per il liceo delle scienze umane. Quell'anno non cadevano particolari ricorrenze - i 50 anni dalla morte erano stati ricordati due anni prima, nel 2017 - ma il Ministero ha comunque scelto di inserire un testo dedicato al parroco di Barbiana per parlare del suo metodo educativo e dei suoi studi di pedagogia.

In occasione di questa ricorrenza, quindi, non possiamo escludere che don Milani diventi protagonista di una traccia questa volta di prima prova. Magari, in un tema argomentativo che parli di scuola e istruzione.

Altre ipotesi di tracce

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Traccia maturità sul sistema educativo in Italia

La traccia che potrebbe avere maggiore senso in quest'ottica riguarda proprio il sistema educativo in Italia. Perché diciamo questo? Perché nel 2023 cade anche un'altra ricorrenza: i 100 anni dalla Riforma Gentile, quella che durante il governo fascista ha innalzato l'età scolare obbligatoria a 14 anni.

• Se vuoi saperne di più, leggi qui: Maturità 2023, traccia per i 100 anni della riforma Gentile

Tra il punto di vista di Giovanni Gentile e quello di Don Milani sulla scuola, c'è infatti un abisso. Se il primo crede in una scuola elitaria, costosa, dedicata solamente a chi può permettersela o a chi è particolarmente dotato, e soprattutto mira a lasciare le donne fuori dall'istruzione, dall'altra parte don Milani punta a una scuola inclusiva, gratuita e dedicata agli ultimi. Il diritto allo studio, per Lorenzo Milani, non è determinabile in base allo status: è, invece, universale.

La scuola secondo don Lorenzo Milani

Il principio base per don Milani, lo abbiamo detto, è l'universalità del diritto allo studio. Per don Milani la scuola è esattamente un mezzo per elevare socialmente chi vive in povertà e ignoranza. Questo porta il pedagogo anche a diventare nel 1968 un punto di riferimento per le proteste studentesche contro la scuola italiana, troppo rigida ed elitaria.

Punti chiave per don Milani, infatti, sono l'eliminazione delle bocciature e l'istituzione del tempo pieno per iragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento. Lettera a una professoressa, del 1967, è stato scritto da Milani insieme ai suoi studenti, per dare voce a un'esigenza condivisa: quella di poter avere accesso e diritto pieno all'istruzione anche partendo da condizioni di svantaggio sociale.

Secondo Milani, per potersi emancipare davvero, è importante avere pieno possesso della lingua. Comprendere e farsi comprendere permette di sviluppare un pensiero critico e non essere in balia di imbonitori: l'istruzione è essenziale per arrivare all'uguaglianza effettiva e superare le ingiustizie sociali.

Differenze tra don Milani e Giovanni Gentile

Don Milani contesta la scuola a lui contemporanea, contestando quindi anche, di riflesso, l'impostazione tradizionale lasciata alla scuola stessa da Gentile: una scuola che premia il merito o la ricchezza, lasciando totalmente indietro i più poveri.

Una scuola che esclude determinate cvategorie di persone - su tutte, le bambine, ritenute non adatte all'istruzione - e che persino vincola persino l'accesso all'università alla scuola scelta da poco più che bambini.

Va ricordato, comunque, che dopo la fine della Seconda guerra mondiale la riforma Gentile viene ampiamente superata con l'alfabetizzazione di massa, lanciata anche grazie alla televisione. Quello che rimane pressoché invariata, prima di don Milani e del '68, è l'impostazione tradizionale e rigida, fatta di punizioni, bocciature, espulsioni, rigore estremo e scarsissima disposizione a motivare quelli che Milani chiama gli svogliati, alunni da recuperare al pare dei più poveri e dei meno intelligenti.

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