Tema sul web, possibile traccia della maturità

Tema sul web e su internet: riflessioni, spunti e ideale svolgimento per una traccia di prima prova sul World Wide Web

Tema sul web, possibile traccia della maturità
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TRACCIA PRIMA PROVA 2020: 30 ANNI DI WEB

Tema sul Web: traccia per la prima prova maturità
Fonte: istock

Il World Wide Web ha compiuto 30 anni nel 2019, precisamente il 12 marzo. 

Se per la generazione alle prese con la maturità 2020 il web è stato una costante fin dalla loro nascita, i loro genitori hanno conosciuto un'epoca pre web. Gli studenti potrebbero dover affrontare il tema sul web in classe o addirittura trovarlo tra le tracce della prima prova, come elaborato di attualità che probabilmente saprebbero affrontare a occhi chiusi. Se però avete bisogno di qualche spunto o qualche dato, di seguito trovate un possibile svolgimento del tema sul web.

Sono passati quasi 31 anni da quel giorno di marzo in cui il ricercatore inglese Tim Berners-Lee ha presentato al proprio supervisore il documento “Information Management: a Proposal”, l’idea che ha portato due anni più tardi alla pubblicazione del primo sito web.

Alla sua nascita il web non era come lo conosciamo oggi, era perlopiù un luogo di navigazione ipertestuale, visitabile, consultabile, ma non modificabile. Tutto questo ci sembra lontanissimo rispetto a ciò che conosciamo e utilizziamo oggi, un luogo virtuale in cui siamo noi stessi a produrre informazioni. Le cose, in trent’anni, quindi, sono decisamente cambiate.

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François Flückiger, il pioniere del web

François Flückiger, l’informatico del CERN, inserito nella Internet Hall of Fame 2013, è uno delle personalità più importanti quando si parla di web: nel 1994 è succeduto a Berners-Lee alla guida del team per lo sviluppo del web ed è stato uno dei pionieri di Internet. In un’intervista rilasciata recentemente a “Wired” spiega una questione molto interessante sulla nascita del web. “Non è un aspetto molto conosciuto”, racconta,  “ma la primissima idea di web al CERN non era quella di creare un sistema di sola lettura, ma più bilanciato: i nostri primi browser combinavano le funzioni di browsing con quelle di editing. I browser commerciali che sono arrivati successivamente, invece, hanno abbandonato le funzioni di editing. Quella idea è tornata solamente dieci anni dopo, anche se in modo indiretto, con i social network”.

COME DOVEVA ESSERE IL WEB?

Quindi, all’inizio, il web doveva essere, almeno nell’idea, molto simile a quello che conosciamo oggi. La speranza, però, era che attraverso il web si diffondessero principalmente informazioni, conoscenze e idee stimolanti, cosa che, oggigiorno, non accade. Con i social network si produce una grande quantità di informazioni personali, intime, individuali. Internet è diventano il luogo della messa in scena, del mostrare, del far vedere ciò che si è, ma soprattutto ciò che si vorrebbe essere.

QUANTO CONTA INTERNET NELLA NOSTRA VITA

Non staremo qui, però, a elencare accuse e negatività del web oggi, perché la realtà è che la nostra vita, senza Internet non sarebbe la stessa. Su Internet si fa rete, ci si informa, si dibatte, si comprendono cose, si scambiano opinioni, si condividono storie.

Come sempre, bisogna saper gestire gli strumenti che ci troviamo in mano, bisogna essere consapevoli delle potenzialità, ma anche dei rischi di ciò che utilizziamo quotidianamente. Internet è un luogo meraviglioso, se adoperato con serietà.

Ma quante cose sono cambiate dall’avvento del World Wide Web? Una fra tutte: il modo di informarsi. Con la diffusione della banda larga e dell’alfabetizzazione digitale di massa, si afferma il web 2.0. Quelli tra il 2002 e il 2008 sono anni di sperimentazione in cui nascono iniziative editoriali come l’Huffington Post e le piattaforme social: Facebook nel 2004, Youtube nel 2005, Twitter nel 2006.
Già prima dell’avvento dei social media, i blog avevano cambiato il modo dei cittadini di leggere e di partecipare al processo di news making. Nel mondo della rete, dove tutti possono comunicare con tutti, i giornalisti e gli editori non sono più possessori esclusivi dell’informazione. Se un quotidiano decide di non pubblicare una storia o delle fotografie, molto probabilmente queste faranno il loro corso su Internet, saranno viste, condivise, commentate. I blog, e poi i social media, hanno contribuito a portare in campo, insieme a editori e giornalisti, un terzo soggetto: il lettore. Questo nuovo pubblico non è più disposto a considerarsi fruitore passivo dell’informazione; vuole esserne protagonista, vuole contribuire, intervenire, capire, consigliare, criticare e, quando possibile, partecipare al processo informativo. Il pubblico diventa, dunque, esso stesso produttore e selezionatore.

COME E' CAMBIATA L'INFORMAZIONE ATTRAVERSO I SOCIAL MEDIA

I social media hanno traghettato l’informazione da una dimensione unidirezionale (dai media ai lettori) verso un processo bidirezionale (dai media ai lettori e dai lettori ai media). Questo non elimina la figura del giornalista, ma ne cambia il ruolo. Il reporter, da cacciatore di notizie, diventa una figura da cui ci si aspetta un’analisi più approfondita dei fatti, la capacità di contestualizzarli e di spiegarli.

Negli anni si è affermato poi il concetto di citizen journalism. Come scrive Alberto Papuzzi in “Professione giornalista. Le tecniche, i media, le regole”, il citizen journalism “sovverte il modello classico del processo di produzione e fruizione della notizia: lo spettatore di un evento, presente sul posto prima del professionista, funge da porta di accesso ai fatti in modo diretto, diventando così egli stesso mediatore della realtà, guida e suggeritore”.

In trent’anni il web ci ha regalato sorprese e dispiaceri, possibilità  e ostacoli, ma questo è il bello e il brutto del progresso, delle cose che cambiano e si evolvono. Bisogna stare al passo con i tempi, con le novità e riuscire a estrapolare da ogni cosa soltanto il meglio.

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