Maturità 2013, seconda prova inglese: traduzione Il Grande Gatsby
Ecco la prova tradotta dal totor di Studenti.it per l'indirizzo linguistico, dal libro americano Il Grande Gatsby
Maturità 2013, ecco la traduzione della traccia per il liceo linguistico della seconda prova 2013: un testo da Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, un'opera di cui è recentemente uscito un adattamento cinematografico. Il quesito del liceo linguistico ti chiede, fra le altre cose, di tradurre il brano in questione; e il testo da tradurre puoi renderlo più o meno così.
Traccia in inglese
There was music from my neighbor’s house through the summer nights. In his blue gardens men and girls came and went like moths among the whisperings and the champagne and the stars. At high tide in the afternoon I watched his guests diving from the tower of his raft, or taking the sun on the hot sand of his beach while his two motor-boats slit the waters of the Sound, drawing aquaplanes over cataracts of foam. On week-ends his Rolls-Royce became an omnibus, bearing parties to and from the city between nine in the morning and long past midnight, while his station wagon scampered like a brisk yellow bug to meet all trains. And on Mondays eight servants, including an extra gardener, toiled all day with mops and scrubbing-brushes and hammers and garden-shears, repairing the ravages of the night before.
Every Friday five crates of oranges and lemons arrived from a fruiterer in New York-every Monday these same oranges and lemons left his back door in a pyramid of pulpless halves. There was a machine in the kitchen which could extract the juice of two hundred oranges in half an hour if a little button was pressed two hundred times by a butler’s thumb.
At least once a fortnight a corps of caterers came down with several hundred feet of canvas and enough colored lights to make a Christmas tree of Gatsby’s enormous garden. On buffet tables, garnished with glistening hors-d’oeuvre, spiced baked hams crowded against salads of harlequin designs and pastry pigs and turkeys bewitched to a dark gold. In the main hall a bar with a real brass rail was set up, and stocked with gins and liquors and with cordials so long forgotten that most of his female guests were too young to know one from another.
By seven o’clock the orchestra has arrived, no thin five-piece affair, but a whole pitful of oboes and trombones and saxophones and viols and cornets and piccolos, and low and high drums. The last swimmers have come in from the beach now and are dressing up-stairs; the cars from New York are parked five deep in the drive, and already the halls and salons and verandas are gaudy with primary colors, and hair shorn in strange new ways, and shawls beyond the dreams of Castile. The bar is in full swing, and floating rounds of cocktails permeate the garden outside, until the air is alive with chatter and laughter, and casual innuendo and introductions forgotten on the spot, and enthusiastic meetings between women who never knew each other’s names.
The lights grow brighter as the earth lurches away from the sun, and now the orchestra is playing yellow cocktail music, and the opera of voices pitches a key higher. Laughter is easier minute by minute, spilled with prodigality, tipped out at a cheerful word. The groups change more swiftly, swell with new arrivals, dissolve and form in the same breath; already there are wanderers, confident girls who weave here and there among the stouter and more stable, become for a sharp, joyous moment the centre of a group, and then, excited with triumph, glide on through the sea-change of faces and voices and color under the constantly changing light.
Traduzione all'italiano
“Nelle notti estive mi giungeva la musica dalla casa del mio vicino.
Nei suoi giardini azzurri uomini e donne andavano e venivano come falene fra bisbigli e champagne e stelle. Durante l’alta marea del pomeriggio, guardavo i suoi ospiti tuffarsi dal trampolino o prendere il sole sulla sabbia calda della spiaggia privata, mentre i suoi due motoscafi fendevano le acque dello stretto, rimorchiando acquaplani tra cascate di spuma. Nei giorni dei week-end la sua Rolls-Royce diventava un autobus e dalle nove del mattino a notte avanzata trasportava compagnie intere dalla città e ritorno mentre il suo furgoncino scorrazzava come un vivace insetto giallo per trovarsi all’arrivo di tutti i treni.
Di lunedì otto domestici, compreso un giardiniere supplementare, lavoravano tutto il giorno con redazze e spazzoloni e martelli e forbicioni a riparare i danni della notte precedente.
Ogni venerdì cinque casse di arance e limoni arrivavano da un fruttivendolo di New York; ogni lunedì le stesse arance e gli stessi limoni uscivano dalla porta di servizio in una piramide di bucce senza polpa. In cucina vi era una macchina che spremeva il sugo di duecento arance in mezz’ora, purché il pollice di un maggiordomo premesse duecento volte un dato bottoncino.
Almeno una volta ogni quindici giorni un’intera squadra di fornitori arrivava con centinaia di metri di tela e lampadine colorate sufficienti a trasformare il giardino enorme di Gatsby in un albero di Natale. Sulle tavole dei rinfreschi, guarnite di antipasti scintillanti, i saporiti prosciutti al forno si accatastavano, coperti da insalate dai disegni arlecchineschi insieme a porcellini e tacchini ripieni, trasformati come per magia in oro cupo. Nel salone principale era impiantato un bar con un’autentica ringhiera di ottone, stracarico di gin e di liquori e di cordiali di marche dimenticate da tanto tempo che quasi tutte le invitate erano troppo giovani per poter conoscere.
Alle sette è arrivata l’orchestra, non una cosetta di cinque elementi, ma un intero mucchio di oboe e tromboni e sassofoni e viole e cornette e flauti e tamburi grandi e piccoli. Gli ultimi bagnanti sono ritornati dalla spiaggia e stanno vestendosi disopra; le macchine arrivate da New York sono disposte su cinque file lungo il viale; già le sale e i saloni e le verande sono sgargianti di colori e di pettinature nuove e strane e di scialli che superano i sogni di un castigliano. Il bar è in piena attività, e le ronde fluttuanti di
cocktails permeano il giardino, finché l’aria risuona di cicalecci e risa e frasi di convenienza e di presentazione subito dimenticate e di incontri entusiastici tra donne che non si conoscevano neanche di nome.
Le luci diventano più festose mentre la terra si nasconde al sole, l’orchestra suona gialla musica da cocktail e il coro delle voci raggiunge un tono più alto. Il riso che si fa più facile di minuto in minuto, viene profuso con prodigalità, donato a ogni parola gioconda. I gruppi si trasformano più rapidamente, si allargano con i nuovi arrivi, si sfanno e rifanno nell’attimo di un respiro; già ci sono le ragazze che si aggirano qua e là tra altre più salde e più ferme, diventano per un rapido momento gioioso il centro di un gruppo, e poi, eccitate dal trionfo, proseguono tra i volti e le voci e i colori mutevoli come il mare sotto la luce sempre cangiante”.